Il problema della lentezza dei procedimenti è solo uno dei sintomi di una patologia ben più ampia. Accanto a esso ve ne sono molti altri, tra cui l’immane arretrato, il numero spropositato di impugnazioni e di prescrizioni, il deficit tecnologico e l’alto tasso di scopertura degli uffici giudiziari. Si tratta di problemi cronici – acuiti dalla crisi da COVID-19 – a cui l’ordinamento ha dato tradizionalmente risposte inadeguate. L’inefficiente processo penale italiano non è capace di dare risposte: né agli imputati, troppo spesso costretti a subire una “pena processuale” interminabile; né alle vittime, a loro volta mortificate da un rito labirintico; né alla comunità, la cui fiducia nelle istituzioni giudiziarie è scemata nel tempo. Di qui il titolo del lavoro: “giustizia per nessuno”. Preso atto di questa situazione, il volume – dopo aver (ri)definito la portata del canone di efficienza in ambito penale e aver individuato le (lontane) origini della crisi della giustizia – si sviluppa in due parti. La prima corrisponde a una compiuta analisi statistica del sistema penale italiano, non limitata a fornire una serie di dati di matrice processuale, sostanziale e penitenziaria, ma tesa pure a ricostruire alcuni dei più importanti indicatori di matrice “economico-strutturale” della giustizia italiana (come quelli concernenti la geografia giudiziaria, le dotazioni finanziarie del sistema e le carenze di organico). A valle di questa attività ricostruttiva, la seconda parte del libro si pone un fine specifico, legato all’importante cantiere di interventi aperto dalla “riforma Cartabia”: essa ha lo scopo di valutare se la l. 27 settembre del 2021, n.134 e le manovre legislative collegate al P.N.R.R. abbiano le potenzialità di rimediare alle principali sacche di inefficienza dell’ordinamento.

Giustizia per nessuno. L'inefficienza del sistema penale italiano tra crisi cronica e riforma Cartabia

MITJA GIALUZ
2022-01-01

Abstract

Il problema della lentezza dei procedimenti è solo uno dei sintomi di una patologia ben più ampia. Accanto a esso ve ne sono molti altri, tra cui l’immane arretrato, il numero spropositato di impugnazioni e di prescrizioni, il deficit tecnologico e l’alto tasso di scopertura degli uffici giudiziari. Si tratta di problemi cronici – acuiti dalla crisi da COVID-19 – a cui l’ordinamento ha dato tradizionalmente risposte inadeguate. L’inefficiente processo penale italiano non è capace di dare risposte: né agli imputati, troppo spesso costretti a subire una “pena processuale” interminabile; né alle vittime, a loro volta mortificate da un rito labirintico; né alla comunità, la cui fiducia nelle istituzioni giudiziarie è scemata nel tempo. Di qui il titolo del lavoro: “giustizia per nessuno”. Preso atto di questa situazione, il volume – dopo aver (ri)definito la portata del canone di efficienza in ambito penale e aver individuato le (lontane) origini della crisi della giustizia – si sviluppa in due parti. La prima corrisponde a una compiuta analisi statistica del sistema penale italiano, non limitata a fornire una serie di dati di matrice processuale, sostanziale e penitenziaria, ma tesa pure a ricostruire alcuni dei più importanti indicatori di matrice “economico-strutturale” della giustizia italiana (come quelli concernenti la geografia giudiziaria, le dotazioni finanziarie del sistema e le carenze di organico). A valle di questa attività ricostruttiva, la seconda parte del libro si pone un fine specifico, legato all’importante cantiere di interventi aperto dalla “riforma Cartabia”: essa ha lo scopo di valutare se la l. 27 settembre del 2021, n.134 e le manovre legislative collegate al P.N.R.R. abbiano le potenzialità di rimediare alle principali sacche di inefficienza dell’ordinamento.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1077085
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