In età moderna, la prassi diplomatica segue percorsi in cui il confine tra dimensione privata e pubblica appare spesso sfumato. La combinazione compensa le mancanze degli apparati ufficiali, esprimendo particolari potenzialità in contesti complessi come quello della Repubblica di Genova: uno stato vincolato dal protettorato di Madrid. A Genova, diversi stati stranieri si affidano a uomini del patriziato locale in grado di dispiegare le loro importanti risorse di oligarchi e di banchieri. Tra gli anni ’30 e i ’40 del Seicento, Silvestro e Giovanni Battista Grimaldi curano gli interessi degli Este di Modena, svolgendo un’attività di rappresentanza che si esprime nella gestione logistica, politica e finanziaria di alcune missioni modenesi a Madrid. E, per contro, i Grimaldi ricorrono alla corte estense per favorire propri interessi e tornaconti privati. La complessità di questi scambi non è esente da difficoltà e da conflittualità; e, più in generale, impone una continua modulazione dei rapporti sulla scorta delle contingenze del momento. La parabola dei Grimaldi al servizio degli Este è, però, anche un interessante punto di osservazione degli indirizzi politici della Repubblica. Le rappresentanze informali aprono possibili spazi di manovra al di fuori del protettorato spagnolo; ma sono un terreno scivoloso, nel quale l’interesse pubblico può essere scavalcato e compromesso dalle interessenze dei privati. Su questo piano, il riconoscimento delle rappresentanze informali dura circa un ventennio; ed è proprio l’attivismo di Giovanni Battista Grimaldi nel ’43 a causare una netta sterzata, provocando un decreto ufficiale che vieta alle rappresentanze informali di svolgere un ruolo diplomatico ufficiale.

Al servizio degli Este. I Grimaldi e la corte di Modena (1621-1643)

PIZZORNO, DIEGO
2015-01-01

Abstract

In età moderna, la prassi diplomatica segue percorsi in cui il confine tra dimensione privata e pubblica appare spesso sfumato. La combinazione compensa le mancanze degli apparati ufficiali, esprimendo particolari potenzialità in contesti complessi come quello della Repubblica di Genova: uno stato vincolato dal protettorato di Madrid. A Genova, diversi stati stranieri si affidano a uomini del patriziato locale in grado di dispiegare le loro importanti risorse di oligarchi e di banchieri. Tra gli anni ’30 e i ’40 del Seicento, Silvestro e Giovanni Battista Grimaldi curano gli interessi degli Este di Modena, svolgendo un’attività di rappresentanza che si esprime nella gestione logistica, politica e finanziaria di alcune missioni modenesi a Madrid. E, per contro, i Grimaldi ricorrono alla corte estense per favorire propri interessi e tornaconti privati. La complessità di questi scambi non è esente da difficoltà e da conflittualità; e, più in generale, impone una continua modulazione dei rapporti sulla scorta delle contingenze del momento. La parabola dei Grimaldi al servizio degli Este è, però, anche un interessante punto di osservazione degli indirizzi politici della Repubblica. Le rappresentanze informali aprono possibili spazi di manovra al di fuori del protettorato spagnolo; ma sono un terreno scivoloso, nel quale l’interesse pubblico può essere scavalcato e compromesso dalle interessenze dei privati. Su questo piano, il riconoscimento delle rappresentanze informali dura circa un ventennio; ed è proprio l’attivismo di Giovanni Battista Grimaldi nel ’43 a causare una netta sterzata, provocando un decreto ufficiale che vieta alle rappresentanze informali di svolgere un ruolo diplomatico ufficiale.
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