This essay investigates the origins and the development of iconographies illustrating the doctrine of Mary’s Immaculate Conception in 16th - and early 17th- century Genoese art, from the earliest examples – such as the immaculist Tree of Jesse in the Santuario del Monte – to the firm establishment of a recognizable and much replicated model based mainly on a series of paintings by Bernardo Castello, the most influential of which (originally part of a complex immaculist cycle decorating a chapel in San Francesco d’Albaro) was reproduced in a print by Schiaminossi that largely contributed to its fortune. Partly because of its close ties to Spain, Genoa saw an abundant and varied production of immaculist works of art, building on different figurative traditions – including the one based on the apocryphal story of the Virgin’s parents – and differently nuanced theological positions, which are here clarified through the analysis of relevant texts. The Franciscan order’s patronage played a key role, as a rich series of works demonstrates, Giulio Benso’s 17th- century fresco cycle in Church of the SS. Annunziata del Vastato being the most significant among them. VERSIONE ITALIANA DELL’ABSTRACT. Il saggio analizza le origini e lo sviluppo delle iconografie legate alla dottrina dell’Immacolata Concezione di Maria nella produzione artistica genovese del Cinquecento e del primo Seicento, a partire dagli esempi più antichi – ad esempio l’Albero di Jesse immacolista del Santuario del Monte - sino all’affermarsi di un modello ben riconoscibile e ampiamente replicato, basato in primo luogo su una serie di dipinti di Bernardo Castello, il più significativo dei quali (in origine parte del complesso ciclo immacolista che decorava una cappella della chiesa di san Francesco di Albaro) fu riprodotto dallo Schiaminossi in un’incisione che molto contribuì a divulgarne i caratteri. In parte a causa dei suoi stretti legami con la Spagna, Genova conobbe un’abbondante e varia produzione di opere di soggetto immacolista, connesse a diverse tradizioni figurative – inclusa quella che funzionalizzava al tema la vicenda apocrifa dei genitori della Vergine – e a posizioni teologiche che declinavano con sfumature diverse le giustificazioni del privilegio mariano, indagate nel saggio attraverso l’analisi di testi coevi pertinenti. La committenza dell’ordine francescana ha avuto un ruolo chiave in questo ambito, come dimostra una ricca serie di opere d’arte; tra di esse risulta particolarmente rilevante – per importanza della sede, qualità artistica, articolazione dei significati – il secentesco ciclo ad affresco di Giulio Benso nel presbiterio della Chiessa della SS. Annunziata del Vastato.

Modelli iconografici per l’Immacolata a Genova nel Cinquecento

STAGNO, LAURA
2008-01-01

Abstract

This essay investigates the origins and the development of iconographies illustrating the doctrine of Mary’s Immaculate Conception in 16th - and early 17th- century Genoese art, from the earliest examples – such as the immaculist Tree of Jesse in the Santuario del Monte – to the firm establishment of a recognizable and much replicated model based mainly on a series of paintings by Bernardo Castello, the most influential of which (originally part of a complex immaculist cycle decorating a chapel in San Francesco d’Albaro) was reproduced in a print by Schiaminossi that largely contributed to its fortune. Partly because of its close ties to Spain, Genoa saw an abundant and varied production of immaculist works of art, building on different figurative traditions – including the one based on the apocryphal story of the Virgin’s parents – and differently nuanced theological positions, which are here clarified through the analysis of relevant texts. The Franciscan order’s patronage played a key role, as a rich series of works demonstrates, Giulio Benso’s 17th- century fresco cycle in Church of the SS. Annunziata del Vastato being the most significant among them. VERSIONE ITALIANA DELL’ABSTRACT. Il saggio analizza le origini e lo sviluppo delle iconografie legate alla dottrina dell’Immacolata Concezione di Maria nella produzione artistica genovese del Cinquecento e del primo Seicento, a partire dagli esempi più antichi – ad esempio l’Albero di Jesse immacolista del Santuario del Monte - sino all’affermarsi di un modello ben riconoscibile e ampiamente replicato, basato in primo luogo su una serie di dipinti di Bernardo Castello, il più significativo dei quali (in origine parte del complesso ciclo immacolista che decorava una cappella della chiesa di san Francesco di Albaro) fu riprodotto dallo Schiaminossi in un’incisione che molto contribuì a divulgarne i caratteri. In parte a causa dei suoi stretti legami con la Spagna, Genova conobbe un’abbondante e varia produzione di opere di soggetto immacolista, connesse a diverse tradizioni figurative – inclusa quella che funzionalizzava al tema la vicenda apocrifa dei genitori della Vergine – e a posizioni teologiche che declinavano con sfumature diverse le giustificazioni del privilegio mariano, indagate nel saggio attraverso l’analisi di testi coevi pertinenti. La committenza dell’ordine francescana ha avuto un ruolo chiave in questo ambito, come dimostra una ricca serie di opere d’arte; tra di esse risulta particolarmente rilevante – per importanza della sede, qualità artistica, articolazione dei significati – il secentesco ciclo ad affresco di Giulio Benso nel presbiterio della Chiessa della SS. Annunziata del Vastato.
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