L’articolo esamina alcuni aspetti poco noti della marina creata ex novo dal governo còrso ribelle di Pasquale Paoli, emersi in seguito all’analisi di numerose fonti in gran parte inedite. Un ruolo decisivo nella nascita e nello sviluppo della flotta “paolista” fu svolto dalle marinerie di Bonifacio, dei regni di Napoli e di Sicilia e dei presidi toscani sotto dominio napoletano. L’autore analizza i legami, non privi di tensioni, che unirono in gruppi di interesse alcuni dei principali corsari e contrabbandieri “paolisti” con uomini di mare, mercanti, mediatori e funzionari pubblici stranieri (napoletani soprattutto, ma non solo), mettendoli in condizione di usufruire delle risorse e delle ampie reti di relazioni proprie di questi soggetti. Un caso specifico, quindi, che permette tuttavia di gettare una luce più ampia su fenomeni e problematiche proprie del mondo marittimo d’antico regime. In primo luogo il complesso intreccio di interessi che ruotavano intorno alla guerra di corsa e al contrabbando. In secondo luogo il ruolo strategico rivestito da alcune tipologie di merci (come il sale e i disertori) e il diffuso ricorso a false identità e “bandiere ombra”. Si tratta di fenomeni che solitamente emergono con maggior vigore durante i periodi di guerra e risultano, quindi, particolarmente evidenti nel quadro del conflitto còrso–genovese, grazie anche all’intreccio con la cruciale questione del riconoscimento della bandiera còrsa.

“Contrabbandieri, pirati e ladri di mare”. Bonifacini e napoletani nella marina di Pasquale Paoli (1756-1768)

BERI, EMILIANO
2011-01-01

Abstract

L’articolo esamina alcuni aspetti poco noti della marina creata ex novo dal governo còrso ribelle di Pasquale Paoli, emersi in seguito all’analisi di numerose fonti in gran parte inedite. Un ruolo decisivo nella nascita e nello sviluppo della flotta “paolista” fu svolto dalle marinerie di Bonifacio, dei regni di Napoli e di Sicilia e dei presidi toscani sotto dominio napoletano. L’autore analizza i legami, non privi di tensioni, che unirono in gruppi di interesse alcuni dei principali corsari e contrabbandieri “paolisti” con uomini di mare, mercanti, mediatori e funzionari pubblici stranieri (napoletani soprattutto, ma non solo), mettendoli in condizione di usufruire delle risorse e delle ampie reti di relazioni proprie di questi soggetti. Un caso specifico, quindi, che permette tuttavia di gettare una luce più ampia su fenomeni e problematiche proprie del mondo marittimo d’antico regime. In primo luogo il complesso intreccio di interessi che ruotavano intorno alla guerra di corsa e al contrabbando. In secondo luogo il ruolo strategico rivestito da alcune tipologie di merci (come il sale e i disertori) e il diffuso ricorso a false identità e “bandiere ombra”. Si tratta di fenomeni che solitamente emergono con maggior vigore durante i periodi di guerra e risultano, quindi, particolarmente evidenti nel quadro del conflitto còrso–genovese, grazie anche all’intreccio con la cruciale questione del riconoscimento della bandiera còrsa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/713374
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