la prima parte del volume è dedicata a una disamina delle tematiche connesse alla valutazione delle persone con autismo, sia in termini generali sia in relazione ad alcune aree di sviluppo specifiche. La seconda parte invece presenta, senza pretesa d esaustività, alcuni approcci all’intervento con persone autistiche. Nel volume vengono quindi accostati, da un lato, quadri concettuali e modelli operativi tra loro molto diversi, ma accomunati dal condividere un approccio olistico, che assume come punto di partenza la necessità di integrare gli interventi rivolti alla persona, piuttosto che parcellizzare le attività finalizzate al raggiungimento di singole abilità. Si affiancano inoltre contributi elaborati da esperti del settore, orientati a coniugare la pratica professionale con i suoi principi ispiratori e fondamenti concettuali (capitoli 2, 5 e 6) e contributi di ricercatori, maggiormente connessi all’attività di studio e di approfondimento teorico degli autori (capitoli 1, 3, 4, 7 e 8). Nel primo capitolo, Problemi nella valutazione dello sviluppo nell’autismo, si espongono sinteticamente alcuni principi generali della valutazione in età evolutiva, per poi enucleare gli aspetti più critici nella valutazione dello sviluppo atipico e in particolare delle persone con autismo. Il secondo capitolo, Strumenti diagnostici e valutazione dell’autismo, è una disamina dei principali strumenti che si utilizzano nella diagnosi del disturbo autistico e nella valutazione del funzionamento individuale. In tale rassegna, che non pretende di essere esaustiva, si definiscono obiettivi, pregi e limiti dei principali metodi di valutazione, tenendo conto anche delle caratteristiche psicometriche. Il terzo capitolo, La valutazione cognitiva nei soggetti autistici, partendo dalla constatazione delle notevoli differenze inter-individuali, si propone di fornire un quadro utile all’individuazione dei reattivi più adeguati ai diversi soggetti, in relazione alle loro caratteristiche specifiche. In particolare vengono descritte due scale d’intelligenza attualmente tra le più utilizzate nella pratica clinica e di ricerca (la scala Weschler per bambini in età scolare, WISC-III, e la Leiter-R), mettendo in luce i possibili accorgimenti da adottare nella somministrazione di questi strumenti alle persone autistiche. Già nelle prime descrizioni cliniche dell’autismo si enfatizza la centralità della compromissione nella componente comunicativa in questa patologia. Negli ultimi 20 anni molte ricerche hanno analizzato il manifestarsi di questi problemi, soprattutto nell’età prescolare, anche al fine di chiarire come l’intenzione comunicativa e la comunicazione si sviluppino in questa popolazione. Nel quarto capitolo, Comunicazione e linguaggio nell’autismo: problemi valutativi, si parte da un’approfondita analisi delle ricerche classiche e recenti sulla comunicazione sociale, sullo sviluppo linguistico e sulle peculiarità lessicali nei bambini con autismo; vengono poi presentati i risultati di una ricerca condotta da alcuni degli autori, finalizzata a monitorare l’evoluzione della comunicazione spontanea di 3 bambini autistici seguiti presso il centro autismo di La Spezia con il metodo AERC nell’arco di un anno, confrontandola con i risultati di un gruppo di controllo, composto di 3 bambini non frequentanti il Centro. Il quinto capitolo descrive un modello integrato per il trattamento dell’autismo. Infatti, diversi approcci metodologici presentano componenti essenziali da inserire in programmi di trattamento, in quanto ognuno di essi nasce all’interno di significative sistemi di studio e di ricerca; inoltre, i soggetti con DSA presentano caratteristiche cognitive e relazionali talmente differenziate tra loro da rendere impossibile la generalizzazione di un approccio a tutti i casi. L’autore, partendo dalla sua esperienza clinica e di studio, presenta e illustra i diversi modelli e la loro possibile integrazione. Nel sesto capitolo, La comunicazione facilitata: presentazione del