La semiotica si interessa della letteratura negli anni ’60, unendo narratologia (ricerche sugli schemi generali della narrazione) e metodo di analisi della linguistica strutturalista, di cui utilizza i sistemi di analisi del linguaggio: esamina l’organizzazione delle forme e la scelta dei materiali linguistici (parole, frasi, stili, espedienti narrativi) presenti nel sistema letterario, nonché i processi con cui sono selezionati i materiali tra quelli possibili, e combinati in modo specifico in ogni racconto per ottenere una narrazione dotata di senso. La linguistica strutturalista è adottata come base di una nuova scienza generale per la società delle comunicazioni di massa. Unendo due diverse fonti epistemologiche, le nozioni di “comunicazione” e di “struttura”, in una teoria dell’organizzazione e della trasmissione dei messaggi, la semiotica diventa scienza generale dello scambio sociale dei messaggi: poiché però tutta la cultura è descrivibile come organizzazione e scambio di messaggi, in quanto ogni oggetto umano è descrivibile come un messaggio (cioè scambio di qualche entità), la semiotica è la scienza in grado di spiegare tutti i fatti umani. L’analisi dei testi letterari con questi principi prova la capacità della nuova disciplina, che convoglia al suo interno gli oggetti delle scienze umane e letterarie precedenti, incorporando però anche il dibattito sulla proprietà del senso del testo (attribuita o all’autore, o al testo stesso, o al lettore) ereditato dal dibattito strutturalista. Allo scioglimento dello Strutturalismo (fine anni ’70) le diverse scuole semiotiche scelgono uno dei due modelli interpretativi che decretano la scomparsa dell’autore: la centralità del testo nella scuola semiotica greimasiana che si afferma in Francia, la centralità del lettore nella scuola semiotica interpretativa che si afferma in Italia.

"Pourquoi la sémiotique s'intéresse-t-elle à la littérature?"

PELLEREY, ROBERTO;
2007-01-01

Abstract

La semiotica si interessa della letteratura negli anni ’60, unendo narratologia (ricerche sugli schemi generali della narrazione) e metodo di analisi della linguistica strutturalista, di cui utilizza i sistemi di analisi del linguaggio: esamina l’organizzazione delle forme e la scelta dei materiali linguistici (parole, frasi, stili, espedienti narrativi) presenti nel sistema letterario, nonché i processi con cui sono selezionati i materiali tra quelli possibili, e combinati in modo specifico in ogni racconto per ottenere una narrazione dotata di senso. La linguistica strutturalista è adottata come base di una nuova scienza generale per la società delle comunicazioni di massa. Unendo due diverse fonti epistemologiche, le nozioni di “comunicazione” e di “struttura”, in una teoria dell’organizzazione e della trasmissione dei messaggi, la semiotica diventa scienza generale dello scambio sociale dei messaggi: poiché però tutta la cultura è descrivibile come organizzazione e scambio di messaggi, in quanto ogni oggetto umano è descrivibile come un messaggio (cioè scambio di qualche entità), la semiotica è la scienza in grado di spiegare tutti i fatti umani. L’analisi dei testi letterari con questi principi prova la capacità della nuova disciplina, che convoglia al suo interno gli oggetti delle scienze umane e letterarie precedenti, incorporando però anche il dibattito sulla proprietà del senso del testo (attribuita o all’autore, o al testo stesso, o al lettore) ereditato dal dibattito strutturalista. Allo scioglimento dello Strutturalismo (fine anni ’70) le diverse scuole semiotiche scelgono uno dei due modelli interpretativi che decretano la scomparsa dell’autore: la centralità del testo nella scuola semiotica greimasiana che si afferma in Francia, la centralità del lettore nella scuola semiotica interpretativa che si afferma in Italia.
2007
9782841333066
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/241204
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