All’antropologia metafisica di Rosmini occorre riconoscere il merito di aver restituito al pensiero occidentale, dopo la speculazione di Hegel, un uomo non dimidiato, e non prigioniero delle visioni unilaterali e parziali del sentimentalismo, dell’intellettualismo, e dell’arbitrarismo assoluto (si pensi alla posizione di un Sartre); il che significa, in ultima analisi, che la Rivelazione cristiana ha consentito a Rosmini di ricondurre la struttura della soggettività umana a quei caratteri di pluridimensionalità e pluripolarità, che se da un lato consentono di ottemperare alle istanze della fenomenologia dell’esperienza, dall’altro rendono piena giustizia al richiamo di Platone, il quale fa dipendere la filosoficità di un discorso dalla sua contemplazione dell’intero.
L’io tra finito ed infinito. Rosmini dopo Hegel
DE LUCIA, PAOLO
2008-01-01
Abstract
All’antropologia metafisica di Rosmini occorre riconoscere il merito di aver restituito al pensiero occidentale, dopo la speculazione di Hegel, un uomo non dimidiato, e non prigioniero delle visioni unilaterali e parziali del sentimentalismo, dell’intellettualismo, e dell’arbitrarismo assoluto (si pensi alla posizione di un Sartre); il che significa, in ultima analisi, che la Rivelazione cristiana ha consentito a Rosmini di ricondurre la struttura della soggettività umana a quei caratteri di pluridimensionalità e pluripolarità, che se da un lato consentono di ottemperare alle istanze della fenomenologia dell’esperienza, dall’altro rendono piena giustizia al richiamo di Platone, il quale fa dipendere la filosoficità di un discorso dalla sua contemplazione dell’intero.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.