All’interno di una rivisitazione dell’importanza che la “via della seta” ebbe nella storia dei plurisecolari rapporti economici, commerciali, culturali e politici fra il mondo occidentale e l’Estremo Oriente, l’attenzione si è concentrata in maniera particolare sul ruolo avuto in questo contesto, tra l’inizio del Duecento e la metà del Quattrocento, dai missionari inviati ad evangelizzare le popolazioni mongole, ma soprattutto dai mercanti genovesi e veneziani che per oltre due secoli attivarono sistematici rapporti di scambio commerciale fra le civiltà operanti nel Mediterraneo e le popolazioni asiatiche. Molti di essi redassero importanti relazioni di questa loro esperienza, che sono state oggetto di una circostanziata analisi, che contribuirono sia a favorire e a diffondere nella cultura medievale una più precisa conoscenza dei territori e delle popolazioni asiatiche, sia a costruire un immaginario geografico che diffuse e consolidò una visione “onirica” del continente asiatica destinata ad avere una lunga “fortuna”.

La Via della Seta. Missionari, mercanti e viaggiatori europei in Asia nel Medioevo, Genova, Il Portolano – Trento, Centro Studi Martini, 2007, pp. 155.

SURDICH, FRANCESCO
2007-01-01

Abstract

All’interno di una rivisitazione dell’importanza che la “via della seta” ebbe nella storia dei plurisecolari rapporti economici, commerciali, culturali e politici fra il mondo occidentale e l’Estremo Oriente, l’attenzione si è concentrata in maniera particolare sul ruolo avuto in questo contesto, tra l’inizio del Duecento e la metà del Quattrocento, dai missionari inviati ad evangelizzare le popolazioni mongole, ma soprattutto dai mercanti genovesi e veneziani che per oltre due secoli attivarono sistematici rapporti di scambio commerciale fra le civiltà operanti nel Mediterraneo e le popolazioni asiatiche. Molti di essi redassero importanti relazioni di questa loro esperienza, che sono state oggetto di una circostanziata analisi, che contribuirono sia a favorire e a diffondere nella cultura medievale una più precisa conoscenza dei territori e delle popolazioni asiatiche, sia a costruire un immaginario geografico che diffuse e consolidò una visione “onirica” del continente asiatica destinata ad avere una lunga “fortuna”.
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