Il numero di pazienti che raggiungono lo stadio più avanzato della malattia renale cronica e quindi necessitano di dialisi è in continuo aumento in tutto il mondo. Ciò si verifica sia per l’aumento dell’età della popolazione (il rene umano dopo la quarta decade perde tutti gli anni una piccola parte della sua funzione) che per la sempre maggior diffusione di ipertensione arteriosa, diabete e obesità, condizioni che con diversi meccanismi danneggiano o fanno invecchiare precocemente il rene. Per quanto la dialisi nel corso degli anni sia andata incontro a progressi continui, non è ancora in grado di correggere completamente le alterazioni della malattia renale cronica. Nei pazienti idonei, l’alternativa alla dialisi è il trapianto del rene, che non solo riduce il rischio di morte ma offre una migliore qualità di vita ed il pieno reinserimento sociale. Tuttavia il numero di donatori deceduti non è sufficiente a fare fronte alla richiesta di reni per il trapianto. Quindi la donazione del rene da vivente sta rappresentando una risorsa crescente per i pazienti con malattia renale. Inoltre il trapianto da donatore vivente fornisce migliori risultati, in termini di durata dell’organo trapiantato, rispetto al trapianto da donatore deceduto, e si sta affermando come migliore terapia per la malattia renale cronica in stadio avanzato. La disponibilità di un donatore vivente può addirittura evitare la permanenza in dialisi: il trapianto da donatore vivente può essere effettuato prima dell’inizio del trattamento dialitico (si parla in tal caso di trapianto pre-emptive). In Italia il potenziale donatore può essere un familiare (consanguineo e non) oppure una persona non parente; in ogni caso la donazione non deve comportare benefici economici o compensi di alcun tipo. Il potenziale donatore deve sottoporsi ad una serie di accertamenti approfonditi che comprendono esami di laboratorio, radiologici e consulenze specialistiche che ne provino il buono stato di salute; deve inoltre liberamente, spontaneamente, consapevolmente essere disponibile all’atto della donazione. Pochi candidati al trapianto possono tuttavia avere la fortuna di un donatore vivente. In certi Paesi (ad esempio Nord Europa, USA, Giappone) dove la cultura della donazione è ben radicata, la percentuale del trapianto da donatore vivente ha superato quella da donatore deceduto. Ogni anno negli USA circa 6000 adulti sani si sottopongono all’intervento di nefrectomia per aumentare la sopravvivenza e la qualità della vita di membri della loro famiglia, amici, o anche (i cosiddetti donatori “samaritani”), di sconosciuti. In Italia, invece, probabilmente per poca informazione su questo argomento, il trapianto di rene da donatore vivente riguarda solo circa il 12% di tutti i trapianti di rene. Esiste quindi un grande sforzo per diffondere tra i pazienti ed i loro famigliari la conoscenza sulla donazione del rene da vivente. In generale vi deve essere compatibilità di gruppo sanguigno tra donatore e ricevente. Tuttavia l’incompatibilità di gruppo può essere superata presso i centri che eseguono il trapianto ABO incompatibile. E’ possibile effettuare trapianti di rene anche in presenza di incompatibilità immunologica attraverso il “trapianto cross over” che prevede l’inserimento di diverse coppie, provenienti da tutta Italia, in un unico registro al fine di trovare una coppia compatibile di scambio. Quali sono i rischi della donazione del rene? Le complicanze relative all’intervento di nefrectomia sono estremamente rare. Per quanto riguarda i rischi a lungo termine, la selezione accurata del donatore ed i controlli medici nel tempo fanno sì che le conseguenze della donazione del rene siano molto scarse e solo pochissimi donatori possano sviluppare un calo della funzione renale nel tempo. Peraltro, i donatori presentano una sopravvivenza comparabile a quella della popolazione generale. La donazione del rene da vivente si sta dimostrando una risorsa crescente per i pazienti con malattia renale cronica in stadio avanzato. E’ importante che l’informazione sul trapianto da donatore vivente sia garantita al pari delle altre e sia fornita con obiettività e neutralità, per offrire ai nostri pazienti una opportunità terapeutica ancora relativamente poco diffusa.

