Nel 1526 Luis Vives pubblica a Bruges l’opera De subventione pauperum in cui si propone di esporre, a sostegno dell’idea che debba essere una funzione del nuovo stato moderno la prevenzione ed il soccorso dei poveri, una teoria delle opere assistenziali dotata di efficacia, organizzazione e razionalità. Il contributo chiarisce come per Luis Vives l’aiuto ai più bisognosi non debba essere inteso come un’opera di carità, ma come un atto di giustizia sociale e di responsabilità etica dello Stato. D’altro canto, esso vuole anche fare emergere -a partire dalle critiche dei suoi stessi oppositori- come la posizione dell’umanista implichi una limitazione dei diritti soggettivi della persona.
Istituzionalizzazione e controllo della povertà nel “De subventione pauperum” di Luis Vives
Simona Langella
2016-01-01
Abstract
Nel 1526 Luis Vives pubblica a Bruges l’opera De subventione pauperum in cui si propone di esporre, a sostegno dell’idea che debba essere una funzione del nuovo stato moderno la prevenzione ed il soccorso dei poveri, una teoria delle opere assistenziali dotata di efficacia, organizzazione e razionalità. Il contributo chiarisce come per Luis Vives l’aiuto ai più bisognosi non debba essere inteso come un’opera di carità, ma come un atto di giustizia sociale e di responsabilità etica dello Stato. D’altro canto, esso vuole anche fare emergere -a partire dalle critiche dei suoi stessi oppositori- come la posizione dell’umanista implichi una limitazione dei diritti soggettivi della persona.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.