Con ogni probabilità Monti non incontrò mai Madame de Staël nei mesi del suo esilio francese (1799-1801). Diversi letterati vicini a lui (e la stessa moglie Teresa Pickler) ebbero però occasione di frequentarla, sia a Parigi che a Coppet. E certo i due autori conobbero e seppero apprezzare le rispettive opere. Soprattutto Monti, una volta tornato a Milano, si adoperò (e fu tra i primi e tra i pochi, con Foscolo e Gherardini), per diffondere alcune delle tesi più originali della Staël, ed in particolare il De la littérature, appena edito. L’influenza di questo testo si riconosce non solo nelle note alle traduzioni di Persio, ma in tutta la fitta trama delle lezioni e dei discorsi accademici che Monti tenne durante la sua docenza pavese. Quando Madame de Staël raggiunse Milano, durante il suo viaggio in Italia, i due poterono finalmente incontrarsi, nel dicembre 1804. Il saggio analizza le molte convergenze e sintonie – di gusto certo, ma soprattutto ideologiche – che il copioso carteggio tra i due esibisce. Viene sottolineato però il repentino raffreddamento del loro rapporto, durante la permanenza di Madame a Roma. Ella, affascinata dalla “moralità” degli antichi monumenti cristiani, e anche dall’accoglienza che la corte papale le offre, smorza i toni della sua polemica contro l’oscurantismo della Chiesa Cattolica e contestualmente si allontana dall’immagine “eroico-sublime” dell’antico che Monti aveva proposto nelle sue stesse opere.

I conti con la storia: "génie" e "societé" nel dialogo tra Monti e Mme de Staël

TONGIORGI, DUCCIO
2010-01-01

Abstract

Con ogni probabilità Monti non incontrò mai Madame de Staël nei mesi del suo esilio francese (1799-1801). Diversi letterati vicini a lui (e la stessa moglie Teresa Pickler) ebbero però occasione di frequentarla, sia a Parigi che a Coppet. E certo i due autori conobbero e seppero apprezzare le rispettive opere. Soprattutto Monti, una volta tornato a Milano, si adoperò (e fu tra i primi e tra i pochi, con Foscolo e Gherardini), per diffondere alcune delle tesi più originali della Staël, ed in particolare il De la littérature, appena edito. L’influenza di questo testo si riconosce non solo nelle note alle traduzioni di Persio, ma in tutta la fitta trama delle lezioni e dei discorsi accademici che Monti tenne durante la sua docenza pavese. Quando Madame de Staël raggiunse Milano, durante il suo viaggio in Italia, i due poterono finalmente incontrarsi, nel dicembre 1804. Il saggio analizza le molte convergenze e sintonie – di gusto certo, ma soprattutto ideologiche – che il copioso carteggio tra i due esibisce. Viene sottolineato però il repentino raffreddamento del loro rapporto, durante la permanenza di Madame a Roma. Ella, affascinata dalla “moralità” degli antichi monumenti cristiani, e anche dall’accoglienza che la corte papale le offre, smorza i toni della sua polemica contro l’oscurantismo della Chiesa Cattolica e contestualmente si allontana dall’immagine “eroico-sublime” dell’antico che Monti aveva proposto nelle sue stesse opere.
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