Il Volume ospita una serie di contributi che rielaborano gli interventi fatti in occasione del Convegno “I mercati dei servizi fra regolazione e governance”, organizzato da Laura Ammannati e Ruggero Cafari Panico e tenutosi presso il Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici dell’Università degli Studi di Milano l’11 dicembre 2018. In occasione dell’incontro di studio sono stati affrontati i temi della regolazione e della governance nel mercato dei servizi alla luce in particolare delle più recenti riforme legislative e dell’evoluzione tecnologica. In tale contesto, i lavori si soffermano specificamente sia sulle prospettive dell’intervento regolatorio (nazionale ed europeo) di fronte ai nuovi mercati e all’economia digitale sia sulla disciplina degli operatori che forniscono beni e servizi su tali mercati. Sul piano generale, vi è chi (Bertarini) ha analizzato l’evoluzione del quadro giuridico europeo a sostegno del processo di digitalizzazione, individuando nell’interoperabilità delle tecnologie digitali la nuova sfida che si pone nei prossimi anni per il legislatore europeo. In questo contesto non manca poi chi evidenzia (Pampanin) i pericoli che potranno porsi per la libertà di scelta in internet, a garantire la quale si dubita possa bastare l’attuale disciplina in materia di neutralità della rete e di servizi di intermediazione online. Altri contributi si soffermano sugli impatti dell’innovazione tecnologica sui mercati regolati. Un primo filone di indagine è incentrato sulla “contaminazione” dei mercati (Bassan), che vanno perdendo la propria specialità con l’avvento degli algoritmi e, in generale, dell’innovazione tecnologica. Ciò mette alla prova la tradizionale impostazione regolatoria “per silos” e gli strumenti finora utilizzati per la tutela della concorrenza e dei dati personali degli utenti. Sul piano della concorrenza, in particolare, sono messe in luce le criticità poste in essere dai software collusivi (monitoring algorithms) e dalle parity clauses con riferimento alla determinazione del prezzo (Manzini), in rapporto alle norme antitrust europee. Venendo a temi più specifici, il tema della concorrenza è affrontato in relazione alle criptovalute (Cervone), rispetto alle quali sono individuati alcuni fattori (quali, ad esempio, la previsione di standard tecnici e l’interoperabilità tra le infrastrutture basate sulla Distributed Ledger Technology) che potrebbero consentire una regolazione adeguata del fenomeno. Le attività di credito svolte dalle piattaforme Fintech sono oggetto di uno specifico contributo (Greco), ove si pone in luce l’inadeguatezza dell’attuale modello di regolazione laddove venga a confronto con nuovi modelli di business che adottano modalità innovative di servizio, difficilmente inquadrabili nelle tradizionali attività riservate. Un ulteriore filone di indagine attiene ai servizi pubblici, sotto varie angolazioni. In primo luogo ci si è soffermati sul rapporto tra regolazione delle infrastrutture e regolazione dei servizi pubblici (Amorosino), sottolineando il declino della politica delle infrastrutture e le disfunzioni della regolazione, a causa dell’inadeguatezza delle strutture amministrative e dell’inesistenza di controlli di merito e di risultato. In tale ambito ha assunto negli ultimi anni particolare rilievo l’attività di regolazione esercitata dall’ANAC (Chiarelli), su cui sono sollevati dubbi circa le condizioni di esercizio dei relativi poteri e i controlli giurisdizionali, con l’auspicio che siano altresì sviluppate adeguate garanzie procedimentali. Un contributo è dedicato all’utilizzo dei servizi digitali per la partecipazione al procedimento amministrativo (Piconese), ove è fatto riferimento a due esperienze di infrastrutture digitali urbane (Barcellona e Milano), nell’ambito delle quali le piattaforme sono state utilizzate per coinvolgere i cittadini nei processi decisionali e dare vita a modelli avanzati di amministrazione condivisa. Circa i servizi pubblici, infine, è stato affrontato il tema delle concessioni amministrative (Maresca), con particolare riferimento ai margini di discrezionalità previsti per la loro estinzione o modificazione. Un ultimo filone di indagine si incentra sui profili internazionalistici. Specifica attenzione è stata posta in primo luogo sul rapporto tra disciplina europea in materia di protezione dei dati personali e mercato digitale globale (Cellerino), riscontrandosi in molti casi un’espansione delle tutele oltre i confini europei. Infine, circa il tema della “geolocalizzazione” (Dominelli) ci si è chiesti, anche alla luce della giurisprudenza europea, se il Regolamento (UE) 2018/302 sia adeguatamente coordinato con la disciplina sulla giurisdizione internazionale e sulla legge applicabile, individuando significative incertezze circa la definizione dell’ambito territoriale di direzione dell’attività del professionista. Da prospettive diverse, i contributi svolgono riflessioni sistematiche e metodologiche sull’innovazione tecnologica e sull’impatto che questa ha avuto sul quadro normativo e regolatorio di riferimento, ricostruendo ed elaborando con completezza ed innovatività i confini ed i limiti della disciplina “alla prova” della digitalizzazione dei mercati dei servizi. Nel complesso emerge un contesto regolamentare non ancora del tutto adeguato rispetto ai nuovi modelli di business ad alta intensità tecnologica, che darà modo a dottrina e giurisprudenza di affrontare questioni inedite di indiscusso interesse negli anni a venire.

