Tanto nella sua dimensione letteraria quanto in quella figurativa, la comunicazione artistica si trova sovente a misurarsi con i limiti imposti dalla natura intrinsecamente indicibile (o irrappresentabile) di contenuti legati alla violazione di un tabù. Si tratta di un elemento che viene spesso fatto oggetto di discussione in relazione alla società odierna, caratterizzata da forme di comunicazione immediate e orizzontali, e per questo spesso prive di filtri e limitazioni; nel mondo latino, d'altra parte, questo tema appare fortemente codificato sia a livello estetico, sia a livello comunicativo, come dimostra il significato stesso del termine nefas. Il contributo prenderà le mosse dal mito di Atreo e Tieste - un osservatorio privilegiato perché segnato dall'infrazione di entrambi i tabù considerati universali, il cannibalismo e l'incesto - per analizzare in quale misura le testimonianze sia letterarie (e specificamente drammatiche) che iconografiche siano segnate da varianti, reticenze, silenzi: segno di una cultura che - oggi come ieri - non ha mai smesso di fare i conti con gli interrogativi posti dalla rappresentazione artistica e dai suoi limiti.

Rappresentare l'indicibile, dire l'irrappresentabile. Parola e immagine di fronte al nefas di Tieste e Atreo

Bonandini, Alice
2020-01-01

Abstract

Tanto nella sua dimensione letteraria quanto in quella figurativa, la comunicazione artistica si trova sovente a misurarsi con i limiti imposti dalla natura intrinsecamente indicibile (o irrappresentabile) di contenuti legati alla violazione di un tabù. Si tratta di un elemento che viene spesso fatto oggetto di discussione in relazione alla società odierna, caratterizzata da forme di comunicazione immediate e orizzontali, e per questo spesso prive di filtri e limitazioni; nel mondo latino, d'altra parte, questo tema appare fortemente codificato sia a livello estetico, sia a livello comunicativo, come dimostra il significato stesso del termine nefas. Il contributo prenderà le mosse dal mito di Atreo e Tieste - un osservatorio privilegiato perché segnato dall'infrazione di entrambi i tabù considerati universali, il cannibalismo e l'incesto - per analizzare in quale misura le testimonianze sia letterarie (e specificamente drammatiche) che iconografiche siano segnate da varianti, reticenze, silenzi: segno di una cultura che - oggi come ieri - non ha mai smesso di fare i conti con gli interrogativi posti dalla rappresentazione artistica e dai suoi limiti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1053137
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