La Legge Regionale n. 14/1990 ha contribuito in modo sostanziale alla conoscenza, alla valorizzazione e alla protezione del patrimonio carsico permettendo l'individuazione delle principali aree liguri e regolamentando la pianificazione e la gestione di questo delicato ecosistema. Con la Legge Regionale n. 39/2009 in tema di geodiversità, è data importanza alla tutela degli acquiferi carsici: a tal fine è stato necessario ridefinire le 39 aree perimetrate originariamente con la Legge n. 14/1990, poiché le stesse costituiranno un livello del Piano di Tutela delle acque. Il presente lavoro, oltre a illustrare sinteticamente i risultati ottenuti negli oltre vent’anni trascorsi dall’emanazione della normativa regionale in tema di speleologia, illustra i primi risultati ottenuti con la ridefinizione delle aree carsiche attuali. Partendo dal catasto delle cavità naturali, con la successiva introduzione dei livelli informativi relativi alle formazioni carbonatiche s.l. derivati dalla banca-dati regionale, è stata ottenuta una nuova suddivisione in 18 complessi idrogeologici di interesse speleologico, di cui 5 in terreni non propriamente carbonatici (aree paracarsiche). Per ciascun complesso idrogeologico, suddiviso su base geografica in aree minori, è stata successivamente definita, sulla base di elementi idrogeologici, una zonazione della vulnerabilità dell’area di ricarica dell’acquifero, distinguendo l’area di infiltrazione diffusa, di infiltrazione concentrata e le risorgive.

Le aree carsiche di particolare interesse idrogeologico della Liguria

FACCINI, FRANCESCO;
2016-01-01

Abstract

La Legge Regionale n. 14/1990 ha contribuito in modo sostanziale alla conoscenza, alla valorizzazione e alla protezione del patrimonio carsico permettendo l'individuazione delle principali aree liguri e regolamentando la pianificazione e la gestione di questo delicato ecosistema. Con la Legge Regionale n. 39/2009 in tema di geodiversità, è data importanza alla tutela degli acquiferi carsici: a tal fine è stato necessario ridefinire le 39 aree perimetrate originariamente con la Legge n. 14/1990, poiché le stesse costituiranno un livello del Piano di Tutela delle acque. Il presente lavoro, oltre a illustrare sinteticamente i risultati ottenuti negli oltre vent’anni trascorsi dall’emanazione della normativa regionale in tema di speleologia, illustra i primi risultati ottenuti con la ridefinizione delle aree carsiche attuali. Partendo dal catasto delle cavità naturali, con la successiva introduzione dei livelli informativi relativi alle formazioni carbonatiche s.l. derivati dalla banca-dati regionale, è stata ottenuta una nuova suddivisione in 18 complessi idrogeologici di interesse speleologico, di cui 5 in terreni non propriamente carbonatici (aree paracarsiche). Per ciascun complesso idrogeologico, suddiviso su base geografica in aree minori, è stata successivamente definita, sulla base di elementi idrogeologici, una zonazione della vulnerabilità dell’area di ricarica dell’acquifero, distinguendo l’area di infiltrazione diffusa, di infiltrazione concentrata e le risorgive.
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