Una visione del mondo di esclusiva matrice funzionalistica produce allineamenti a modelli di pensiero orientati alla concezione che l’efficacia e l’efficienza siano, anche in educazione, riferimenti ineludibili. Certamente, nessun educatore e nessuna educatrice ambiscono ad interventi vuoti di un carattere operativo orientato all’obiettivo ma spesso, proprio da una gestione “non educativa” della definizione dell’obiettivo (che dovrebbe partire dal problema e attraversare un’at- tenta analisi dei bisogni), scaturiscono percorsi di esclusiva re-azione. La possi- bilità e la responsabilità di educare invocano, tuttavia, una visione meno solida del futuro, non ambigua ma decisamente più imperfetta. Nel mito della piani- ficazione si nasconde la mancanza di possibilità plurime, di farsi attraversare dal desiderio, anche cambiando strada. Troppo spesso l’educazione e la progetta- zione “a tavolino” rendono meccanici e sicuri processi in realtà molto sbavati, con margini imprecisi. “Al contrario, educare ‘in situazione’ significa accettare e sfidare il disincanto della complessità e della problematicità dell’esperienza educativa, con il relativo suo carico di cifre demoniche: l’azzardo, l’avventura, lo scacco e il naufragio” (Frabboni, 2019, p. 24).

La progettazione educativa nei terreni dell’emergenza

Andrea Traverso
2020-01-01

Abstract

Una visione del mondo di esclusiva matrice funzionalistica produce allineamenti a modelli di pensiero orientati alla concezione che l’efficacia e l’efficienza siano, anche in educazione, riferimenti ineludibili. Certamente, nessun educatore e nessuna educatrice ambiscono ad interventi vuoti di un carattere operativo orientato all’obiettivo ma spesso, proprio da una gestione “non educativa” della definizione dell’obiettivo (che dovrebbe partire dal problema e attraversare un’at- tenta analisi dei bisogni), scaturiscono percorsi di esclusiva re-azione. La possi- bilità e la responsabilità di educare invocano, tuttavia, una visione meno solida del futuro, non ambigua ma decisamente più imperfetta. Nel mito della piani- ficazione si nasconde la mancanza di possibilità plurime, di farsi attraversare dal desiderio, anche cambiando strada. Troppo spesso l’educazione e la progetta- zione “a tavolino” rendono meccanici e sicuri processi in realtà molto sbavati, con margini imprecisi. “Al contrario, educare ‘in situazione’ significa accettare e sfidare il disincanto della complessità e della problematicità dell’esperienza educativa, con il relativo suo carico di cifre demoniche: l’azzardo, l’avventura, lo scacco e il naufragio” (Frabboni, 2019, p. 24).
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