Gli strumenti per comprendere un soggetto articolato come il paesaggio possono includere nuove forme di rappresentazione che non si limitano ai, pur irrinunciabili, grafici convenzionali. Il classico connubio tra paesaggio e rappresentazione, basato proprio sull’importanza della percezione del paesaggio stesso, si sta aggiornando in funzione dell’esigenza di ottenere nuove modalità di visualizzazione che conducano a differenti chiavi di interpretazione (Farinelli, 2009). Com’è noto, la definizione della Convenzione europea per il paesaggio del 2000 ("Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni) consolida l’inscindibilità tra paesaggio e sguardo, che risulta ancora più enfatizzata nella relazione con la rappresentazione artistica (a “land” becomes a “landscape” only through an artistic process), in quanto evidenzia il legame tra l’esistenza del paesaggio e la presenza di un osservatore che individua una volontà di rappresentazione. La possibilità di effettuare valutazioni è fortemente condizionata dalle modalità di rappresentazione adottate in fase di analisi. Un vasto campo di applicazione della rappresentazione al paesaggio è costituito dalla costruzione di modelli virtuali tridimensionali che, attraverso procedure di riduzione e sintesi, rappresentano una realtà esistente e permettono di simulare gli effetti visivi -e non solo- di trasformazioni che hanno un impatto nel quadro d’insieme. L’efficacia della simulazione è rapportata alla selezione degli elementi individuati. Tali modalità di rappresentazione permettono una lettura della realtà esistente, e della sua eventuale trasformazione, anche da parte di un pubblico più vasto di quello degli addetti ai lavori, rendendo la rappresentazione un veicolo per una valutazione allargata delle proposte di progetto. Per ovviare alla distanza tra modello virtuale e caratteristiche della realtà esistente ci si può avvalere anche di tecniche fotografiche digitali. Un’immagine fotografica tradizionale è in grado di fornire solo una visione parziale e può non essere sufficiente per un’adeguata percezione di un paesaggio. Chiunque desideri conoscere un soggetto che abbia dimensioni ampie e che sia composto da elementi collocati a distanze diverse può essere interessato ad ottenere una percezione più dinamica che permetta sia di leggere i particolari, sia di cogliere una visione d’insieme utile a individuare le relazioni tra gli elementi. Queste funzioni possono essere assolte dalla fotografia panoramica ad alta risoluzione che, attraverso una strumentazione opportuna, permette di realizzare delle composizioni di diversi scatti caratterizzate da una alta definizione e dalla possibilità di effettuare zoom di elevata estensione. Da queste considerazioni è nata la collaborazione tra gli studiosi della ricerca su “La difesa del paesaggio tra conservazione e trasformazione. Economia della bellezza per uno sviluppo sostenibile” (P.R.I.N. 2010/11, Coordinatore scientifico nazionale: prof. Carlo Truppi, Responsabile scientifico dell’Unità locale di Genova: prof. Roberto Bobbio) e quelli della ricerca sulle “Prospettive Architettoniche: conservazione digitale, divulgazione e studio” (del P.R.I.N. 2010/11 Coordinatore scientifico nazionale: prof. Riccardo Migliari, Responsabile scientifico dell’Unità locale di Genova: prof. Maura Boffito) che, all’interno dello stesso Dipartimento di Scienze per l’Architettura dell’Università degli Studi di Genova, si sono confrontati con problemi di rilievo fotografico e rappresentazione, anche se a diverse scale di grandezza e con differenti finalità. Infatti, per conseguire gli specifici obiettivi, il gruppo di ricerca sulle Prospettive architettoniche si è dotato di strumentazioni adatte alla realizzazione di fotografie panoramiche. Si è individuato un sistema di documentazione riguardante la presenza del fenomeno decorativo prospettico che caratterizza il panorama artistico genovese (Boffito, 2014), cercando di specificare le modalità di rappresentazione di alcuni casi studio attraverso tecniche di fotogrammetria digitale e modellazione virtuale. Si sono ricostruiti, quindi, alcuni spazi virtuali architettonici e paesaggistici che, pur se solamente dipinti, concorrono a costituire la percezione dello spazio delle sale dei palazzi monumentali a cui appartengono (Càndito, 2014; Babbetto, Càndito, 2015). Si sono poi riconosciuti alcuni possibili impieghi di tali strumentazioni per la documentazione dei luoghi interessati dalla ricerca sul Paesaggio, per integrare le immagini già elaborate e magari scoprire nuovi modi di interpretare i soggetti studiati. È riconosciuta da entrambi i gruppi di ricerca la necessità di trovare sempre nuovi modi di rilevare e rappresentare gli oggetti di studio, siano essi ambienti interni dipinti oppure vasti paesaggi costieri.

