La chiesa di San Sisto sorge a Genova nel quartiere di Pré, antico borgo al di fuori delle mura che nel XII secolo cingevano la città vecchia. Le attuali forme neoclassiche, che contraddistinguono l’intero volume a pianta centrale progettato dagli architetti Pellegrini e Resasco, celano un passato ricco di storia che affonda le sue radici nel Medioevo. La chiesa priorale, eretta lungo l’antico percorso extraurbano che conduceva verso la Francia, dipendeva da un Monastero benedettino ubicato nei pressi di Torino e, come altri edifici religiosi presenti nel borgo, si prestava ad ospitare i pellegrini in viaggio verso occidente. La chiesa medievale fu quasi totalmente demolita nel 1825 per far posto all’attuale edificio che, da allora, avrebbe svolto la prestigiosa funzione di cappella reale collegata al Palazzo Reale mediante una galleria sovrastante la Via Carlo Alberto, in virtù della privilegiata posizione attigua a Palazzo Balbi-Durazzo (Palazzo Reale), sede dei Savoia dal 1824. L’abbandono di Palazzo Reale da parte dei Savoia e il generale decadimento materiale e sociale del quartiere di Pré avviarono la chiesa, già alla fine dell’Ottocento, ad un lento declino ben presto concretizzato in un avanzato stato di degrado che proseguì fino alla fine degli anni Ottanta quando iniziarono i lavori di restauro dell’edificio sacro. Durante tali opere, condotte dal 1988 al 2003 sotto la guida della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria, furono rintracciate alcune porzioni dell’edificio medievale che sembrava ormai perduto e l’analisi archeologica delle preesistenze mise in luce una stratificazione di interventi ben più complessa di quella nota dalle fonti documentarie fino ad oggi rintracciate. L’analisi di strutture, talvolta emerse da lacune degli intonaci ottocenteschi talvolta solo intuite al di sotto dei rivestimenti più volte ridipinti nel corso del Novecento, ha affinato le capacità di analisi e ha reso necessario il contemporaneo utilizzo di differenti metodi d’indagine. Il carattere limitato e sporadico delle porzioni murarie studiate ha determinato la necessità di inserire i diversi elementi, individuati dall’analisi archeologica, in un sistema di riferimento univoco in modo da permetterne la collocazione reciproca nello spazio evidenziandone il rapporto con l’impianto planimetrico della chiesa attuale. Il successo di tale operazione ha permesso, infine, di formulare alcune ipotesi per estendere il lavoro ad altri edifici del comparto urbano e studiarne le dinamiche di trasformazione che mutarono il volto dell’antico borgo medievale di Pré nel corso del XVII e XIX secolo.

San Sisto in Genova: la chiesa dei re. Dall'analisi archeologica allo studio del comparto urbano.

VECCHIATTINI, RITA;MUSSO, STEFANO FRANCESCO;
2006-01-01

Abstract

La chiesa di San Sisto sorge a Genova nel quartiere di Pré, antico borgo al di fuori delle mura che nel XII secolo cingevano la città vecchia. Le attuali forme neoclassiche, che contraddistinguono l’intero volume a pianta centrale progettato dagli architetti Pellegrini e Resasco, celano un passato ricco di storia che affonda le sue radici nel Medioevo. La chiesa priorale, eretta lungo l’antico percorso extraurbano che conduceva verso la Francia, dipendeva da un Monastero benedettino ubicato nei pressi di Torino e, come altri edifici religiosi presenti nel borgo, si prestava ad ospitare i pellegrini in viaggio verso occidente. La chiesa medievale fu quasi totalmente demolita nel 1825 per far posto all’attuale edificio che, da allora, avrebbe svolto la prestigiosa funzione di cappella reale collegata al Palazzo Reale mediante una galleria sovrastante la Via Carlo Alberto, in virtù della privilegiata posizione attigua a Palazzo Balbi-Durazzo (Palazzo Reale), sede dei Savoia dal 1824. L’abbandono di Palazzo Reale da parte dei Savoia e il generale decadimento materiale e sociale del quartiere di Pré avviarono la chiesa, già alla fine dell’Ottocento, ad un lento declino ben presto concretizzato in un avanzato stato di degrado che proseguì fino alla fine degli anni Ottanta quando iniziarono i lavori di restauro dell’edificio sacro. Durante tali opere, condotte dal 1988 al 2003 sotto la guida della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria, furono rintracciate alcune porzioni dell’edificio medievale che sembrava ormai perduto e l’analisi archeologica delle preesistenze mise in luce una stratificazione di interventi ben più complessa di quella nota dalle fonti documentarie fino ad oggi rintracciate. L’analisi di strutture, talvolta emerse da lacune degli intonaci ottocenteschi talvolta solo intuite al di sotto dei rivestimenti più volte ridipinti nel corso del Novecento, ha affinato le capacità di analisi e ha reso necessario il contemporaneo utilizzo di differenti metodi d’indagine. Il carattere limitato e sporadico delle porzioni murarie studiate ha determinato la necessità di inserire i diversi elementi, individuati dall’analisi archeologica, in un sistema di riferimento univoco in modo da permetterne la collocazione reciproca nello spazio evidenziandone il rapporto con l’impianto planimetrico della chiesa attuale. Il successo di tale operazione ha permesso, infine, di formulare alcune ipotesi per estendere il lavoro ad altri edifici del comparto urbano e studiarne le dinamiche di trasformazione che mutarono il volto dell’antico borgo medievale di Pré nel corso del XVII e XIX secolo.
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