La stabilità articolare di un’anca protesizzata, basata sul corretto rapporto tra le componenti e sul mantenimento dell’equilibrio muscolo-legamentoso, è fondamentale per la funzione articolare e per il successo a lungo termine dell’impianto in termini di integrazione e di rimodellamento osseo. L’instabilità, nei suoi aspetti di sublussazione e, soprattutto, di lussazione, rappresenta una delle complicaze più frequenti, sia come lussazione precoce (0.5-10%) che come lussazione tardiva. Nella sua eziopatogenesi si possono riconoscere fattori determinanti (malposizione delle componenti, insufficiente ritensione muscolare, fenomeni di impingement), quasi tutti riconducibili ad un errore chirurgico, e fattori di rischio, cioè una serie di situazioni pre- o intra-operatorie capaci di amplificare le conseguenze di errori tecnici anche modesti. Tra i principali fattori di rischio vengono considerate alcune caratteristiche del paziente (sesso, abuso di alcool), alcune scelte chirurgiche (via di accesso) ma, soprattutto, precedenti interventi sull’anca e tutte le condizioni patologiche di origine nervosa, muscolare o ossea che comportino inefficienza del motore muscolare dell’articolazione, per ipotonia, ipotrofia, detensione o retrazione, o alterazioni morfostrutturali tali da determinare difficoltà ricostruttive.

Fattori di rischio pre-operatori per la stabilità protesica nella protesi d’anca.

SANGUINETI, FRANCESCA;
2004-01-01

Abstract

La stabilità articolare di un’anca protesizzata, basata sul corretto rapporto tra le componenti e sul mantenimento dell’equilibrio muscolo-legamentoso, è fondamentale per la funzione articolare e per il successo a lungo termine dell’impianto in termini di integrazione e di rimodellamento osseo. L’instabilità, nei suoi aspetti di sublussazione e, soprattutto, di lussazione, rappresenta una delle complicaze più frequenti, sia come lussazione precoce (0.5-10%) che come lussazione tardiva. Nella sua eziopatogenesi si possono riconoscere fattori determinanti (malposizione delle componenti, insufficiente ritensione muscolare, fenomeni di impingement), quasi tutti riconducibili ad un errore chirurgico, e fattori di rischio, cioè una serie di situazioni pre- o intra-operatorie capaci di amplificare le conseguenze di errori tecnici anche modesti. Tra i principali fattori di rischio vengono considerate alcune caratteristiche del paziente (sesso, abuso di alcool), alcune scelte chirurgiche (via di accesso) ma, soprattutto, precedenti interventi sull’anca e tutte le condizioni patologiche di origine nervosa, muscolare o ossea che comportino inefficienza del motore muscolare dell’articolazione, per ipotonia, ipotrofia, detensione o retrazione, o alterazioni morfostrutturali tali da determinare difficoltà ricostruttive.
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