Questa pubblicazione è frutto della collaborazione fra il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e il Dottorato di Architettura e Design del Dipartimento Architettura e Design dell’Università di Genova. Tale collaborazione è stata coordinata da Carlo Gandolfi e Vittorio Pizzigoni, che hanno curato gli esiti della ricerca raccolti nel presente volume gestendo anche il processo di revisione fra pari dei contributi. La produzione architettonica in ambito pubblico del progettista e designer milanese Roberto Menghi è parte di una storia più vasta: quella del rapporto del paese con l’industrializzazione, dell’urbanistica come strumento politico nel recupero del patrimonio edilizio compromesso dalla guerra e nella gestione delle periferie, la storia di élite imprenditoriali che investivano nella costruzione di uno spirito aziendale. Il rapporto di Menghi con i grandi gruppi industriali si può definire totale: dalla produzione degli oggetti di uso comune (brocche, secchi, innaffiatoi, canestri per benzina) fino alle architetture delle fabbriche e dei servizi sociali annessi. Nel caso di Roberto Menghi, l’attitudine verso applicazioni molteplici ed estese in tutta la gamma del progetto è frutto di una ricerca intellettuale e di una pratica costanti, entrambe svincolate da un costume preordinato, ma animate da una propensione verso la ‘giusta’ misura degli elementi. Quest'abilità, di fatto una connaturata trasversalità o versatilità, si trasferisce dalla teoria alla pratica del progetto architettonico.

Alcune architetture aziendali

Moretti, B.
2020-01-01

Abstract

Questa pubblicazione è frutto della collaborazione fra il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e il Dottorato di Architettura e Design del Dipartimento Architettura e Design dell’Università di Genova. Tale collaborazione è stata coordinata da Carlo Gandolfi e Vittorio Pizzigoni, che hanno curato gli esiti della ricerca raccolti nel presente volume gestendo anche il processo di revisione fra pari dei contributi. La produzione architettonica in ambito pubblico del progettista e designer milanese Roberto Menghi è parte di una storia più vasta: quella del rapporto del paese con l’industrializzazione, dell’urbanistica come strumento politico nel recupero del patrimonio edilizio compromesso dalla guerra e nella gestione delle periferie, la storia di élite imprenditoriali che investivano nella costruzione di uno spirito aziendale. Il rapporto di Menghi con i grandi gruppi industriali si può definire totale: dalla produzione degli oggetti di uso comune (brocche, secchi, innaffiatoi, canestri per benzina) fino alle architetture delle fabbriche e dei servizi sociali annessi. Nel caso di Roberto Menghi, l’attitudine verso applicazioni molteplici ed estese in tutta la gamma del progetto è frutto di una ricerca intellettuale e di una pratica costanti, entrambe svincolate da un costume preordinato, ma animate da una propensione verso la ‘giusta’ misura degli elementi. Quest'abilità, di fatto una connaturata trasversalità o versatilità, si trasferisce dalla teoria alla pratica del progetto architettonico.
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