I mercati dei servizi fra regolazione e governance

Stefano Dominelli;
2019-01-01

Abstract

Il Volume ospita una serie di contributi che rielaborano gli interventi fatti in occasione del Convegno “I mercati dei servizi fra regolazione e governance”, organizzato da Laura Ammannati e Ruggero Cafari Panico e tenutosi presso il Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici dell’Università degli Studi di Milano l’11 dicembre 2018. In occasione dell’incontro di studio sono stati affrontati i temi della regolazione e della governance nel mercato dei servizi alla luce in particolare delle più recenti riforme legislative e dell’evoluzione tecnologica. In tale contesto, i lavori si soffermano specificamente sia sulle prospettive dell’intervento regolatorio (nazionale ed europeo) di fronte ai nuovi mercati e all’economia digitale sia sulla disciplina degli operatori che forniscono beni e servizi su tali mercati. Sul piano generale, vi è chi (Bertarini) ha analizzato l’evoluzione del quadro giuridico europeo a sostegno del processo di digitalizzazione, individuando nell’interoperabilità delle tecnologie digitali la nuova sfida che si pone nei prossimi anni per il legislatore europeo. In questo contesto non manca poi chi evidenzia (Pampanin) i pericoli che potranno porsi per la libertà di scelta in internet, a garantire la quale si dubita possa bastare l’attuale disciplina in materia di neutralità della rete e di servizi di intermediazione online. Altri contributi si soffermano sugli impatti dell’innovazione tecnologica sui mercati regolati. Un primo filone di indagine è incentrato sulla “contaminazione” dei mercati (Bassan), che vanno perdendo la propria specialità con l’avvento degli algoritmi e, in generale, dell’innovazione tecnologica. Ciò mette alla prova la tradizionale impostazione regolatoria “per silos” e gli strumenti finora utilizzati per la tutela della concorrenza e dei dati personali degli utenti. Sul piano della concorrenza, in particolare, sono messe in luce le criticità poste in essere dai software collusivi (monitoring algorithms) e dalle parity clauses con riferimento alla determinazione del prezzo (Manzini), in rapporto alle norme antitrust europee. Venendo a temi più specifici, il tema della concorrenza è affrontato in relazione alle criptovalute (Cervone), rispetto alle quali sono individuati alcuni fattori (quali, ad esempio, la previsione di standard tecnici e l’interoperabilità tra le infrastrutture basate sulla Distributed Ledger Technology) che potrebbero consentire una regolazione adeguata del fenomeno. Le attività di credito svolte dalle piattaforme Fintech sono oggetto di uno specifico contributo (Greco), ove si pone in luce l’inadeguatezza dell’attuale modello di regolazione laddove venga a confronto con nuovi modelli di business che adottano modalità innovative di servizio, difficilmente inquadrabili nelle tradizionali attività riservate. Un ulteriore filone di indagine attiene ai servizi pubblici, sotto varie angolazioni. In primo luogo ci si è soffermati sul rapporto tra regolazione delle infrastrutture e regolazione dei servizi pubblici (Amorosino), sottolineando il declino della politica delle infrastrutture e le disfunzioni della regolazione, a causa dell’inadeguatezza delle strutture amministrative e dell’inesistenza di controlli di merito e di risultato. In tale ambito ha assunto negli ultimi anni particolare rilievo l’attività di regolazione esercitata dall’ANAC (Chiarelli), su cui sono sollevati dubbi circa le condizioni di esercizio dei relativi poteri e i controlli giurisdizionali, con l’auspicio che siano altresì sviluppate adeguate garanzie procedimentali. Un contributo è dedicato all’utilizzo dei servizi digitali per la partecipazione al procedimento amministrativo (Piconese), ove è fatto riferimento a due esperienze di infrastrutture digitali urbane (Barcellona e Milano), nell’ambito delle quali le piattaforme sono state utilizzate per coinvolgere i cittadini nei processi decisionali e dare vita a modelli avanzati di amministrazione condivisa. Circa i servizi pubblici, infine, è stato affrontato il tema delle concessioni amministrative (Maresca), con particolare riferimento ai margini di discrezionalità previsti per la loro estinzione o modificazione. Un ultimo filone di indagine si incentra sui profili internazionalistici. Specifica attenzione è stata posta in primo luogo sul rapporto tra disciplina europea in materia di protezione dei dati personali e mercato digitale globale (Cellerino), riscontrandosi in molti casi un’espansione delle tutele oltre i confini europei. Infine, circa il tema della “geolocalizzazione” (Dominelli) ci si è chiesti, anche alla luce della giurisprudenza europea, se il Regolamento (UE) 2018/302 sia adeguatamente coordinato con la disciplina sulla giurisdizione internazionale e sulla legge applicabile, individuando significative incertezze circa la definizione dell’ambito territoriale di direzione dell’attività del professionista. Da prospettive diverse, i contributi svolgono riflessioni sistematiche e metodologiche sull’innovazione tecnologica e sull’impatto che questa ha avuto sul quadro normativo e regolatorio di riferimento, ricostruendo ed elaborando con completezza ed innovatività i confini ed i limiti della disciplina “alla prova” della digitalizzazione dei mercati dei servizi. Nel complesso emerge un contesto regolamentare non ancora del tutto adeguato rispetto ai nuovi modelli di business ad alta intensità tecnologica, che darà modo a dottrina e giurisprudenza di affrontare questioni inedite di indiscusso interesse negli anni a venire.
2019
978-88-921-3261-0
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