L’applicazione al paesaggio di tecniche di fotografia panoramica

CANDITO, CRISTINA
2016-01-01

Abstract

Gli strumenti per comprendere un soggetto articolato come il paesaggio possono includere nuove forme di rappresentazione che non si limitano ai, pur irrinunciabili, grafici convenzionali. Il classico connubio tra paesaggio e rappresentazione, basato proprio sull’importanza della percezione del paesaggio stesso, si sta aggiornando in funzione dell’esigenza di ottenere nuove modalità di visualizzazione che conducano a differenti chiavi di interpretazione (Farinelli, 2009). Com’è noto, la definizione della Convenzione europea per il paesaggio del 2000 ("Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni) consolida l’inscindibilità tra paesaggio e sguardo, che risulta ancora più enfatizzata nella relazione con la rappresentazione artistica (a “land” becomes a “landscape” only through an artistic process), in quanto evidenzia il legame tra l’esistenza del paesaggio e la presenza di un osservatore che individua una volontà di rappresentazione. La possibilità di effettuare valutazioni è fortemente condizionata dalle modalità di rappresentazione adottate in fase di analisi. Un vasto campo di applicazione della rappresentazione al paesaggio è costituito dalla costruzione di modelli virtuali tridimensionali che, attraverso procedure di riduzione e sintesi, rappresentano una realtà esistente e permettono di simulare gli effetti visivi -e non solo- di trasformazioni che hanno un impatto nel quadro d’insieme. L’efficacia della simulazione è rapportata alla selezione degli elementi individuati. Tali modalità di rappresentazione permettono una lettura della realtà esistente, e della sua eventuale trasformazione, anche da parte di un pubblico più vasto di quello degli addetti ai lavori, rendendo la rappresentazione un veicolo per una valutazione allargata delle proposte di progetto. Per ovviare alla distanza tra modello virtuale e caratteristiche della realtà esistente ci si può avvalere anche di tecniche fotografiche digitali. Un’immagine fotografica tradizionale è in grado di fornire solo una visione parziale e può non essere sufficiente per un’adeguata percezione di un paesaggio. Chiunque desideri conoscere un soggetto che abbia dimensioni ampie e che sia composto da elementi collocati a distanze diverse può essere interessato ad ottenere una percezione più dinamica che permetta sia di leggere i particolari, sia di cogliere una visione d’insieme utile a individuare le relazioni tra gli elementi. Queste funzioni possono essere assolte dalla fotografia panoramica ad alta risoluzione che, attraverso una strumentazione opportuna, permette di realizzare delle composizioni di diversi scatti caratterizzate da una alta definizione e dalla possibilità di effettuare zoom di elevata estensione. Da queste considerazioni è nata la collaborazione tra gli studiosi della ricerca su “La difesa del paesaggio tra conservazione e trasformazione. Economia della bellezza per uno sviluppo sostenibile” (P.R.I.N. 2010/11, Coordinatore scientifico nazionale: prof. Carlo Truppi, Responsabile scientifico dell’Unità locale di Genova: prof. Roberto Bobbio) e quelli della ricerca sulle “Prospettive Architettoniche: conservazione digitale, divulgazione e studio” (del P.R.I.N. 2010/11 Coordinatore scientifico nazionale: prof. Riccardo Migliari, Responsabile scientifico dell’Unità locale di Genova: prof. Maura Boffito) che, all’interno dello stesso Dipartimento di Scienze per l’Architettura dell’Università degli Studi di Genova, si sono confrontati con problemi di rilievo fotografico e rappresentazione, anche se a diverse scale di grandezza e con differenti finalità. Infatti, per conseguire gli specifici obiettivi, il gruppo di ricerca sulle Prospettive architettoniche si è dotato di strumentazioni adatte alla realizzazione di fotografie panoramiche. Si è individuato un sistema di documentazione riguardante la presenza del fenomeno decorativo prospettico che caratterizza il panorama artistico genovese (Boffito, 2014), cercando di specificare le modalità di rappresentazione di alcuni casi studio attraverso tecniche di fotogrammetria digitale e modellazione virtuale. Si sono ricostruiti, quindi, alcuni spazi virtuali architettonici e paesaggistici che, pur se solamente dipinti, concorrono a costituire la percezione dello spazio delle sale dei palazzi monumentali a cui appartengono (Càndito, 2014; Babbetto, Càndito, 2015). Si sono poi riconosciuti alcuni possibili impieghi di tali strumentazioni per la documentazione dei luoghi interessati dalla ricerca sul Paesaggio, per integrare le immagini già elaborate e magari scoprire nuovi modi di interpretare i soggetti studiati. È riconosciuta da entrambi i gruppi di ricerca la necessità di trovare sempre nuovi modi di rilevare e rappresentare gli oggetti di studio, siano essi ambienti interni dipinti oppure vasti paesaggi costieri.
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