L'ultimo verso dei trentasette dimetri giambici del carme con cui si apre il terzo libro del De nuptiis di Marziano Capella presenta un problema testuale affrontato in modo diverso dagli editori. Si propone una nuova soluzione congetturale per il passo, particolarmente economica dal punto di vista paleografico e tale da rispecchiare perfettamente l'esito del dialogo fra Camena e Marziano, messo in scena fra il carme finale del secondo libro e quello iniziale del terzo. Se il personaggio dell'autore vorrebbe far cessare, per gli ultimi sette libri dedicati alle Artes l'impianto allegorico utilizzato nei primi due libri nuziali, Camena lo convincerà infine a unire alla sobria verità dell'esposizione artigrafica la piacevolezza e il lusus menippeo, utilizzando ancora un rivestimento allegorico perché le Arti non si presentino 'nude' al cospetto dell'assemblea divina.
Il vero e la finzione: dichiarazione di poetica menippea e problema testuale in Mart. Cap. 3, 222 (v. 37)
Gabriella Moretti
In corso di stampa
Abstract
L'ultimo verso dei trentasette dimetri giambici del carme con cui si apre il terzo libro del De nuptiis di Marziano Capella presenta un problema testuale affrontato in modo diverso dagli editori. Si propone una nuova soluzione congetturale per il passo, particolarmente economica dal punto di vista paleografico e tale da rispecchiare perfettamente l'esito del dialogo fra Camena e Marziano, messo in scena fra il carme finale del secondo libro e quello iniziale del terzo. Se il personaggio dell'autore vorrebbe far cessare, per gli ultimi sette libri dedicati alle Artes l'impianto allegorico utilizzato nei primi due libri nuziali, Camena lo convincerà infine a unire alla sobria verità dell'esposizione artigrafica la piacevolezza e il lusus menippeo, utilizzando ancora un rivestimento allegorico perché le Arti non si presentino 'nude' al cospetto dell'assemblea divina.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.