Il Piccolo Manuale d’Uso per l’Architettura Contemporanea è uno strumento di supporto per esplorare i molteplici spazi progettati e costruiti dall’uomo. La chiave di lettura primaria attraverso la quale indagare l’ambiente contemporaneo è quella dell’uso. Già dai primi mesi della nostra vita siamo stati abituati a confrontarci con gli oggetti che ci circondano attraverso la mediazione di un insegnante che ci offrisse una modalità di approccio all’uso dell’ambiente esterno. Prima i genitori, che ci hanno insegnato a camminare per spostarci da un luogo ad un altro, a parlare per relazionarci con gli altri esseri umani, poi i maestri e i professori, dai quali abbiamo appreso forme più sofisticate di conoscenza e comunicazione, come la lettura e la scrittura. Tutte modalità di appropriazione di un universo totalmente antropizzato, fatto di codici, sistemi logici e soprattutto spazi concepiti, progettati e realizzati dall’uomo e per l’uomo. Da sempre viviamo in un ambiente prevalentemente architettonico; eppure nessuno ci ha mai insegnato veramente ad usare e ad abitare le architetture nelle quali siamo cresciuti e continuiamo ad evolverci. Ciò nonostante uno dei principi alla base della disciplina architettonica è proprio quello della previsione dei comportamenti di un individuo all’interno di uno spazio progettato, al fine di dimensionarlo e organizzarlo distributivamente e funzionalmente. 12 13 Il progettista interpreta la realtà e disegna uno spazio concepito per essere usato secondo precise regole e gerarchie; i fruitori di quello spazio hanno il difficile compito di decrittare i codici secondo i quali è stato realizzato per scegliere se assecondare le previsioni dell’architetto oppure, come spesso accade, disattenderle. L’uso dello spazio antropizzato è la principale forma di conoscenza, appropriazione e possibilità di modificazione per l’architettura contemporanea. La storia della disciplina architettonica è costellata di tentativi susseguitisi nell’arco degli ultimi quattro secoli, per avvicinare gli uomini agli ambienti nei quali vivono: i concetti di stile, linguaggio e composizione, si sono arricchiti di significati molteplici finalizzati ad una forma di comunicazione tra ideatori di spazi e utilizzatori di spazi. Questo manuale si occupa di verificare come a partire da diverse forme d’uso sia possibile comprendere lo spazio architettonico e contemporaneamente riconfigurarlo, agendo in modo simultaneo come fruitori e come progettisti. Il Piccolo Manuale d’Uso intende tracciare una mappa della condizione contemporanea del corpo umano e dei parametri che oggi guidano le logiche di progettazione e formazione dello spazio antropizzato. Due quindi gli elementi che costituiscono il Kit di questo manuale: il corpo umano e lo spazio architettonico, due poli dialettici in continua trasformazione, modelli di riferimento capaci di accogliere valori simbolici e funzionali sempre differenti.

Piccolo Manuale d'Uso per l'Architettura Contemporanea

GIBERTI, MASSIMILIANO
2015-01-01

Abstract

Il Piccolo Manuale d’Uso per l’Architettura Contemporanea è uno strumento di supporto per esplorare i molteplici spazi progettati e costruiti dall’uomo. La chiave di lettura primaria attraverso la quale indagare l’ambiente contemporaneo è quella dell’uso. Già dai primi mesi della nostra vita siamo stati abituati a confrontarci con gli oggetti che ci circondano attraverso la mediazione di un insegnante che ci offrisse una modalità di approccio all’uso dell’ambiente esterno. Prima i genitori, che ci hanno insegnato a camminare per spostarci da un luogo ad un altro, a parlare per relazionarci con gli altri esseri umani, poi i maestri e i professori, dai quali abbiamo appreso forme più sofisticate di conoscenza e comunicazione, come la lettura e la scrittura. Tutte modalità di appropriazione di un universo totalmente antropizzato, fatto di codici, sistemi logici e soprattutto spazi concepiti, progettati e realizzati dall’uomo e per l’uomo. Da sempre viviamo in un ambiente prevalentemente architettonico; eppure nessuno ci ha mai insegnato veramente ad usare e ad abitare le architetture nelle quali siamo cresciuti e continuiamo ad evolverci. Ciò nonostante uno dei principi alla base della disciplina architettonica è proprio quello della previsione dei comportamenti di un individuo all’interno di uno spazio progettato, al fine di dimensionarlo e organizzarlo distributivamente e funzionalmente. 12 13 Il progettista interpreta la realtà e disegna uno spazio concepito per essere usato secondo precise regole e gerarchie; i fruitori di quello spazio hanno il difficile compito di decrittare i codici secondo i quali è stato realizzato per scegliere se assecondare le previsioni dell’architetto oppure, come spesso accade, disattenderle. L’uso dello spazio antropizzato è la principale forma di conoscenza, appropriazione e possibilità di modificazione per l’architettura contemporanea. La storia della disciplina architettonica è costellata di tentativi susseguitisi nell’arco degli ultimi quattro secoli, per avvicinare gli uomini agli ambienti nei quali vivono: i concetti di stile, linguaggio e composizione, si sono arricchiti di significati molteplici finalizzati ad una forma di comunicazione tra ideatori di spazi e utilizzatori di spazi. Questo manuale si occupa di verificare come a partire da diverse forme d’uso sia possibile comprendere lo spazio architettonico e contemporaneamente riconfigurarlo, agendo in modo simultaneo come fruitori e come progettisti. Il Piccolo Manuale d’Uso intende tracciare una mappa della condizione contemporanea del corpo umano e dei parametri che oggi guidano le logiche di progettazione e formazione dello spazio antropizzato. Due quindi gli elementi che costituiscono il Kit di questo manuale: il corpo umano e lo spazio architettonico, due poli dialettici in continua trasformazione, modelli di riferimento capaci di accogliere valori simbolici e funzionali sempre differenti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/849480
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