Il saggio parte dalla teoria dell’“eccezionalismo” americano che ha dominato per secoli la storiografia statunitense e che vede un disegno divino dietro l’inevitabilità dell’espansione statunitense sul continente nordamerican, una sorta di autoconsacrazione che interpreta la storia degli USA – per come è accaduta e si è realizzata – come una storia eccezionale nel senso di predestinata e speciale perché voluta da Dio. Questa teleologia viene fatta iniziare con John Winthrop che, pastore e poi governatore della nuova colonia del Massachusetts, è convinto che sia il volere divino a guidare il drappello di puritani nell’ambiente ostile dell’America. A questa tradizione storiografica di autocelebrazione nazionale, sostanzialmente maschile, può essere opposta una tradizione di formazione più graduale e strettamente legata alle vicende biografiche e di scrittura di alcune donne. Pur escluse da un destino di fama e di gloria pensato, anche in campo artistico, quasi esclusivamente per uomini bianchi di tradizione anglosassone, con le loro azioni, le loro ribellioni, le loro contrapposizioni o anche la loro tenacia nascosta, queste donne hanno fatto sentire la loro voce prima singolarmente e in modo sommesso, poi sempre più potentemente e consapevolmente fino a diventare una voce dirompente e artisticamente esemplare della narrativa di fine Ottocento.

Donne eccezionali: la narrativa femminile fra Ottocento e Novecento

paola nardi
2017-01-01

Abstract

Il saggio parte dalla teoria dell’“eccezionalismo” americano che ha dominato per secoli la storiografia statunitense e che vede un disegno divino dietro l’inevitabilità dell’espansione statunitense sul continente nordamerican, una sorta di autoconsacrazione che interpreta la storia degli USA – per come è accaduta e si è realizzata – come una storia eccezionale nel senso di predestinata e speciale perché voluta da Dio. Questa teleologia viene fatta iniziare con John Winthrop che, pastore e poi governatore della nuova colonia del Massachusetts, è convinto che sia il volere divino a guidare il drappello di puritani nell’ambiente ostile dell’America. A questa tradizione storiografica di autocelebrazione nazionale, sostanzialmente maschile, può essere opposta una tradizione di formazione più graduale e strettamente legata alle vicende biografiche e di scrittura di alcune donne. Pur escluse da un destino di fama e di gloria pensato, anche in campo artistico, quasi esclusivamente per uomini bianchi di tradizione anglosassone, con le loro azioni, le loro ribellioni, le loro contrapposizioni o anche la loro tenacia nascosta, queste donne hanno fatto sentire la loro voce prima singolarmente e in modo sommesso, poi sempre più potentemente e consapevolmente fino a diventare una voce dirompente e artisticamente esemplare della narrativa di fine Ottocento.
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