Il trapianto di reni adulti nel paziente pediatrico di piccolo dimensioni può portare ad una serie di complicanze, talora gravi. Una complicanza spesso non riconosciuta è la sindrome compartimentale addominale (ACS), che può essere causata da un aumento acuto del contenuto addominale con conseguente aumento della pressione endo-addominale. La diagnosi di ACS può non essere facile soprattutto se rapportata alla chirurgia trapiantologia ed in particolare al trapianto di rene e da una serie di alterazioni, quali tensione addominale, atelectasia polmonare, aumento della pressione di picco inspiratoria, oliguria sino all’anuria, riduzione della portata cardiaca ipotensione, alterazioni neurologiche e danno perfusionale del territorio splancnico che possono portare all’insufficienza multi-organo. Esiste anche una sindrome compartimentale del rene trapiantato: una mal funzione del trapianto secondaria a ipertensione endo-addominale con conseguente ischemia d’organo spesso diagnostica mediante eco-doppler, che evidenzia un’ipoperfusione. Una diagnosi precoce e un suo trattamento medico e/o chirurgico sono fondamentali. Dal 1985 sono stati eseguiti nel nostro centro 342 trapianti di rene in pazienti pediatrici (di cui 317 da donatore cadavere e 25 da donatore vivente), dallo studio della nostra casistica è emerso che 83 riceventi pesavano meno di 20 kg (di questi 37 meno di15 kg) e di questi 16 hanno ricevuto un rene da donatore adulto o comunque un rene di “grosse dimensioni di questi pazienti. Valutando i dati dell’immediato post-operatorio di questi 16 pazienti (9 erano in dialisi peritoneale e 7 in emodialisi) 7 di questi hanno avuto corredo sintomatologico riconducibile ad una ACS in forma più o meno grave: tutti i pazienti erano al di sotto di 15 kg di peso e di questi 2 erano in dialisi peritoneale e 5 in emodialisi. In un caso è stato necessario un re-intervento con posizionamento di una protesi e in un caso il paziente ha dovuto essere re-intubato e ventilato per 2 gg prima di assistere a un lento e progressivo miglioramento (in questo caso la pressione intraddominale -IAP- superava i 25 mm di Hg). Dal 2005 è uso routinario monitorare durante la fase di ricostruzione della parete addominale e nell’immediato post-operatorio la IAP ed eseguire un ecodoppler prima e dopo la chiusura al fine di vedere variazioni della perfusione del rene trapiantato per prevenire l’insorgenza dell’ACS non ricorrendo per esempio ad una chiusura forzata della parete addominale, ma utilizzando protesi, che in questo caso hanno un effetto decompressivo. In conclusione, la sindrome compartimentale addominale è spesso una causa sottostimata di disfunzione del rene trapiantato e deve essere presa in considerazione tra le sue possibili cause. Nel paziente di piccole dimensioni è prudente misurare la IAP durante l’intervento e nel post-operatorio soprattutto se il paziente è in emodialisi per prevenire l’insorgenza della sindrome .

La sindrome compartimentale nel paziente pediatrico sottoposto a trapianto di rene.

SANTORI, GREGORIO;VALENTE, UMBERTO
2007-01-01

Abstract

Il trapianto di reni adulti nel paziente pediatrico di piccolo dimensioni può portare ad una serie di complicanze, talora gravi. Una complicanza spesso non riconosciuta è la sindrome compartimentale addominale (ACS), che può essere causata da un aumento acuto del contenuto addominale con conseguente aumento della pressione endo-addominale. La diagnosi di ACS può non essere facile soprattutto se rapportata alla chirurgia trapiantologia ed in particolare al trapianto di rene e da una serie di alterazioni, quali tensione addominale, atelectasia polmonare, aumento della pressione di picco inspiratoria, oliguria sino all’anuria, riduzione della portata cardiaca ipotensione, alterazioni neurologiche e danno perfusionale del territorio splancnico che possono portare all’insufficienza multi-organo. Esiste anche una sindrome compartimentale del rene trapiantato: una mal funzione del trapianto secondaria a ipertensione endo-addominale con conseguente ischemia d’organo spesso diagnostica mediante eco-doppler, che evidenzia un’ipoperfusione. Una diagnosi precoce e un suo trattamento medico e/o chirurgico sono fondamentali. Dal 1985 sono stati eseguiti nel nostro centro 342 trapianti di rene in pazienti pediatrici (di cui 317 da donatore cadavere e 25 da donatore vivente), dallo studio della nostra casistica è emerso che 83 riceventi pesavano meno di 20 kg (di questi 37 meno di15 kg) e di questi 16 hanno ricevuto un rene da donatore adulto o comunque un rene di “grosse dimensioni di questi pazienti. Valutando i dati dell’immediato post-operatorio di questi 16 pazienti (9 erano in dialisi peritoneale e 7 in emodialisi) 7 di questi hanno avuto corredo sintomatologico riconducibile ad una ACS in forma più o meno grave: tutti i pazienti erano al di sotto di 15 kg di peso e di questi 2 erano in dialisi peritoneale e 5 in emodialisi. In un caso è stato necessario un re-intervento con posizionamento di una protesi e in un caso il paziente ha dovuto essere re-intubato e ventilato per 2 gg prima di assistere a un lento e progressivo miglioramento (in questo caso la pressione intraddominale -IAP- superava i 25 mm di Hg). Dal 2005 è uso routinario monitorare durante la fase di ricostruzione della parete addominale e nell’immediato post-operatorio la IAP ed eseguire un ecodoppler prima e dopo la chiusura al fine di vedere variazioni della perfusione del rene trapiantato per prevenire l’insorgenza dell’ACS non ricorrendo per esempio ad una chiusura forzata della parete addominale, ma utilizzando protesi, che in questo caso hanno un effetto decompressivo. In conclusione, la sindrome compartimentale addominale è spesso una causa sottostimata di disfunzione del rene trapiantato e deve essere presa in considerazione tra le sue possibili cause. Nel paziente di piccole dimensioni è prudente misurare la IAP durante l’intervento e nel post-operatorio soprattutto se il paziente è in emodialisi per prevenire l’insorgenza della sindrome .
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