La figura di Giovanni Andrea I Doria ed i caratteri delle sue articolate committenze non possono essere intesi se non in un’ottica che supera nettamente i confini genovesi. Il ruolo del Doria è compiutamente intelligibile solo se iscritto nel sistema di potere ispano-asburgico, con riferimento alla particolare posizione della Repubblica di Genova entro il sistema policentrico ed ‘imperiale’ della monarchia spagnola nel secondo Cinquecento. Entro questi parametri internazionali Giovanni Andrea maturò una politica dell’immagine consapevolmente a servizio della sua strategia di potere. Attraverso forti investimenti nelle forme più alte della socialità aristocratica e l’allestimento di residenze che, per profilo monumentale e per preziosità degli arredi, costituivano di per sé una componente essenziale del «lustro, et stato» della casa, Giovanni Andrea sosteneva il proprio prestigio su più versanti. Il Palazzo del Principe a Fassolo, subito fuori dalla cerchia delle mura cittadine, era l’epicentro del sistema di rappresentanza del Doria, cui contribuiva in modo essenziale attraverso l’articolazione degli spazi, la magnificenza dei giardini, le estese decorazioni pittoriche e plastiche connotate da iconografie celebrative, risultato del lavoro corale di artisti tra i più affermati sulla scena genovese e di maestri chiamati da fuori, cui si aggiungevano una straordinaria ricchezza di arazzi ed argenti, e in misura nettamente minore la presenza di dipinti. La stessa immagine di Giovanni Andrea (anche importante mediatore dell’invio di opere genovesi in terra spagnola) risulta agganciata in via prioritaria ad iconografie o occasioni legate al suo rango e alla sua rete di relazioni: in particolare Lepanto – il grande trionfo cristiano sul nemico turco, in cui egli ebbe parte rilevante, seppure controversa – divenne eccezionale catalizzatore delle sue committenze. L’intento di questo studio è quello di ricomporre, attraverso una serie di dettagliate microanalisi, una visione complessiva dei caratteri e dell’impatto del patronage del Doria, con particolare riferimento alla sua principale dimora genovese.

Giovanni Andrea Doria (1540-1606). Immagini, committenze artistiche, rapporti politici e culturali tra Genova e la Spagna

Laura Stagno
2018-01-01

Abstract

La figura di Giovanni Andrea I Doria ed i caratteri delle sue articolate committenze non possono essere intesi se non in un’ottica che supera nettamente i confini genovesi. Il ruolo del Doria è compiutamente intelligibile solo se iscritto nel sistema di potere ispano-asburgico, con riferimento alla particolare posizione della Repubblica di Genova entro il sistema policentrico ed ‘imperiale’ della monarchia spagnola nel secondo Cinquecento. Entro questi parametri internazionali Giovanni Andrea maturò una politica dell’immagine consapevolmente a servizio della sua strategia di potere. Attraverso forti investimenti nelle forme più alte della socialità aristocratica e l’allestimento di residenze che, per profilo monumentale e per preziosità degli arredi, costituivano di per sé una componente essenziale del «lustro, et stato» della casa, Giovanni Andrea sosteneva il proprio prestigio su più versanti. Il Palazzo del Principe a Fassolo, subito fuori dalla cerchia delle mura cittadine, era l’epicentro del sistema di rappresentanza del Doria, cui contribuiva in modo essenziale attraverso l’articolazione degli spazi, la magnificenza dei giardini, le estese decorazioni pittoriche e plastiche connotate da iconografie celebrative, risultato del lavoro corale di artisti tra i più affermati sulla scena genovese e di maestri chiamati da fuori, cui si aggiungevano una straordinaria ricchezza di arazzi ed argenti, e in misura nettamente minore la presenza di dipinti. La stessa immagine di Giovanni Andrea (anche importante mediatore dell’invio di opere genovesi in terra spagnola) risulta agganciata in via prioritaria ad iconografie o occasioni legate al suo rango e alla sua rete di relazioni: in particolare Lepanto – il grande trionfo cristiano sul nemico turco, in cui egli ebbe parte rilevante, seppure controversa – divenne eccezionale catalizzatore delle sue committenze. L’intento di questo studio è quello di ricomporre, attraverso una serie di dettagliate microanalisi, una visione complessiva dei caratteri e dell’impatto del patronage del Doria, con particolare riferimento alla sua principale dimora genovese.
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