Il concetto di benessere è spesso analizzato – erroneamente – come un concetto autoesplicativo e “avvolgente”: subito evidente (di solito confuso con la crescita economica) e automaticamente estendibile a tutta la popolazione (tutti ne beneficiano allo stesso modo). Seguendo l’insegnamento di Luciano Gallino, nel presente lavoro si sottolinea come strati e classi sono vettori di culture e subculture differenti, inclusive di valori, norme, simboli, affetti particolari, “da cui discendono bisogni che sono connaturati con la irripetibile identità di quello specifico segmento di società, e diversi da ogni altro. Se si tiene presente questa dimensione, l’omogeneità dei bisogni, che presuppone una naturale e permanente identità di interessi nel corpo sociale, insieme con la soppressione di qualsiasi forma di stratificazione, appare una finzione dell’immaginazione totalitaria» (Gallino 1989, 27). Solo la considerazione congiunta dei processi interni degli attori, delle interazioni sociali e delle condizioni strutturali che può fornire elementi di comprensione.

Il benessere di chi? La qualità della vita tra condizioni strutturali e percezioni soggettive

Parra Saiani Paolo
2020-01-01

Abstract

Il concetto di benessere è spesso analizzato – erroneamente – come un concetto autoesplicativo e “avvolgente”: subito evidente (di solito confuso con la crescita economica) e automaticamente estendibile a tutta la popolazione (tutti ne beneficiano allo stesso modo). Seguendo l’insegnamento di Luciano Gallino, nel presente lavoro si sottolinea come strati e classi sono vettori di culture e subculture differenti, inclusive di valori, norme, simboli, affetti particolari, “da cui discendono bisogni che sono connaturati con la irripetibile identità di quello specifico segmento di società, e diversi da ogni altro. Se si tiene presente questa dimensione, l’omogeneità dei bisogni, che presuppone una naturale e permanente identità di interessi nel corpo sociale, insieme con la soppressione di qualsiasi forma di stratificazione, appare una finzione dell’immaginazione totalitaria» (Gallino 1989, 27). Solo la considerazione congiunta dei processi interni degli attori, delle interazioni sociali e delle condizioni strutturali che può fornire elementi di comprensione.
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