Fin da tempi molto antichi la città di Genova fronteggia vincoli orografici complessi e enigmi spaziali notevoli che l’hanno spinta a modificare continuamente la propria sua struttura urbana. In questo contesto, diverse strategie si sono imposte nel tempo per guidare le azioni di trasformazione urbanistica e in particolare tra queste, la demolizione o rimozione di manufatti e infrastrutture può essere identificata come una costante ricorrente della storia urbana. Negli ultimi decenni, la demolizione, orientata ad intervenire sulla città densa del XX secolo, precocemente divenuta obsoleta, apre spesso il campo alla sostituzione, segnando la forma e financo l’indole della città. Obiettivo dell’indagine è individuare quando e come la demolizione entra nei processi di trasformazione urbana, quali sono i suoi costi e come questi incidono sulla fattibilità degli interventi. Il contributo si interroga sui soggetti coinvolti e, nello specifico, sulla ricaduta dei costi della demolizione nella fattibilità delle operazioni di trasformazione e su come questa incida sulla rendita e sulla produzione di beni pubblici. Attraverso la comparazione di casi attuali, tra cui l’abbattimento della Diga di Begato in Valpolcevera e dell’edificio ex Ansaldo Nira, unitamente ad alcuni padiglioni fieristici limitrofi, nel progetto del Waterfront di Levante, il contributo costruisce un quadro strategico in cui si confrontano criticità (costo dell’insediamento più alto che altrove, carenza di spazi che ‘costringono’ la trasformazione entro ambiti limitati) e opportunità (rapporto con il contesto, contenimento del consumo di suolo) del trasformare demolendo.
Trasformare demolendo: strumenti di azione nello spazio pubblico della Genova contemporanea
Lombardini, Giampiero;Moretti, Beatrice;Pitanti, Matilde
2021-01-01
Abstract
Fin da tempi molto antichi la città di Genova fronteggia vincoli orografici complessi e enigmi spaziali notevoli che l’hanno spinta a modificare continuamente la propria sua struttura urbana. In questo contesto, diverse strategie si sono imposte nel tempo per guidare le azioni di trasformazione urbanistica e in particolare tra queste, la demolizione o rimozione di manufatti e infrastrutture può essere identificata come una costante ricorrente della storia urbana. Negli ultimi decenni, la demolizione, orientata ad intervenire sulla città densa del XX secolo, precocemente divenuta obsoleta, apre spesso il campo alla sostituzione, segnando la forma e financo l’indole della città. Obiettivo dell’indagine è individuare quando e come la demolizione entra nei processi di trasformazione urbana, quali sono i suoi costi e come questi incidono sulla fattibilità degli interventi. Il contributo si interroga sui soggetti coinvolti e, nello specifico, sulla ricaduta dei costi della demolizione nella fattibilità delle operazioni di trasformazione e su come questa incida sulla rendita e sulla produzione di beni pubblici. Attraverso la comparazione di casi attuali, tra cui l’abbattimento della Diga di Begato in Valpolcevera e dell’edificio ex Ansaldo Nira, unitamente ad alcuni padiglioni fieristici limitrofi, nel progetto del Waterfront di Levante, il contributo costruisce un quadro strategico in cui si confrontano criticità (costo dell’insediamento più alto che altrove, carenza di spazi che ‘costringono’ la trasformazione entro ambiti limitati) e opportunità (rapporto con il contesto, contenimento del consumo di suolo) del trasformare demolendo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Urban@it_vol12_Trasformare demolendo- strumenti di azione nello spazio pubblico della Genova contemporanea.pdf
accesso chiuso
Descrizione: Contributo in volume
Tipologia:
Documento in versione editoriale
Dimensione
7.42 MB
Formato
Adobe PDF
|
7.42 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.