Esperienza visionaria e civiltà cortese: il 'caso' della Visio Ludovici

L’articolo si propone di analizzare una Visio della seconda metà del XIV secolo, la Visio Ludovici, le cui peculiarità contenutistiche e redazionali ne fanno pressoché un unicum della letteratura visionaria antecedente e coeva. Composta sicuramente in Italia, vanta una tradizione testuale che allo stato attuale conta dieci testimoni due dei quali tramandano una versione breve latina, quattro una lunga, anch’essa in latino, due un volgarizzamento catalano e altri due un rifacimento d’area veneta. Sulla base di dati documentari e filologici si intende dimostrare la natura fittizia del preteso beneficiario della visione e l’intento di quest’ultima di tramandare ai posteri il pellegrinaggio compiuto da Galeotto Malatesta l’Ungaro al Purgatorio di san Patrizio. Si è ritenuto di poter far luce anche sulla possibile identità dell’autore del testo: Niccolò de’ Beccari, uomo di corte e letterato che aveva accompagnato l’Ungaro nell’impresa.