Il tema del colore offre interessanti spunti per il progetto di paesaggio, a partire dalle suggestioni dei colori della natura e in particolare delle piante, che ci rivelano il passare delle stagioni. Nella storia recente dell’architettura del paesaggio numerosi esempi si riferiscono al colore come tema centrale di progetto: dai giardini monocromatici (giardino bianco a Sissinghurst di Vita Sackville West), sino ai progetti più rilevanti del dibattito contemporaneo, basati sulla lettura e sull’interpretazione dei caratteri cromatici del paesaggio. Basta pensare ai giardini di Burle Marx, dove l’esuberanza della vegetazione brasiliana si esplicita nella ricchezza dei colori, dove i giardini diventano quadri viventi, oppure, ancora in Sud America alle realizzazioni di Barragan, dove i muri colorati diventano elementi di definizione di spazi connotati da una sorprendente efficacia e modernità espressiva. Pietro Porcinai, maestro dell’architettura del paesaggio italiana, utilizza soprattutto i colori del paesaggio toscano per i suoi progetti, connotati da sobria eleganza, con chiari riferimenti alla più grande tradizione italiana rinascimentale. Anche nei dettagli la scelta dei materiali (sia vegetali che abiotici) è sempre orientata alla lettura del paesaggio locale (come nei casi dei progetti liguri, così fortemente legati all’uso delle bicromie (come nel sagrato della chiesa sopra a Zoagli). A partire da questi grandi riferimenti, alcuni progettisti contemporanei hanno approfondito una ricerca progettuale sul colore, per ridefinire potenzialità e qualità. Bernard Lassus tra tutti racconta la teoria del colore e accosta i colori artificiali a quelli delle piante, nei suoi notissimi lavori (citiamo ad es. i “buissons optiques”a Niort). Nei progetti di paesaggio il colore è spesso utilizzato come “fil rouge”, filo conduttore, espediente narrativo per catturare l’attenzione del passante. In molti casi il rosso, complementare al verde, è scelto per elementi simbolo, di riferimento visivo e concettuale (cfr. ”red folding paper” di Konjian Yu, ponti pedonali rossi di West8, le stesse “folies” nel parco de La Villette a Parigi, di Bernard Tschumi).

Il colore nel progetto contemporaneo di architettura del paesaggio

GHERSI, ADRIANA
2014-01-01

Abstract

Il tema del colore offre interessanti spunti per il progetto di paesaggio, a partire dalle suggestioni dei colori della natura e in particolare delle piante, che ci rivelano il passare delle stagioni. Nella storia recente dell’architettura del paesaggio numerosi esempi si riferiscono al colore come tema centrale di progetto: dai giardini monocromatici (giardino bianco a Sissinghurst di Vita Sackville West), sino ai progetti più rilevanti del dibattito contemporaneo, basati sulla lettura e sull’interpretazione dei caratteri cromatici del paesaggio. Basta pensare ai giardini di Burle Marx, dove l’esuberanza della vegetazione brasiliana si esplicita nella ricchezza dei colori, dove i giardini diventano quadri viventi, oppure, ancora in Sud America alle realizzazioni di Barragan, dove i muri colorati diventano elementi di definizione di spazi connotati da una sorprendente efficacia e modernità espressiva. Pietro Porcinai, maestro dell’architettura del paesaggio italiana, utilizza soprattutto i colori del paesaggio toscano per i suoi progetti, connotati da sobria eleganza, con chiari riferimenti alla più grande tradizione italiana rinascimentale. Anche nei dettagli la scelta dei materiali (sia vegetali che abiotici) è sempre orientata alla lettura del paesaggio locale (come nei casi dei progetti liguri, così fortemente legati all’uso delle bicromie (come nel sagrato della chiesa sopra a Zoagli). A partire da questi grandi riferimenti, alcuni progettisti contemporanei hanno approfondito una ricerca progettuale sul colore, per ridefinire potenzialità e qualità. Bernard Lassus tra tutti racconta la teoria del colore e accosta i colori artificiali a quelli delle piante, nei suoi notissimi lavori (citiamo ad es. i “buissons optiques”a Niort). Nei progetti di paesaggio il colore è spesso utilizzato come “fil rouge”, filo conduttore, espediente narrativo per catturare l’attenzione del passante. In molti casi il rosso, complementare al verde, è scelto per elementi simbolo, di riferimento visivo e concettuale (cfr. ”red folding paper” di Konjian Yu, ponti pedonali rossi di West8, le stesse “folies” nel parco de La Villette a Parigi, di Bernard Tschumi).
2014
9788891604378
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/738377
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