Il termine lacune rimanda, nel senso comune e nell’uso che se ne è fatto sino ad ora, all’idea di mancanza o di assenza, con una singolare mutazione di senso dall’etimo originario (lacus =lago, laguna) che a tutto fa pensare fuprchè ad un vuoto insignificante. Alla stessa radice etimologica possono essere riferiti i lacunari che certo vuoti non sono ed anzi, a differenza dei semplici cassettoni, rappresentano uno sfondato ricco di decorazioni (ovvero di significati e di immagine) voluto e progettato per alleggerrire la strutura di solai e volte. Richiamare l’etimo è dunque solo un pretesto che spinge a superare i significati dati per acquisiti, le definizioni ritenute certe e consolidate. Anzitutto, l’assenza (cui la parola sembra rimandare) è fenomeno dai contorni labili e contraddittori rispetto alla materia, alla forma e alla scala dei manufatti, ma anche all’estensione della presunta mancanza rispetto al contesto e, soprattutto, al sistema di valori (tutt’altro che stabile e assoluto) che in ogni epoca o luogo concorre a stabilirne l’effettivo significato. Occorre inoltre capire perchè, e se sia lecito, definire lacuna una parte crollata o ammalorata di un’architettura posto che, là ove il concetto ha conosciuto la sua più ampia elaborazione, da esso è anche nata una teoria per il suo trattamento. La relazione propone quindi alcune riflessioni sul senso dell’idea di lacuna in architettura, anche in riferimento alla "capacità che il restauro ha di "provocare lacune" prima ancora di intervenire su quelle esistenti. Key words: Lacuna - vuoto – assenza - degrado - restauro - Conservazione - integrazione

Lacune esistenti e indotte: effimere, durature e irriducibili

MUSSO, STEFANO FRANCESCO
1997-01-01

Abstract

Il termine lacune rimanda, nel senso comune e nell’uso che se ne è fatto sino ad ora, all’idea di mancanza o di assenza, con una singolare mutazione di senso dall’etimo originario (lacus =lago, laguna) che a tutto fa pensare fuprchè ad un vuoto insignificante. Alla stessa radice etimologica possono essere riferiti i lacunari che certo vuoti non sono ed anzi, a differenza dei semplici cassettoni, rappresentano uno sfondato ricco di decorazioni (ovvero di significati e di immagine) voluto e progettato per alleggerrire la strutura di solai e volte. Richiamare l’etimo è dunque solo un pretesto che spinge a superare i significati dati per acquisiti, le definizioni ritenute certe e consolidate. Anzitutto, l’assenza (cui la parola sembra rimandare) è fenomeno dai contorni labili e contraddittori rispetto alla materia, alla forma e alla scala dei manufatti, ma anche all’estensione della presunta mancanza rispetto al contesto e, soprattutto, al sistema di valori (tutt’altro che stabile e assoluto) che in ogni epoca o luogo concorre a stabilirne l’effettivo significato. Occorre inoltre capire perchè, e se sia lecito, definire lacuna una parte crollata o ammalorata di un’architettura posto che, là ove il concetto ha conosciuto la sua più ampia elaborazione, da esso è anche nata una teoria per il suo trattamento. La relazione propone quindi alcune riflessioni sul senso dell’idea di lacuna in architettura, anche in riferimento alla "capacità che il restauro ha di "provocare lacune" prima ancora di intervenire su quelle esistenti. Key words: Lacuna - vuoto – assenza - degrado - restauro - Conservazione - integrazione
1997
9788895409016
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/201927
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact