Il testo raccoglie tre distinte, ma interrelate riflessioni sull’attività del progettare che si ritiene possano rappresentare primi appigli, soprattutto per progettisti principianti, per accostarsi alla più importante, complessa e strutturalmente sfuggente competenza dell’architetto. La difficoltà di imparare e di insegnare oggi un’attività come quella del progettare architettura, condizionata da un numero enorme di fattori (socio-culturali, storici, formali, funzionali, tecnologico-costruttivi, impiantistici, produttivi, economici, ambientali, normativi, ecc.), spesso difficilmente riconducibili a sistema oltre che soggetti a cambiamenti rapidissimi, sarebbe un peccato producesse, di rimando e come alternativa alla paralisi, solo semplificazioni riduttive, irrealistici spacchettamenti del problema, schizofreniche scissioni dettate da interessi disciplinari, separazioni improduttive tra intuito e ragione, libera creatività e rigoroso controllo, forma immateriale e sostanza costruttiva. Nel progetto d’architettura tutto questo – intuito e ragione, creatività e controllo, forma e sostanza, concezione di insieme e dettaglio – e tant’altro ancora convive, a seconda delle occasioni, in diversa misura, di massima simultaneamente o in un succedersi rapidissimo di continui passaggi con focalizzazioni sulle diverse variabili in gioco. Se, per la comprensione, gestione, nonché per l’apprendimento e insegnamento di questa connaturata complessità del progettare è forse impensabile tracciare strade maestre, non è detto che non possano essere individuati sentieri da esplorare e, soprattutto, da invitare a esplorare. È il tentativo fatto nei tre saggi di questo libro, dove, in base all’esperienza didattica degli autori, vengono affrontati alcuni fra i temi più critici per gli studenti alle prime armi con il progetto di architettura. Il punto di vista degli autori è chiaramente e coscientemente parziale e legato alla loro cultura e formazione da docenti di tecnologia, ma le riflessioni proposte sono centrate non tanto – come forse qualcuno si potrebbe aspettare – su questioni meramente gestionali o sulle fasi progettuali esecutive e di dettaglio o di interazione con quelle costruttive, piuttosto sul modo di porsi rispetto ad alcuni elementi che entrano in gioco soprattutto nelle prime fasi ideative: la prefigurazione, la percezione, l’organizzazione del pensiero del progetto rispetto a un contesto tecnologico e produttivo sempre più in rapida trasformazione.

La costruzione dell’idea, il pensiero della materia. Riflessioni sul progetto di architettura.

Andrea Giachetta;Fausto Novi;Rossana Raiteri
2019-01-01

Abstract

Il testo raccoglie tre distinte, ma interrelate riflessioni sull’attività del progettare che si ritiene possano rappresentare primi appigli, soprattutto per progettisti principianti, per accostarsi alla più importante, complessa e strutturalmente sfuggente competenza dell’architetto. La difficoltà di imparare e di insegnare oggi un’attività come quella del progettare architettura, condizionata da un numero enorme di fattori (socio-culturali, storici, formali, funzionali, tecnologico-costruttivi, impiantistici, produttivi, economici, ambientali, normativi, ecc.), spesso difficilmente riconducibili a sistema oltre che soggetti a cambiamenti rapidissimi, sarebbe un peccato producesse, di rimando e come alternativa alla paralisi, solo semplificazioni riduttive, irrealistici spacchettamenti del problema, schizofreniche scissioni dettate da interessi disciplinari, separazioni improduttive tra intuito e ragione, libera creatività e rigoroso controllo, forma immateriale e sostanza costruttiva. Nel progetto d’architettura tutto questo – intuito e ragione, creatività e controllo, forma e sostanza, concezione di insieme e dettaglio – e tant’altro ancora convive, a seconda delle occasioni, in diversa misura, di massima simultaneamente o in un succedersi rapidissimo di continui passaggi con focalizzazioni sulle diverse variabili in gioco. Se, per la comprensione, gestione, nonché per l’apprendimento e insegnamento di questa connaturata complessità del progettare è forse impensabile tracciare strade maestre, non è detto che non possano essere individuati sentieri da esplorare e, soprattutto, da invitare a esplorare. È il tentativo fatto nei tre saggi di questo libro, dove, in base all’esperienza didattica degli autori, vengono affrontati alcuni fra i temi più critici per gli studenti alle prime armi con il progetto di architettura. Il punto di vista degli autori è chiaramente e coscientemente parziale e legato alla loro cultura e formazione da docenti di tecnologia, ma le riflessioni proposte sono centrate non tanto – come forse qualcuno si potrebbe aspettare – su questioni meramente gestionali o sulle fasi progettuali esecutive e di dettaglio o di interazione con quelle costruttive, piuttosto sul modo di porsi rispetto ad alcuni elementi che entrano in gioco soprattutto nelle prime fasi ideative: la prefigurazione, la percezione, l’organizzazione del pensiero del progetto rispetto a un contesto tecnologico e produttivo sempre più in rapida trasformazione.
2019
978-88-917-8116-1
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