Tra il Tanaro e via del Campo tra il 32 parallelo e la cordigliera colombiana si getta la gente alla disperata tra una fiamma un portone e un’argine. Se l’oracolo parlasse ancora tra gli irti boschi le acque ripide di ombra fresche e bianche il terremoto della Colombia sarebbe castigo per le cattiverie umane, per la distruzione delle terre per coltivare coca che inonda i poveri infelici e deboli e viziosi incapaci al sostegno pesante del vivere, gli occhi grigi verso l’esterno che male solo vedono e il bello non sentono e il buono. Ma anche nella devastazione la mano velata del dio si china tra questi dannati e tristi, soffia un vento sulla bocca e le aperte ferite così sopravvivono dopo giorni di polvere e vengono estratti lentamente con timore alla luce opacizzata del villaggio errabondo, altri rimangono a respirare l’alito divino salvandosi secondo modi diversi. Un segno della benevolenza sarebbe questo se l’oracolo ancora dicesse parole ambigue segno che apre alla constatazione che la verità è il velo di tutti i colori quando una vita da altra è salvata, quando azione benefica cancella ogni nequizia e senti lo sfrigolio della luce dietro il mantello che si apre che si scopre a frammenti per non accecare i nostri poveri occhiali abituati alle frequenze avvolte dall’atmosfera sporca e assorbente.
L'albero azzurro
BONESSIO DI TERZET, ETTORE
2004-01-01
Abstract
Tra il Tanaro e via del Campo tra il 32 parallelo e la cordigliera colombiana si getta la gente alla disperata tra una fiamma un portone e un’argine. Se l’oracolo parlasse ancora tra gli irti boschi le acque ripide di ombra fresche e bianche il terremoto della Colombia sarebbe castigo per le cattiverie umane, per la distruzione delle terre per coltivare coca che inonda i poveri infelici e deboli e viziosi incapaci al sostegno pesante del vivere, gli occhi grigi verso l’esterno che male solo vedono e il bello non sentono e il buono. Ma anche nella devastazione la mano velata del dio si china tra questi dannati e tristi, soffia un vento sulla bocca e le aperte ferite così sopravvivono dopo giorni di polvere e vengono estratti lentamente con timore alla luce opacizzata del villaggio errabondo, altri rimangono a respirare l’alito divino salvandosi secondo modi diversi. Un segno della benevolenza sarebbe questo se l’oracolo ancora dicesse parole ambigue segno che apre alla constatazione che la verità è il velo di tutti i colori quando una vita da altra è salvata, quando azione benefica cancella ogni nequizia e senti lo sfrigolio della luce dietro il mantello che si apre che si scopre a frammenti per non accecare i nostri poveri occhiali abituati alle frequenze avvolte dall’atmosfera sporca e assorbente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.