L’articolo, prendendo spunto dalla sentenza Commission Scolaire des chênes della Corte suprema del Canada, affronta alcune questioni riguardanti la libertà religiosa, il diritto dei genitori a educare i propri figli e il ruolo dello Stato nell’organizzazione della formazione scolastica. Il caso prende le mosse dalla soppressione del corso di religione cattolica nelle scuole pubbliche francofone, che viene sostituito da un insegnamento su etica e storia delle religioni; i genitori di alcuni alunni richiedono l’esonero, sostenendo che questo nuovo insegnamento porrebbe in essere un’attività di proselitismo di fede contrastante con le loro credenze, violando in questo modo sia la libertà religiosa dei figli che il diritto dei genitori ad educare i propri figli. L’organo di giustizia costituzionale ritiene, invece, che l’insegnamento ha il solo compito di presentare il pluralismo religioso e coscienziale presente nel paese e non produce alcun vulnus alla libertà religiosa, inoltre, ritiene che il corso in oggetto svolga un’importante funzione formativa per i fanciulli, i quali, edotti sulla multiconfessionalità e sulle diverse opzioni etiche, possono sviluppare un senso di tolleranza che favorirebbe il mantenimento e lo sviluppo della democrazia nel paese.
I conflitti fra genitori e Stato nell’istruzione dei figli. Il caso S. L. v. commission Scolaire des Chênes della Corte suprema canadese
CECCHERINI, ELEONORA
2015-01-01
Abstract
L’articolo, prendendo spunto dalla sentenza Commission Scolaire des chênes della Corte suprema del Canada, affronta alcune questioni riguardanti la libertà religiosa, il diritto dei genitori a educare i propri figli e il ruolo dello Stato nell’organizzazione della formazione scolastica. Il caso prende le mosse dalla soppressione del corso di religione cattolica nelle scuole pubbliche francofone, che viene sostituito da un insegnamento su etica e storia delle religioni; i genitori di alcuni alunni richiedono l’esonero, sostenendo che questo nuovo insegnamento porrebbe in essere un’attività di proselitismo di fede contrastante con le loro credenze, violando in questo modo sia la libertà religiosa dei figli che il diritto dei genitori ad educare i propri figli. L’organo di giustizia costituzionale ritiene, invece, che l’insegnamento ha il solo compito di presentare il pluralismo religioso e coscienziale presente nel paese e non produce alcun vulnus alla libertà religiosa, inoltre, ritiene che il corso in oggetto svolga un’importante funzione formativa per i fanciulli, i quali, edotti sulla multiconfessionalità e sulle diverse opzioni etiche, possono sviluppare un senso di tolleranza che favorirebbe il mantenimento e lo sviluppo della democrazia nel paese.File | Dimensione | Formato | |
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