I contributi delle discipline psicologiche e psichiatriche evidenziano come il supporto dei familiari, l’intervento da parte di specialisti e, ancora, la precocità dell’intervento a sostegno della relazione genitore-figlio, possono compensare molte delle limitazioni che ruotano intorno alla malattia mentale di un genitore. In particolare sembra che il sostegno costante di un adulto che sia in grado di fornire opportunità di apprendimento, attraverso strategie di insegnamento appropriate alle potenzialità mentali del genitore, nonché consigli pratici e assistenza nei compiti quotidiani, e che sia disponibile ad intervenire in qualsiasi momento e a farsi carico, nell’emergenza, direttamente di alcuni compiti, possa compensare, integrare e sostenere in modo positivo la relazione del genitore affetto da malattia mentale con il figlio minore. La necessità per il consulente tecnico, chiamato a valutare le funzioni genitoriali nel paziente psichiatrico, di estendere l’indagine alla verifica della recuperabilità della relazione parentale, attraverso una analisi dinamica, non solo dell’andamento del disturbo mentale e della sua specifica incidenza sul compito parentale e sui tempi di sviluppo e di resilienza del minore, ma anche delle effettive risorse e degli strumenti che possono essere attivati, sollecita il consulente stesso ad oltrepassare il mero momento nosografico, per una comprensiva valutazione delle competenze genitoriali. Recenti e innovative applicazioni del nuovo sistema di protezione delle persone prive di autonomia (dettato dalla legge n. 6 del 2004 sull’amministrazione di sostegno) offrono spunti di riflessione anche sulla metodologia valutativa delle competenze genitoriali e, in particolare, sulla individuazione e messa a punto di misure rivolte a proteggere le relazioni affettive del paziente con disturbi psichiatrici, nei limiti e nelle forme in cui ciò risulti compatibile con il concreto stato del soggetto. La misura dell’amministrazione di sostegno può, infatti, rappresentare un’utile risorsa, per la tutela di tutte le variegate dimensioni in cui si esprime la personalità del paziente psichiatrico e per rimuovere quegli ostacoli che si frappongono alla libera esplicazione delle affettività.

La valutazione delle funzioni genitoriali nel paziente psichiatrico e il supporto dell’amministrazione di sostegno: tra conoscenza e affettività

CILIBERTI, ROSAGEMMA;ROCCA, GABRIELE;BANDINI, TULLIO
2012-01-01

Abstract

I contributi delle discipline psicologiche e psichiatriche evidenziano come il supporto dei familiari, l’intervento da parte di specialisti e, ancora, la precocità dell’intervento a sostegno della relazione genitore-figlio, possono compensare molte delle limitazioni che ruotano intorno alla malattia mentale di un genitore. In particolare sembra che il sostegno costante di un adulto che sia in grado di fornire opportunità di apprendimento, attraverso strategie di insegnamento appropriate alle potenzialità mentali del genitore, nonché consigli pratici e assistenza nei compiti quotidiani, e che sia disponibile ad intervenire in qualsiasi momento e a farsi carico, nell’emergenza, direttamente di alcuni compiti, possa compensare, integrare e sostenere in modo positivo la relazione del genitore affetto da malattia mentale con il figlio minore. La necessità per il consulente tecnico, chiamato a valutare le funzioni genitoriali nel paziente psichiatrico, di estendere l’indagine alla verifica della recuperabilità della relazione parentale, attraverso una analisi dinamica, non solo dell’andamento del disturbo mentale e della sua specifica incidenza sul compito parentale e sui tempi di sviluppo e di resilienza del minore, ma anche delle effettive risorse e degli strumenti che possono essere attivati, sollecita il consulente stesso ad oltrepassare il mero momento nosografico, per una comprensiva valutazione delle competenze genitoriali. Recenti e innovative applicazioni del nuovo sistema di protezione delle persone prive di autonomia (dettato dalla legge n. 6 del 2004 sull’amministrazione di sostegno) offrono spunti di riflessione anche sulla metodologia valutativa delle competenze genitoriali e, in particolare, sulla individuazione e messa a punto di misure rivolte a proteggere le relazioni affettive del paziente con disturbi psichiatrici, nei limiti e nelle forme in cui ciò risulti compatibile con il concreto stato del soggetto. La misura dell’amministrazione di sostegno può, infatti, rappresentare un’utile risorsa, per la tutela di tutte le variegate dimensioni in cui si esprime la personalità del paziente psichiatrico e per rimuovere quegli ostacoli che si frappongono alla libera esplicazione delle affettività.
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