Pubblicati in un numero per l’occasione esclusivamente monografico di «Ricerche di Storia dell’Arte», vedono la luce gli atti del convegno dedicato agli affreschi del Castello di Gambatesa: le due giornate di studio, ideate e organizzate da Eliana Carrara, si sono tenute il 19 e il 20 aprile 2018 presso l’Università degli studi del Molise, nell’ambito delle attività del Corso di Laurea magistrale in Letteratura e Storia dell’arte, del Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione, e si sono articolate in una serie di relazioni e in una visita meticolosa ed accurata del ciclo pittorico. I testi che qui si presentano ricalcano, dunque, la scaletta degli interventi allora in programma con alcune variazioni, di cui diremo più avanti. Il vasto e denso saggio di Antonio Pinelli, che funge da illuminante sintesi delle riflessioni sull’ancora poco conosciuto artista attivo a Gambatesa, riporta non solo quanto l’autore presentò nella sua relazione campobassana ma pure la sua lettura, sapiente e puntuale, delle varie scene osservate, sala dopo sala, all’interno del Castello, capace di stimolare quesiti e curiosità nel pubblico convenuto e negli altri convegnisti. Leandro Ventura, cui toccò l’onore e l’onere di aprire i lavori, illustra la stretta relazione che nel ciclo affrescato corre fra raffigurazioni mitologiche e personificazioni delle Virtù in un’ottica tutta di celebrazione del committente, Vincenzo di Capua, e della sua stirpe. Ancora sul rapporto con l’Antico indugia il testo di Eliana Carrara, che mira a inserire il percorso di formazione di Donato Decumbertino nell’ambiente romano dei tardi anni Quaranta, quando era presente nell’Urbe anche Giorgio Vasari, attivo in quegli anni con la sua bottega in vari centri artistici italiani. Spetta a Salvatore Monda, invece, la raffinata esegesi di alcune delle scene figurate, che evidenziano una stretta dipendenza da episodi narrati nelle Metamorfosi di Ovidio. Fin qui i testi stampati si sono susseguiti sulla falsariga degli interventi in sede di convegno, ove intervenne anche Anna Bisceglia (Gli affreschi di Gambatesa nel contesto artistico meridionale: centro e periferia), che poi non ha potuto consegnare il suo scritto. Gli altri saggi, invece, costituiscono un’integrazione a quanto in programma e presentano un ampliamento significativo delle tematiche finora affrontate. Alessio Monciatti indirizza la sua attenzione alla poco nota veduta della basilica vaticana nella Sala delle Maschere, che, testimone anch’essa della conoscenza dell’ambiente romano e vasariano degli anni Quaranta, ci offre una proiezione di quella che sarebbe dovuta essere la cupola della basilica vaticana secondo il progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, radicalmente cambiato da Michelangelo proprio mentre si dipingeva a Gambatesa. Angelo Maria Monaco avvicina la sfuggente figura di Donato all’attività di Gianserio Strafella, ben documentato in Puglia e in contatto con importanti committenti legati alla famiglia di Capua. A Nadia Raimo spetta il merito di presentare un ciclo affrescato di fatto inedito e di avanzare alcune ipotesi sul suo autore, da mettere in relazione sia con Donato Decumbertino sia con Gianserio Strafella. Infine, danno lustro alla pubblicazione le pregevoli fotografie di Mariagiovanna Antinolfi, appositamente realizzate e capaci di restituire l’incanto ammirato in cui viene avvolto il visitatore che faccia il suo ingresso nelle sale del Castello di Gambatesa.

Gli affreschi di Donato Decumbertino nel castello di Gambatesa, 1550 : sulle tracce di un enigmatico pittore transumante tra centro e periferia : atti del convegno Gli affreschi del Castello di Gambates : Università degli Studi del Molise, Campobasso, 19-20 aprile 2018

Carrara E.
2020-01-01

Abstract

Pubblicati in un numero per l’occasione esclusivamente monografico di «Ricerche di Storia dell’Arte», vedono la luce gli atti del convegno dedicato agli affreschi del Castello di Gambatesa: le due giornate di studio, ideate e organizzate da Eliana Carrara, si sono tenute il 19 e il 20 aprile 2018 presso l’Università degli studi del Molise, nell’ambito delle attività del Corso di Laurea magistrale in Letteratura e Storia dell’arte, del Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione, e si sono articolate in una serie di relazioni e in una visita meticolosa ed accurata del ciclo pittorico. I testi che qui si presentano ricalcano, dunque, la scaletta degli interventi allora in programma con alcune variazioni, di cui diremo più avanti. Il vasto e denso saggio di Antonio Pinelli, che funge da illuminante sintesi delle riflessioni sull’ancora poco conosciuto artista attivo a Gambatesa, riporta non solo quanto l’autore presentò nella sua relazione campobassana ma pure la sua lettura, sapiente e puntuale, delle varie scene osservate, sala dopo sala, all’interno del Castello, capace di stimolare quesiti e curiosità nel pubblico convenuto e negli altri convegnisti. Leandro Ventura, cui toccò l’onore e l’onere di aprire i lavori, illustra la stretta relazione che nel ciclo affrescato corre fra raffigurazioni mitologiche e personificazioni delle Virtù in un’ottica tutta di celebrazione del committente, Vincenzo di Capua, e della sua stirpe. Ancora sul rapporto con l’Antico indugia il testo di Eliana Carrara, che mira a inserire il percorso di formazione di Donato Decumbertino nell’ambiente romano dei tardi anni Quaranta, quando era presente nell’Urbe anche Giorgio Vasari, attivo in quegli anni con la sua bottega in vari centri artistici italiani. Spetta a Salvatore Monda, invece, la raffinata esegesi di alcune delle scene figurate, che evidenziano una stretta dipendenza da episodi narrati nelle Metamorfosi di Ovidio. Fin qui i testi stampati si sono susseguiti sulla falsariga degli interventi in sede di convegno, ove intervenne anche Anna Bisceglia (Gli affreschi di Gambatesa nel contesto artistico meridionale: centro e periferia), che poi non ha potuto consegnare il suo scritto. Gli altri saggi, invece, costituiscono un’integrazione a quanto in programma e presentano un ampliamento significativo delle tematiche finora affrontate. Alessio Monciatti indirizza la sua attenzione alla poco nota veduta della basilica vaticana nella Sala delle Maschere, che, testimone anch’essa della conoscenza dell’ambiente romano e vasariano degli anni Quaranta, ci offre una proiezione di quella che sarebbe dovuta essere la cupola della basilica vaticana secondo il progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, radicalmente cambiato da Michelangelo proprio mentre si dipingeva a Gambatesa. Angelo Maria Monaco avvicina la sfuggente figura di Donato all’attività di Gianserio Strafella, ben documentato in Puglia e in contatto con importanti committenti legati alla famiglia di Capua. A Nadia Raimo spetta il merito di presentare un ciclo affrescato di fatto inedito e di avanzare alcune ipotesi sul suo autore, da mettere in relazione sia con Donato Decumbertino sia con Gianserio Strafella. Infine, danno lustro alla pubblicazione le pregevoli fotografie di Mariagiovanna Antinolfi, appositamente realizzate e capaci di restituire l’incanto ammirato in cui viene avvolto il visitatore che faccia il suo ingresso nelle sale del Castello di Gambatesa.
2020
9788829000296
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1023778
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