Il complesso fu realizzato negli anni Trenta per dotare la città di una struttura sportiva all’avanguardia che potesse agevolare, come sottolineato dalla stampa del tempo, la formazione di nuovi atleti nella disciplina del nuoto. Per la prima volta furono costruiti in un unico complesso una piscina olimpionica coperta con gradinate e tre piscine scoperte, di cui una per bambini. L’edificio era dotato inoltre di locali per la direzione e la segreteria, di sala riunioni per la Federazione del Nuoto, sala stampa, spazi di ristoro, una grande terrazza per cure elioterapiche e un salone per le feste. Una pista a circuito per il pattinaggio e la corsa circondava infine il complesso. L’impianto, che rivela una notevole ambizione tecnica e costruttiva, costituì vanto per il regime e fu una notevole cassa di risonanza propagandistica per il fascismo nella politica di realizzazioni di grandi strutture con finalità sociali. Espressione all’epoca tra le più moderne in Europa sul piano della concezione architettonica e in linea ai più aggiornati criteri organizzativi e tipologici, il complesso delle piscine di Albaro ottenne i favori unanimi della critica. Il progetto, selezionato al concorso nazionale di architettura sportiva bandito dal CONI, fu ufficialmente esposto alle Olimpiadi dell’Arte di Berlino del 1936, condividendo “l’altissima designazione” e il “primato di edilizia urbanistica sportiva” con le maquettes del Foro Mussolini di Roma e dello Stadio Mussolini di Torino.

Stadio del nuoto di Albaro - Genova

DE MAESTRI, SARA;VECCHIATTINI, RITA
2007-01-01

Abstract

Il complesso fu realizzato negli anni Trenta per dotare la città di una struttura sportiva all’avanguardia che potesse agevolare, come sottolineato dalla stampa del tempo, la formazione di nuovi atleti nella disciplina del nuoto. Per la prima volta furono costruiti in un unico complesso una piscina olimpionica coperta con gradinate e tre piscine scoperte, di cui una per bambini. L’edificio era dotato inoltre di locali per la direzione e la segreteria, di sala riunioni per la Federazione del Nuoto, sala stampa, spazi di ristoro, una grande terrazza per cure elioterapiche e un salone per le feste. Una pista a circuito per il pattinaggio e la corsa circondava infine il complesso. L’impianto, che rivela una notevole ambizione tecnica e costruttiva, costituì vanto per il regime e fu una notevole cassa di risonanza propagandistica per il fascismo nella politica di realizzazioni di grandi strutture con finalità sociali. Espressione all’epoca tra le più moderne in Europa sul piano della concezione architettonica e in linea ai più aggiornati criteri organizzativi e tipologici, il complesso delle piscine di Albaro ottenne i favori unanimi della critica. Il progetto, selezionato al concorso nazionale di architettura sportiva bandito dal CONI, fu ufficialmente esposto alle Olimpiadi dell’Arte di Berlino del 1936, condividendo “l’altissima designazione” e il “primato di edilizia urbanistica sportiva” con le maquettes del Foro Mussolini di Roma e dello Stadio Mussolini di Torino.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/543083
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