metodo, viene introdotta e descritta una metodologia la cui efficacia è stata molto discussa dalla comunità scientifica e da quella clinica a livello internazionale. L’autrice, madre di un ragazzo autistico e responsabile della conoscenza, della diffusione e dell’evoluzione di questo approccio nella realtà italiana, presenta il metodo nel suo inquadramento storico e negli sviluppi recenti, coniugando osservazioni quotidiane, esperienza pluriennale nel settore e riflessioni teoriche a supporto della validità di un utilizzo rigoroso e mirato del metodo. L’obiettivo del settimo capitolo, La comunicazione facilitata come modalità di comunicazione, è quello di mettere a fuoco possibili metodi di analisi per studiare le caratteristiche della comunicazione facilitata in quanto forma specifica di interazione. Vengono così analizzate, prendendo spunto da una ricerca di alcuni degli autori e attraverso numerosi esempi: il contatto fisico e gli aspetti non verbali della comunicazione; le funzioni del linguaggio adulto e l’andamento dello scambio dialogico, anche al fine di evidenziare alcuni elementi a sostegno della authorship dei messaggi prodotti dai ragazzi osservati. Prendendo spunto dalle medesime ricerche e da altri studi basati sull’analisi linguistica della comunicazione facilitata, l’ottavo capitolo, Aspetti linguistici della comunicazione facilitata, descrive ed esemplifica alcune qualità linguistiche della c.f. (peculiarità stilistiche e formali, termini idiosincratici, parole inusuali e neologismi). L’autrice si sofferma in modo particolare sull’uso di linguaggio “poetico” e di espressioni metaforiche e sul lessico psicologico dei ragazzi autistici, sottolineando l’importanza dei risultati ottenuti alla luce delle carenze evidenziate in questi ambiti dagli studi sulla comprensione e sulla produzione orale delle persone con autismo.

Lavorare per e con le persone autistiche. Verso un'integrazione tra ricerca, valutazione e intervento

SCOPESI, ALDA MARIA;ZANOBINI, MIRELLA
2010-01-01

Abstract

la prima parte del volume è dedicata a una disamina delle tematiche connesse alla valutazione delle persone con autismo, sia in termini generali sia in relazione ad alcune aree di sviluppo specifiche. La seconda parte invece presenta, senza pretesa d esaustività, alcuni approcci all’intervento con persone autistiche. Nel volume vengono quindi accostati, da un lato, quadri concettuali e modelli operativi tra loro molto diversi, ma accomunati dal condividere un approccio olistico, che assume come punto di partenza la necessità di integrare gli interventi rivolti alla persona, piuttosto che parcellizzare le attività finalizzate al raggiungimento di singole abilità. Si affiancano inoltre contributi elaborati da esperti del settore, orientati a coniugare la pratica professionale con i suoi principi ispiratori e fondamenti concettuali (capitoli 2, 5 e 6) e contributi di ricercatori, maggiormente connessi all’attività di studio e di approfondimento teorico degli autori (capitoli 1, 3, 4, 7 e 8). Nel primo capitolo, Problemi nella valutazione dello sviluppo nell’autismo, si espongono sinteticamente alcuni principi generali della valutazione in età evolutiva, per poi enucleare gli aspetti più critici nella valutazione dello sviluppo atipico e in particolare delle persone con autismo. Il secondo capitolo, Strumenti diagnostici e valutazione dell’autismo, è una disamina dei principali strumenti che si utilizzano nella diagnosi del disturbo autistico e nella valutazione del funzionamento individuale. In tale rassegna, che non pretende di essere esaustiva, si definiscono obiettivi, pregi e limiti dei principali metodi di valutazione, tenendo conto anche delle caratteristiche psicometriche. Il terzo capitolo, La valutazione cognitiva nei soggetti autistici, partendo dalla constatazione delle notevoli differenze inter-individuali, si propone di fornire un quadro utile all’individuazione dei reattivi più adeguati ai diversi soggetti, in relazione alle loro caratteristiche