Il Museo Nazionale dell’Antartide (MNA) nasce nel 1996 con lo scopo di conservare i numerosissimi reperti e le importanti collezioni di campioni biologici, geologici e glaciologici prelevati nell’ambito delle spedizioni del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA). Nel corso degli anni, a partire dalla prima spedizione italiana del 1985, sono stati raccolti migliaia di reperti che costituiscono ora un prezioso patrimonio per l’Italia. Il MNA è strutturato come Centro Interuniversitario a cui partecipano gli Atenei di Genova, Siena e Trieste, ognuno dei quali ospita una sede del Museo che ha diverse finalità di conservazione, rispettivamente di: campioni biologici (Genova), campioni geologici e meteoriti (Siena), carote di sedimenti e documenti relativi all’esplorazione dell’Antartide (Trieste). Vi sono inoltre sette sedi associate del MNA, dislocate in varie città, specializzate nella gestione di collezioni che necessitano di particolari protocolli di conservazione. Nell’ottica di un processo di ammodernamento delle attività del Museo, in particolare della sede genovese, responsabile per i reperti biologici, si è cercato di dare rilevanza internazionale alle collezioni e ai reperti ivi conservati. L’operazione è avvenuta sotto l’egida di vari gruppi di lavoro dello SCAR (The Scientific Committee on Antarctic Research) che hanno favorito il coordinamento delle attività a livello internazionale. Il MNA ha infatti: i) co-fondato il progetto Antarctic Field Guide, mirato a fornire immagini e dati ecologici relativi a specie antartiche; ii) pubblicato attraverso l’Antarctic Biodiversity Information Facility (ANTABIF) i dati distribuzionali relativi alle specie presenti in collezione in forma di data paper su riviste open access dell’editore Pensoft; iii) fornito, attraverso il punto precedente, i dati distribuzionali al Global Biodiversity Information Facility (GBIF). Al fine di migliorare la comunicazione e fornire utili strumenti innovativi per l’outreach in ambito antartico, il MNA ha inoltre inaugurato una galleria di modelli 3D di organismi antartici, realizzati sia con tecniche fotogrammetriche sia con microtomografie. Infine, il MNA collabora con il Barcode of Life per la caratterizzazione molecolare attraverso il barcoding delle specie conservate nelle proprie collezioni. Tramite queste operazioni, nel corso degli ultimi 5 anni, il MNA è riuscito a relazionarsi con vari gruppi di ricerca a livello internazionale, instaurando nuove collaborazioni e ottenendo importanti risultati quali, ad esempio, la classificazione di specie per le quali non vi sono esperti in Italia o, attraverso il coordinamento di attività di barcoding e la condivisione di sequenze, una più precisa identificazione degli esemplari anche su base molecolare e non solo morfologica.

Dalla rilevanza nazionale a quella internazionale: le strategie adottate dal Museo Nazionale dell’Antartide (MNA, Sede di Genova)

Stefano Schiaparelli;Maria Chiara Alvaro;Matteo Cecchetto;Alice Guzzi;
2019-01-01

Abstract

Il Museo Nazionale dell’Antartide (MNA) nasce nel 1996 con lo scopo di conservare i numerosissimi reperti e le importanti collezioni di campioni biologici, geologici e glaciologici prelevati nell’ambito delle spedizioni del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (PNRA). Nel corso degli anni, a partire dalla prima spedizione italiana del 1985, sono stati raccolti migliaia di reperti che costituiscono ora un prezioso patrimonio per l’Italia. Il MNA è strutturato come Centro Interuniversitario a cui partecipano gli Atenei di Genova, Siena e Trieste, ognuno dei quali ospita una sede del Museo che ha diverse finalità di conservazione, rispettivamente di: campioni biologici (Genova), campioni geologici e meteoriti (Siena), carote di sedimenti e documenti relativi all’esplorazione dell’Antartide (Trieste). Vi sono inoltre sette sedi associate del MNA, dislocate in varie città, specializzate nella gestione di collezioni che necessitano di particolari protocolli di conservazione. Nell’ottica di un processo di ammodernamento delle attività del Museo, in particolare della sede genovese, responsabile per i reperti biologici, si è cercato di dare rilevanza internazionale alle collezioni e ai reperti ivi conservati. L’operazione è avvenuta sotto l’egida di vari gruppi di lavoro dello SCAR (The Scientific Committee on Antarctic Research) che hanno favorito il coordinamento delle attività a livello internazionale. Il MNA ha infatti: i) co-fondato il progetto Antarctic Field Guide, mirato a fornire immagini e dati ecologici relativi a specie antartiche; ii) pubblicato attraverso l’Antarctic Biodiversity Information Facility (ANTABIF) i dati distribuzionali relativi alle specie presenti in collezione in forma di data paper su riviste open access dell’editore Pensoft; iii) fornito, attraverso il punto precedente, i dati distribuzionali al Global Biodiversity Information Facility (GBIF). Al fine di migliorare la comunicazione e fornire utili strumenti innovativi per l’outreach in ambito antartico, il MNA ha inoltre inaugurato una galleria di modelli 3D di organismi antartici, realizzati sia con tecniche fotogrammetriche sia con microtomografie. Infine, il MNA collabora con il Barcode of Life per la caratterizzazione molecolare attraverso il barcoding delle specie conservate nelle proprie collezioni. Tramite queste operazioni, nel corso degli ultimi 5 anni, il MNA è riuscito a relazionarsi con vari gruppi di ricerca a livello internazionale, instaurando nuove collaborazioni e ottenendo importanti risultati quali, ad esempio, la classificazione di specie per le quali non vi sono esperti in Italia o, attraverso il coordinamento di attività di barcoding e la condivisione di sequenze, una più precisa identificazione degli esemplari anche su base molecolare e non solo morfologica.
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