Nel corso della Grande Guerra i feriti dell’esercito italiano furono circa 950.000 e per prestare loro le cure necessarie venne mobilitato un esercito composto da migliaia di infermiere della Croce Rossa: uniche figure femminili presenti nella vita dei soldati, le crocerossine evocavano madri e mogli lontane, surrogavano le loro attenzioni. Anna Lazzari, nata nel 1894 in una famiglia della buona borghesia torinese, era una di queste ed ha affidato la sua storia ad una memoria autobiografica che consente di entrare nelle corsie dell’American Hospital for Italian Wounded di Firenze, dove prestò servizio. Ma Anna ha lasciato anche un altro straordinario documento: una raccolta di 79 dediche a lei rivolte tra il 1915 e il 1917 da soldati originari di ogni parte d'Italia, ricoverati presso l’ospedale fiorentino, corredata da 95 fotografie che ritraggono singoli infermi o gruppi di ricoverati, sovente a fianco delle infermiere. Le dediche riportano informazioni sui militari, la causa del ferimento, le cure ricevute ed un immancabile ringraziamento. Sono testi caratterizzati da una varietà linguistica di estremo interesse, che attesta in molti casi l’imbarazzo e le difficoltà di scriventi scarsamente alfabetizzati, ma non per questo autori di testi banali o inespressivi. La raccolta, custodita presso l’Archivio Ligure della Scrittura Popolare dell’Università di Genova, rappresenta una particolare forma di autorappresentazione dei feriti, in grado di gettare luce anche sul ruolo assistenziale svolto dalle crocerossine.

«Scrivevano come sapevano». Dediche di soldati feriti alla crocerossina Anna Lazzari (1915-1917)

caffarena, fabio
2019-01-01

Abstract

Nel corso della Grande Guerra i feriti dell’esercito italiano furono circa 950.000 e per prestare loro le cure necessarie venne mobilitato un esercito composto da migliaia di infermiere della Croce Rossa: uniche figure femminili presenti nella vita dei soldati, le crocerossine evocavano madri e mogli lontane, surrogavano le loro attenzioni. Anna Lazzari, nata nel 1894 in una famiglia della buona borghesia torinese, era una di queste ed ha affidato la sua storia ad una memoria autobiografica che consente di entrare nelle corsie dell’American Hospital for Italian Wounded di Firenze, dove prestò servizio. Ma Anna ha lasciato anche un altro straordinario documento: una raccolta di 79 dediche a lei rivolte tra il 1915 e il 1917 da soldati originari di ogni parte d'Italia, ricoverati presso l’ospedale fiorentino, corredata da 95 fotografie che ritraggono singoli infermi o gruppi di ricoverati, sovente a fianco delle infermiere. Le dediche riportano informazioni sui militari, la causa del ferimento, le cure ricevute ed un immancabile ringraziamento. Sono testi caratterizzati da una varietà linguistica di estremo interesse, che attesta in molti casi l’imbarazzo e le difficoltà di scriventi scarsamente alfabetizzati, ma non per questo autori di testi banali o inespressivi. La raccolta, custodita presso l’Archivio Ligure della Scrittura Popolare dell’Università di Genova, rappresenta una particolare forma di autorappresentazione dei feriti, in grado di gettare luce anche sul ruolo assistenziale svolto dalle crocerossine.
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