Il prodotto approfondisce, in chiave globale, le problematiche connesse allo studio della scultura in legno di ambito genovese dalla fine del Cinquecento al Settecento. In primo luogo si sono offerte solide fondamenta alla successione dei fatti, ossia all’alternanza degli artisti e alla loro produzione nell’ambito della scansione delle epoche e delle scelte culturali. Materiale necessario per questo scopo sono stati due strumenti repertoriali, collocati in appendice, ossia le Schede biografiche (214 profili) delle personalità coinvolte (scultori, pittori progettisti, coloritori di statue, esecutori dei basamenti) e il Regesto dei documenti (127 documenti), che include quietanze e contratti di commissione relativi ai secoli esaminati, oltre a questioni cruciali connesse al rapporto tra gli scultori e l’Arte dei bancalari e atti di varia natura, come locazioni di botteghe, avvio di discepolati, testamenti, suppliche e controversie. Questi strumenti, considerati in maniera complementare e unitaria, hanno consentito la stesura dei saggi, organizzati in una serie di percorsi: il ruolo sociale dello scultore, a confronto con il parallelo ambiente degli artisti avvezzi a scolpire il marmo; la disamina sui contratti notarili; la ricostruzione delle fasi progettuali ed esecutive dell’opera; infine il percorso fondante, più propriamente storico-artistico, che presenta la successione di opere e botteghe e che pone in forte risalto lacune e problematiche. Dalle botteghe cinquecentesche degli intagliatori di origine forestiera (i Castellino, i Forlani, i Santacroce, i Bissoni) ai grandi laboratori degli scultori d’età barocca (Filippo Parodi, Giovanni Andrea Torre, Anton Maria Maragliano) emerge una produzione molto articolata di gruppi processionali, arredi, crocifissi e immagini mariane, capillarmente diffusa su tutto il territorio della Repubblica e ampiamente esportata all’estero.

Scultura genovese in legno policromo dal secondo Cinquecento al Settecento

SANGUINETI, DANIELE
2013-01-01

Abstract

Il prodotto approfondisce, in chiave globale, le problematiche connesse allo studio della scultura in legno di ambito genovese dalla fine del Cinquecento al Settecento. In primo luogo si sono offerte solide fondamenta alla successione dei fatti, ossia all’alternanza degli artisti e alla loro produzione nell’ambito della scansione delle epoche e delle scelte culturali. Materiale necessario per questo scopo sono stati due strumenti repertoriali, collocati in appendice, ossia le Schede biografiche (214 profili) delle personalità coinvolte (scultori, pittori progettisti, coloritori di statue, esecutori dei basamenti) e il Regesto dei documenti (127 documenti), che include quietanze e contratti di commissione relativi ai secoli esaminati, oltre a questioni cruciali connesse al rapporto tra gli scultori e l’Arte dei bancalari e atti di varia natura, come locazioni di botteghe, avvio di discepolati, testamenti, suppliche e controversie. Questi strumenti, considerati in maniera complementare e unitaria, hanno consentito la stesura dei saggi, organizzati in una serie di percorsi: il ruolo sociale dello scultore, a confronto con il parallelo ambiente degli artisti avvezzi a scolpire il marmo; la disamina sui contratti notarili; la ricostruzione delle fasi progettuali ed esecutive dell’opera; infine il percorso fondante, più propriamente storico-artistico, che presenta la successione di opere e botteghe e che pone in forte risalto lacune e problematiche. Dalle botteghe cinquecentesche degli intagliatori di origine forestiera (i Castellino, i Forlani, i Santacroce, i Bissoni) ai grandi laboratori degli scultori d’età barocca (Filippo Parodi, Giovanni Andrea Torre, Anton Maria Maragliano) emerge una produzione molto articolata di gruppi processionali, arredi, crocifissi e immagini mariane, capillarmente diffusa su tutto il territorio della Repubblica e ampiamente esportata all’estero.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/681646
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