Il trapianto di rene da donatore vivente

GARIBOTTO, GIACOMO
2015-01-01

Abstract

Il numero di pazienti che raggiungono lo stadio più avanzato della malattia renale cronica e quindi necessitano di dialisi è in continuo aumento in tutto il mondo. Ciò si verifica sia per l’aumento dell’età della popolazione (il rene umano dopo la quarta decade perde tutti gli anni una piccola parte della sua funzione) che per la sempre maggior diffusione di ipertensione arteriosa, diabete e obesità, condizioni che con diversi meccanismi danneggiano o fanno invecchiare precocemente il rene. Per quanto la dialisi nel corso degli anni sia andata incontro a progressi continui, non è ancora in grado di correggere completamente le alterazioni della malattia renale cronica. Nei pazienti idonei, l’alternativa alla dialisi è il trapianto del rene, che non solo riduce il rischio di morte ma offre una migliore qualità di vita ed il pieno reinserimento sociale. Tuttavia il numero di donatori deceduti non è sufficiente a fare fronte alla richiesta di reni per il trapianto. Quindi la donazione del rene da vivente sta rappresentando una risorsa crescente per i pazienti con malattia renale. Inoltre il trapianto da donatore vivente fornisce migliori risultati, in termini di durata dell’organo trapiantato, rispetto al trapianto da donatore deceduto, e si sta affermando come migliore terapia per la malattia renale cronica in stadio avanzato. La disponibilità di un donatore vivente può addirittura evitare la permanenza in dialisi: il trapianto da donatore vivente può essere effettuato prima dell’inizio del trattamento dialitico (si parla in tal caso di trapianto pre-emptive). In Italia il potenziale donatore può essere un familiare (consanguineo e non) oppure una persona non parente; in ogni caso la donazione non deve comportare benefici economici o compensi di alcun tipo. Il potenziale donatore deve sottoporsi ad una serie di accertamenti approfonditi che comprendono esami di laboratorio, radiologici e consulenze specialistiche che ne provino il buono stato di salute; deve inoltre liberamente, spontaneamente, consapevolmente essere disponibile all’atto della donazione. Pochi candidati al trapianto possono tuttavia avere la fortuna di un donatore vivente. In certi Paesi (ad esempio Nord Europa, USA, Giappone) dove la cultura della donazione è ben radicata, la percentuale del trapianto da donatore vivente ha superato quella da donatore deceduto. Ogni anno negli USA circa 6000 adulti sani si sottopongono all’intervento di nefrectomia per aumentare la sopravvivenza e la qualità della vita di membri della loro famiglia, amici, o anche (i cosiddetti donatori “samaritani”), di sconosciuti. In Italia, invece, probabilmente per poca informazione su questo argomento, il trapianto di rene da donatore vivente riguarda solo circa il 12% di tutti i trapianti di rene. Esiste quindi un grande sforzo per diffondere tra i pazienti ed i loro famigliari la conoscenza sulla donazione del rene da vivente. In generale vi deve essere compatibilità di gruppo sanguigno tra donatore e ricevente. Tuttavia l’incompatibilità di gruppo può essere superata presso i centri che eseguono il trapianto ABO incompatibile. E’ possibile effettuare trapianti di rene anche in presenza di incompatibilità immunologica attraverso il “trapianto cross over” che prevede l’inserimento di diverse coppie, provenienti da tutta Italia, in un unico registro al fine di trovare una coppia compatibile di scambio. Quali sono i rischi della donazione del rene? Le complicanze relative all’intervento di nefrectomia sono estremamente rare. Per quanto riguarda i rischi a lungo termine, la selezione accurata del donatore ed i controlli medici nel tempo fanno sì che le conseguenze della donazione del rene siano molto scarse e solo pochissimi donatori possano sviluppare un calo della funzione renale nel tempo. Peraltro, i donatori presentano una sopravvivenza comparabile a quella della popolazione generale. La donazione del rene da vivente si sta dimostrando una risorsa crescente per i pazienti con malattia renale cronica in stadio avanzato. E’ importante che l’informazione sul trapianto da donatore vivente sia garantita al pari delle altre e sia fornita con obiettività e neutralità, per offrire ai nostri pazienti una opportunità terapeutica ancora relativamente poco diffusa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/818239
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