Un primato che spetta alla Cina, alla sua straordinaria ascesa economica (lo yuan è diventato la seconda moneta più diffusa al mondo dopo il dollaro, superando l‘euro) e alle opere che rappresentano fisicamente la forza immanente di questo stravolgimento dell‘asse degli interessi mondiali verso est: l‘aeroporto di Pechino di Norman Foster, e, sempre nella capitale cinese, lo stadio olimpico di Herzog & de Meuron, la sede della CCTV progettata da Oma e oggi, appunto, il grande aeroporto di Shenzhen. Tuttavia mentre le opere ricordate ricercavano l‘eccezionalità del monumento, lo stupefacente, l‘irraggiungibile, l‘ipotesi Fuksas appare ancor più straordinaria perché non trascende nell‘affermazione muscolare dell‘architettura come strumento di rappresentazione del potere, quanto di una suadente architettura civile posta al servizio di un paese che costruisce le infrastrutture commisurate alle proprie immense necessità e risorse. Conseguentemente l‘intenzionale valore del progetto si svela in una ricercata morbidezza derivata dall‘invenzione dell‘origami che definisce l‘involucro architettonico generando uno spazio sapientemente attraversato da luci e ombre in maniera da ridurre, con sofisticata naturalezza, la percezione dell‘inevitabile gigantismo dell‘opera. Vale a dire: “l‘eccezionale trasformato in normalità!“.

Massimiliano and Doriana Fuksas: the power of imagination

CASAMONTI, MARCO
2013-01-01

Abstract

Un primato che spetta alla Cina, alla sua straordinaria ascesa economica (lo yuan è diventato la seconda moneta più diffusa al mondo dopo il dollaro, superando l‘euro) e alle opere che rappresentano fisicamente la forza immanente di questo stravolgimento dell‘asse degli interessi mondiali verso est: l‘aeroporto di Pechino di Norman Foster, e, sempre nella capitale cinese, lo stadio olimpico di Herzog & de Meuron, la sede della CCTV progettata da Oma e oggi, appunto, il grande aeroporto di Shenzhen. Tuttavia mentre le opere ricordate ricercavano l‘eccezionalità del monumento, lo stupefacente, l‘irraggiungibile, l‘ipotesi Fuksas appare ancor più straordinaria perché non trascende nell‘affermazione muscolare dell‘architettura come strumento di rappresentazione del potere, quanto di una suadente architettura civile posta al servizio di un paese che costruisce le infrastrutture commisurate alle proprie immense necessità e risorse. Conseguentemente l‘intenzionale valore del progetto si svela in una ricercata morbidezza derivata dall‘invenzione dell‘origami che definisce l‘involucro architettonico generando uno spazio sapientemente attraversato da luci e ombre in maniera da ridurre, con sofisticata naturalezza, la percezione dell‘inevitabile gigantismo dell‘opera. Vale a dire: “l‘eccezionale trasformato in normalità!“.
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