Una delle ragioni del recente successo in Italia (e ormai in Europa) dei movimenti populisti e sovranisti sembrerebbe risiedere nella progressiva erosione degli spazi decisionali riservati agli Stati nazionali e in particolare al circuito Governo-maggioranza parlamentare. Sotto diverso, ma connesso, profilo, i vincoli di bilancio di natura sovranazionale e internazionale gravanti sull’Italia e i connessi strumenti di verifica e vigilanza sul rispetto dei medesimi (quali l’Ufficio parlamentare di bilancio) introdotti nell’ambito della revisione dell’art. 81 della costituzione, in uno con le stesse modalità di reazione degli odierni mercati finanziari (i.e. il c.d. spread) alle manovre di bilancio degli Stati nazionali, non solo consentono di misurare sin da subito – almeno in parte – l’impatto finanziario delle scelte di politica economica dello Stato sulle future generazioni, ma si pongono in netto contrasto con politiche di spesa schiacciate sull’oggi e prive di una adeguata ponderazione dei propri effetti finanziari sul futuro. Muovendo da queste premesse, il contributo si sofferma sul concetto di equilibrio di bilancio, non tanto in termini di principio a tutela dell’odierna credibilità finanziaria internazionale dello Stato, ma soprattutto nella più complessa accezione di bene pubblico costituzionale di portata intergenerazionale, quale fattore in grado di garantire alle generazioni future una pur minima capacità di disporre del loro presente. Di qui vengono approfondite le virtualità derivanti dalla nuova disciplina costituzionale della sessione di bilancio, verificando se, nell’ambito di queste nuove regole e dei nuovi soggetti che esse istituiscono (in primis dell’ufficio parlamentare di bilancio), le esternalità negative sulle generazioni future costituiscano (o possano costituire) un parametro di compatibilità delle manovre finanziarie non solo con il sistema di vincoli di bilancio sovranazionale, ma (in via indiretta) con lo stesso tessuto normativo costituzionale.
Populismo, costituzione e decisioni di spesa pubblica. C'è spazio per le future generazioni?
Francaviglia Michele
2019-01-01
Abstract
Una delle ragioni del recente successo in Italia (e ormai in Europa) dei movimenti populisti e sovranisti sembrerebbe risiedere nella progressiva erosione degli spazi decisionali riservati agli Stati nazionali e in particolare al circuito Governo-maggioranza parlamentare. Sotto diverso, ma connesso, profilo, i vincoli di bilancio di natura sovranazionale e internazionale gravanti sull’Italia e i connessi strumenti di verifica e vigilanza sul rispetto dei medesimi (quali l’Ufficio parlamentare di bilancio) introdotti nell’ambito della revisione dell’art. 81 della costituzione, in uno con le stesse modalità di reazione degli odierni mercati finanziari (i.e. il c.d. spread) alle manovre di bilancio degli Stati nazionali, non solo consentono di misurare sin da subito – almeno in parte – l’impatto finanziario delle scelte di politica economica dello Stato sulle future generazioni, ma si pongono in netto contrasto con politiche di spesa schiacciate sull’oggi e prive di una adeguata ponderazione dei propri effetti finanziari sul futuro. Muovendo da queste premesse, il contributo si sofferma sul concetto di equilibrio di bilancio, non tanto in termini di principio a tutela dell’odierna credibilità finanziaria internazionale dello Stato, ma soprattutto nella più complessa accezione di bene pubblico costituzionale di portata intergenerazionale, quale fattore in grado di garantire alle generazioni future una pur minima capacità di disporre del loro presente. Di qui vengono approfondite le virtualità derivanti dalla nuova disciplina costituzionale della sessione di bilancio, verificando se, nell’ambito di queste nuove regole e dei nuovi soggetti che esse istituiscono (in primis dell’ufficio parlamentare di bilancio), le esternalità negative sulle generazioni future costituiscano (o possano costituire) un parametro di compatibilità delle manovre finanziarie non solo con il sistema di vincoli di bilancio sovranazionale, ma (in via indiretta) con lo stesso tessuto normativo costituzionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.