Nell’imminenza dei decreti legislativi con i quali il Governo darà seguito alla c.d. legge Madia di riforma della pubblica amministrazione appare utile interrogarsi sui fondamenti teorici sui quali poggia il consistente apparato di norme con le quali, nel corso del tempo, sono state poste limitazioni (o divieti) all’azione imprenditoriale degli enti locali e alle società da questa partecipate. Tale indagine muove dalla scerne proposizioni che fungono da sfondo all’ambizioso programma illustrato nel c.d. Piano Cottarelli per poi considerare la base normativa delle misure attuative del Piano, tenuto conto che la stessa è stata, di volta in volta, ricondotta ad obiettivi di tutela della concorrenza rispetto ad asseriti privilegi di cui si avvantaggerebbero le società partecipate dagli enti locali, ovvero ad esigenze di coordinamento della finanza pubblica mediante l’adozione di misure di contenimento degli sprechi di risorse determinati dalla proliferazione di tali società. Sulla scorta di alcuni opinioni della dottrina più recente, nell’articolo si propone una lettura critica delle ipotesi teoriche che stanno alla base degli interventi legislativi in materia di società partecipate dagli enti locali. Il duplice obiettivo è di chiarire che alcune di queste ipotesi hanno un fondamento normativo dubbio o da rivalutare e, su questa base, di offrire una diversa chiave di lettura dei problemi di cui il legislatore statale si deve dare carico in modo da pervenire alla definizione di una disciplina coerente sul piano sistematico.

Le imprese esercitate dagli enti pubblici locali tra concorrenza e spending review (profili giuridici)

PERICU, ANDREA
2015-01-01

Abstract

Nell’imminenza dei decreti legislativi con i quali il Governo darà seguito alla c.d. legge Madia di riforma della pubblica amministrazione appare utile interrogarsi sui fondamenti teorici sui quali poggia il consistente apparato di norme con le quali, nel corso del tempo, sono state poste limitazioni (o divieti) all’azione imprenditoriale degli enti locali e alle società da questa partecipate. Tale indagine muove dalla scerne proposizioni che fungono da sfondo all’ambizioso programma illustrato nel c.d. Piano Cottarelli per poi considerare la base normativa delle misure attuative del Piano, tenuto conto che la stessa è stata, di volta in volta, ricondotta ad obiettivi di tutela della concorrenza rispetto ad asseriti privilegi di cui si avvantaggerebbero le società partecipate dagli enti locali, ovvero ad esigenze di coordinamento della finanza pubblica mediante l’adozione di misure di contenimento degli sprechi di risorse determinati dalla proliferazione di tali società. Sulla scorta di alcuni opinioni della dottrina più recente, nell’articolo si propone una lettura critica delle ipotesi teoriche che stanno alla base degli interventi legislativi in materia di società partecipate dagli enti locali. Il duplice obiettivo è di chiarire che alcune di queste ipotesi hanno un fondamento normativo dubbio o da rivalutare e, su questa base, di offrire una diversa chiave di lettura dei problemi di cui il legislatore statale si deve dare carico in modo da pervenire alla definizione di una disciplina coerente sul piano sistematico.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/828757
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