Il tema della diseguaglianza di genere è sempre più frequentemente al centro del dibattito internazionale (si pensi alla recente costituzione del gruppo W20) per i numerosi risvolti che esso ha sul contesto socio-economico della nostra società. La letteratura internazionale ha negli anni proposto vari indicatori per misurare la diseguaglianza (o in alcuni casi, l’eguaglianza) di genere. Si ricordano, ad esempio: il Gender Gap Index del World Economic forum, il Gender Development Index delle Nazioni Unite e il Gender Equality Index dello European Institute for Gender Equality (EIGE). Pur avendo tratti comuni, i tre indicatori differiscono da numerosi punti di vista, primo tra tutti le variabili utilizzate per descrivere i domini di riferimento, scelta che è dipesa inevitabilmente dalla effettiva disponibilità di dati. Sebbene vi siano vari studi che cercano di analizzare la diseguaglianza di genere in Italia a livello subnazionale, questi sono per lo più riferiti ad ambiti specifici e non esistono studi sistematici che provino a misurare il fenomeno nella totalità dei suoi domini. In questo studio proponiamo un primo risultato sulla scomposizione a livello regionale italiano di un indice di eguaglianza di genere il più possibile simile a quello prodotto dall’EIGE. Si è scelto di utilizzare come base di questo studio l’indicatore GEI per la sua completezza (rispetto agli altri due sopra menzionati) in termini di indicatori e per il fatto che la maggior parte delle variabili utilizzate sono basate su indagini europee (in particolare EU-SICL) il cui dettaglio territoriale arriva sino al livello NUTS-2, corrispondente, per l’Italia, al livello regionale. Alcune delle variabili utilizzate da EIGE per la costruzione dell’indicatore GEI non possono, tuttavia, essere espresse ad un livello sub-nazionale (si pensi ad esempio al numero di donne in parlamento). In questo lavoro tutte le variabili utilizzate per la costruzione dell’indice GEI vengono preliminarmente valutate ai fini del loro utilizzo in chiave regionale; per le variabili non utilizzabili a livello NUTS-2 vengono proposte delle alternative coerenti col significato originario di quelle che sono state sostituite. Infine si propone una prima versione dell’indice di eguaglianza di genere regionale (R-GEI) per l’Italia. I risultati sono proposti a livello interregionale e intraregionale. Le regioni del Nord Italia presentano una maggior uguaglianza di genere rispetto ai valori medi nazionali. Tuttavia l’analisi intraregionale evidenzia che le regioni a maggior uguaglianza di genere in termini assoluti presentano una misura relativa di uguaglianza più bassa. Questo risultato, seppur ancora parziale, pone interessanti riflessioni sul processo di evoluzione dell’uguaglianza di genere, analoghe alle considerazioni su come il ciclo economico influenzi la diseguaglianza nei redditi.

Misurare la diseguaglianza di genere a livello sub-nazionale: il caso italiano.

di Bella E.;Gandullia L.;Leporatti L.;Montefiori M.
2017-01-01

Abstract

Il tema della diseguaglianza di genere è sempre più frequentemente al centro del dibattito internazionale (si pensi alla recente costituzione del gruppo W20) per i numerosi risvolti che esso ha sul contesto socio-economico della nostra società. La letteratura internazionale ha negli anni proposto vari indicatori per misurare la diseguaglianza (o in alcuni casi, l’eguaglianza) di genere. Si ricordano, ad esempio: il Gender Gap Index del World Economic forum, il Gender Development Index delle Nazioni Unite e il Gender Equality Index dello European Institute for Gender Equality (EIGE). Pur avendo tratti comuni, i tre indicatori differiscono da numerosi punti di vista, primo tra tutti le variabili utilizzate per descrivere i domini di riferimento, scelta che è dipesa inevitabilmente dalla effettiva disponibilità di dati. Sebbene vi siano vari studi che cercano di analizzare la diseguaglianza di genere in Italia a livello subnazionale, questi sono per lo più riferiti ad ambiti specifici e non esistono studi sistematici che provino a misurare il fenomeno nella totalità dei suoi domini. In questo studio proponiamo un primo risultato sulla scomposizione a livello regionale italiano di un indice di eguaglianza di genere il più possibile simile a quello prodotto dall’EIGE. Si è scelto di utilizzare come base di questo studio l’indicatore GEI per la sua completezza (rispetto agli altri due sopra menzionati) in termini di indicatori e per il fatto che la maggior parte delle variabili utilizzate sono basate su indagini europee (in particolare EU-SICL) il cui dettaglio territoriale arriva sino al livello NUTS-2, corrispondente, per l’Italia, al livello regionale. Alcune delle variabili utilizzate da EIGE per la costruzione dell’indicatore GEI non possono, tuttavia, essere espresse ad un livello sub-nazionale (si pensi ad esempio al numero di donne in parlamento). In questo lavoro tutte le variabili utilizzate per la costruzione dell’indice GEI vengono preliminarmente valutate ai fini del loro utilizzo in chiave regionale; per le variabili non utilizzabili a livello NUTS-2 vengono proposte delle alternative coerenti col significato originario di quelle che sono state sostituite. Infine si propone una prima versione dell’indice di eguaglianza di genere regionale (R-GEI) per l’Italia. I risultati sono proposti a livello interregionale e intraregionale. Le regioni del Nord Italia presentano una maggior uguaglianza di genere rispetto ai valori medi nazionali. Tuttavia l’analisi intraregionale evidenzia che le regioni a maggior uguaglianza di genere in termini assoluti presentano una misura relativa di uguaglianza più bassa. Questo risultato, seppur ancora parziale, pone interessanti riflessioni sul processo di evoluzione dell’uguaglianza di genere, analoghe alle considerazioni su come il ciclo economico influenzi la diseguaglianza nei redditi.
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