Il saggio si propone di esaminare le numerose fonti conservate nei papiri di provenienza egiziana e nelle chartae cosiddette ravennati, che permettono allo storico del diritto romano tardoantico di confrontare la normativa imperiale in materia testamentaria, a partire da Costantino e soprattutto da Teodosio II fino a Giustiniano, con i documenti della prassi. Di particolare interesse tra i documenti orientali si segnala il testamento di Flavio Phoibammon, archiatra della località di Antinoe, confezionato dal notaio Dioscoro nel 570 d.C., che testimonia la corretta applicazione della legislazione giustinianea, di cui segnatamente indicativo è l’utilizzo del cosiddetto protocollo, ovvero della carta bollata, richiesta dall’imperatore ai tabelloni costantinopolitani attraverso la Nov. 44 del 537 d.C. Tra gli instrumenta occidentali si evidenzia invece una serie di aperture testamentarie fatte in tempi diversi –a partire dalla fine del V secolo fino alla metà del VI secolo- di fronte ai magistrati di Ravenna e riunite infine in un unico documento, che costituisce la copia autentica richiesta agli uffici della municipalità dalla chiesa cattolica, che risulta erede o legataria di questi atti di ultima volontà, durante un probabile riordino dei suoi archivi avvenuto alla fine del VI secolo

Il testamento tardoromano tra Oriente e Occidente:alcune riflessioni sui documenti della prassi

MIGLIARDI, LIVIA
2010-01-01

Abstract

Il saggio si propone di esaminare le numerose fonti conservate nei papiri di provenienza egiziana e nelle chartae cosiddette ravennati, che permettono allo storico del diritto romano tardoantico di confrontare la normativa imperiale in materia testamentaria, a partire da Costantino e soprattutto da Teodosio II fino a Giustiniano, con i documenti della prassi. Di particolare interesse tra i documenti orientali si segnala il testamento di Flavio Phoibammon, archiatra della località di Antinoe, confezionato dal notaio Dioscoro nel 570 d.C., che testimonia la corretta applicazione della legislazione giustinianea, di cui segnatamente indicativo è l’utilizzo del cosiddetto protocollo, ovvero della carta bollata, richiesta dall’imperatore ai tabelloni costantinopolitani attraverso la Nov. 44 del 537 d.C. Tra gli instrumenta occidentali si evidenzia invece una serie di aperture testamentarie fatte in tempi diversi –a partire dalla fine del V secolo fino alla metà del VI secolo- di fronte ai magistrati di Ravenna e riunite infine in un unico documento, che costituisce la copia autentica richiesta agli uffici della municipalità dalla chiesa cattolica, che risulta erede o legataria di questi atti di ultima volontà, durante un probabile riordino dei suoi archivi avvenuto alla fine del VI secolo
2010
9788854830226
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/294493
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact