Questo articolo si propone di individuare gli aspetti fondamentali dal punto di vista linguistico-stilistico di quell’opacità semantica che viene avvertita come il vero organizzatore di senso dell’oggetto estetico costruito da Conte. In particolare: 1) la tematizzazione dell’impossibilità di spiegare attraverso il linguaggio e la reticenza formale; 2) la figuralità, specie la metafora, in cui quotidiano ed esotico si compongono in una vitalità che esorbita dalla stereotipia tipica della canzone anche d’autore; 3) un particolare uso di elementi deittici e anaforici che lasciano gli oggetti della referenza in un’aura di indeterminatezza, quando non di vera e propria inafferrabilità.

"Max, non si spiega". Figure dell'opacità semantica in Paolo Conte

Zublena P
2009-01-01

Abstract

Questo articolo si propone di individuare gli aspetti fondamentali dal punto di vista linguistico-stilistico di quell’opacità semantica che viene avvertita come il vero organizzatore di senso dell’oggetto estetico costruito da Conte. In particolare: 1) la tematizzazione dell’impossibilità di spiegare attraverso il linguaggio e la reticenza formale; 2) la figuralità, specie la metafora, in cui quotidiano ed esotico si compongono in una vitalità che esorbita dalla stereotipia tipica della canzone anche d’autore; 3) un particolare uso di elementi deittici e anaforici che lasciano gli oggetti della referenza in un’aura di indeterminatezza, quando non di vera e propria inafferrabilità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/922247
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