specifiche. In particolare vengono descritte due scale d’intelligenza attualmente tra le più utilizzate nella pratica clinica e di ricerca (la scala Weschler per bambini in età scolare, WISC-III, e la Leiter-R), mettendo in luce i possibili accorgimenti da adottare nella somministrazione di questi strumenti alle persone autistiche. Già nelle prime descrizioni cliniche dell’autismo si enfatizza la centralità della compromissione nella componente comunicativa in questa patologia. Negli ultimi 20 anni molte ricerche hanno analizzato il manifestarsi di questi problemi, soprattutto nell’età prescolare, anche al fine di chiarire come l’intenzione comunicativa e la comunicazione si sviluppino in questa popolazione. Nel quarto capitolo, Comunicazione e linguaggio nell’autismo: problemi valutativi, si parte da un’approfondita analisi delle ricerche classiche e recenti sulla comunicazione sociale, sullo sviluppo linguistico e sulle peculiarità lessicali nei bambini con autismo; vengono poi presentati i risultati di una ricerca condotta da alcuni degli autori, finalizzata a monitorare l’evoluzione della comunicazione spontanea di 3 bambini autistici seguiti presso il centro autismo di La Spezia con il metodo AERC nell’arco di un anno, confrontandola con i risultati di un gruppo di controllo, composto di 3 bambini non frequentanti il Centro. Il quinto capitolo descrive un modello integrato per il trattamento dell’autismo. Infatti, diversi approcci metodologici presentano componenti essenziali da inserire in programmi di trattamento, in quanto ognuno di essi nasce all’interno di significative sistemi di studio e di ricerca; inoltre, i soggetti con DSA presentano caratteristiche cognitive e relazionali talmente differenziate tra loro da rendere impossibile la generalizzazione di un approccio a tutti i casi. L’autore, partendo dalla sua esperienza clinica e di studio, presenta e illustra i diversi modelli e la loro possibile integrazione. Nel sesto capitolo, La comunicazione facilitata: presentazione del metodo, viene introdotta e descritta una metodologia la cui efficacia è stata molto discussa dalla comunità scientifica e da quella clinica a livello internazionale. L’autrice, madre di un ragazzo autistico e responsabile della conoscenza, della diffusione e dell’evoluzione di questo approccio nella realtà italiana, presenta il metodo nel suo inquadramento storico e negli sviluppi recenti, coniugando osservazioni quotidiane, esperienza pluriennale nel settore e riflessioni teoriche a supporto della validità di un utilizzo rigoroso e mirato del metodo. L’obiettivo del settimo capitolo, La comunicazione facilitata come modalità di comunicazione, è quello di mettere a fuoco possibili metodi di analisi per studiare le caratteristiche della comunicazione facilitata in quanto forma specifica di interazione. Vengono così analizzate, prendendo spunto da una ricerca di alcuni degli autori e attraverso numerosi esempi: il contatto fisico e gli aspetti non verbali della comunicazione; le funzioni del linguaggio adulto e l’andamento dello scambio dialogico, anche al fine di evidenziare alcuni elementi a sostegno della authorship dei messaggi prodotti dai ragazzi osservati. Prendendo spunto dalle medesime ricerche e da altri studi basati sull’analisi linguistica della comunicazione facilitata, l’ottavo capitolo, Aspetti linguistici della comunicazione facilitata, descrive ed esemplifica alcune qualità linguistiche della c.f. (peculiarità stilistiche e formali, termini idiosincratici, parole inusuali e neologismi). L’autrice si sofferma in modo particolare sull’uso di linguaggio “poetico” e di espressioni metaforiche e sul lessico psicologico dei ragazzi autistici, sottolineando l’importanza dei risultati ottenuti alla luce delle carenze evidenziate in questi ambiti dagli studi sulla comprensione e sulla produzione orale delle persone con autismo.
2010
9788840014081
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/246463
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