The objective of the present investigation is to explain that when the law enforcers defeat a norm they may be carrying out one of these two operations: i) they modify the internal applicability of a norm (either by restrictive corrective reinterpretation of a provision or by becoming aware of more specifications of the individual case under analysis); or ii) they deprive a norm of its external applicability. Along with this proposal, I will argue that between the two types of understanding of defeasibility there is to some extent a common language that allows to express the way of presenting and solving the problems about which they theorize: the language of preferences. This is due to the fact that it enables the clarification of preference relations between possible meanings within an interpretation process and preference relations between norms as a means of resolving normative inconsistencies. To achieve this goal, I will conduct a conceptual analysis of the main theories of defeasibility, which is divided into five chapters. In the first chapter, I will conduct an analysis of the different meta-theoretical possibilities available in the literature to consider the different ways of presenting the concept of defeasibility in legal theory. I will also propose a classification based on the different meanings of the term "applicability". If we consider the difference between internal and external applicability, we can distinguish between theories of modification of internal applicability and actions that cause the loss of external applicability. The theories that conceptualize defeasibility as a modifying internal applicability I have called "theories of internal defeasibility". I include here those approaches that use this notion to consider some kind of action (performed by an executor of the law) of variation in the deontic status of a particular action performed under certain circumstances. There are two types of legal acts: (i) as a restrictive corrective reinterpretation by which, in the course of an interpretative process, the person applying the law decides to attribute to a provision a meaning which, by comparison, is less extensive than the prima facie meaning (which I call "normative internal challengeability"); or ii) as a variation of the available information on the content of the individual case analyzed, so that we initiall assume that an individual case is an instantiation of a norm, but after modifying our beliefs about its composition, we recognize what is not subsumed in the rule in question (what I call "factual internal contestability"). The theories that conceptualize defeasibility as the loss of external applicability I have called "theories of external defeasibility". I include here those approaches that use this term to explain the actions (performed by an executor) to solve a normative conflict. Within the framework of these theories, the cases are clarified in which a legal practitioner decides to create a criterion of preference between two norms, so that one of the two norms is no longer externally applicable (losing the obligation to use it to justify its institutional decision), without this implying a modification of its internal applicability or a modification of the description of the individual case. In the second chapter I will analyze the theories of countervailability proposed by the interpretation theory. I will argue that from this approach, defeasibility has been understood as a way of explaining what an enforcer of the law does when he decides to change the normative qualification of a type of individual case. To this end, all these approaches from different types of legal interpretation present the process of identifying a meaning of a provision, a negative assessment of that meaning because it does not contain a distinction that it should have contained, and the choice of another meaning that contains the distinction under consideration should be included. In short, they all intend to present a restrictive corrective reinterpretation process. In the third chapter I will analyze the theories of contestability proposed by the theory of the structure of norms. I will argue that, from this approach, defeasibility has been understood in two ways: i) as a way of describing the history of norms, taking into account the effects of incorporating new information into a decision-making process; and ii) as a way of understanding a kind of conditional norm where the history is composed of contributing conditions for consequence. In the fourth chapter I will analyze the theories of defeasibility proposed from the theory of normative conflicts. I will argue that from this approach, defeasibility was understood in two ways (complementary to each other): i) as a way to explain the outcome of a normative conflict in which an implicit norm overcomes an explicit norm; and ii) as a way of explaining the creation and effects of a preference relationship between two legal norms. Finally, in the fifth chapter, I will make a synthesis and balance of the analyzed theories of defeasibility in order to highlight which are their common and which are their divergent theses. This will allow me to argue that in legal theory we can distinguish between two types of understanding of defeasibility: on the one hand, those who have conceptualized this concept in order to account for a norm that is no longer relevant to the solution of the normative problem; and on the other hand, those who have conceptualized this concept in order to justify the loss of the duty of the law enforcer to use a norm that solves the normative problem when justifying his institutional decision.

L'obiettivo della ricerca è di spiegare che gli applicatori del diritto, defettano una norma, possono effettuare una di queste due operazioni: i) modificano l’applicabilità interna di una norma (mediante reinterpretazione correttiva restrittiva di una disposizione o prendendo conoscenza di più specificazioni del singolo caso analizzato) o; ii) privano una norma di applicabilità esterna. Inoltre, sosterrò che tra i due modi di intendere la defettibilità c’è, in parte, un linguaggio comune che consente di esprimere il modo di presentare e risolvere i problemi su cui teorizzano: il linguaggio delle preferenze. Ciò è dovuto al fatto che il linguaggio delle preferenze chiarisce le relazioni di preferenze tra i possibili significati all’interno di un processo interpretativo e le relazioni di preferenze tra norme come modo di risolvere le incongruenze normative. Per raggiungere quest’obbiettivo, effettuerò un’analisi concettuale delle principali teorie sulla defettibilità. Tale analisi è organizzata in cinque capitoli. Nel primo capitolo, è stato condotto un’analisi delle diverse possibilità meta-teoriche a cui fa riferimento la letteratura specializzata per spiegare i vari modi di presentare la nozione di defettibilità nella teoria del diritto. Inoltre, proporrò una classificazione sulla base dei diversi significati del termine “applicabilità”. La differenza tra applicabilità interna ed esterna consente di distinguere tra teorie sulla modifica dell’applicabilità interna e atti che producono la perdita di applicabilità esterna. Ho chiamato le teorie che concettualizzano la defettibilità come la modifica dell’applicabilità interna “teorie della defettibilità interna”. Sono incluse in queste teorie, gli approcci che utilizzano questa nozione per spiegare un tipo di atti (condotti da chi applica il diritto) il cui status deontico varia in una data circostanza. Questi atti possono essere di due tipi: i) come una reinterpretazione correttiva restrittiva mediante la quale l’applicatore della legge, all’ interno di un processo interpretativo, decide di attribuire a una disposizione un significato tutto considerato che ha, in confronto, un ambito più ristretto di quello offerto dal significato prima facie (che chiamo «defettibilità interna normativa»); o ii) come una variazione dell’informazione disponibile sul contenuto del singolo caso analizzato. In modo che inizialmente, assumiamo che un singolo caso sia un’istanza di una norma, ma dopo aver modificato le nostre condizioni sulla sua composizione, ci rendiamo conto che non è sussunta in quella norma (che chiamo «defettibilità interna fattuale). Ho chiamato le teorie che concettualizzano la defettibilità come la modifica dell’applicabilità esterna «teorie della defettibilità esterna». Sono incluse in queste teorie gli approcci che utilizzano questa nozione per rendere conto degli atti (condotti da chi applica il diritto) che risolvono un conflitto normativo. In base a queste teorizzazioni, vengono chiariti i casi in cui un applicatore della legge decide di creare un criterio di preferenza tra due norme in modo che una di esse smetta di essere esternamente applicabile (perda il dovere di essere usata nella giustificazione della decisione istituzionale) senza che ciò comporti la modifica dell’applicabilità interna o la modifica della descrizione del singolo caso. Nel secondo capitolo analizzerò le teorie sulla defettibilità proposte dalla teoria dell’interpretazione. Sosterrò che la defettibilità, da questo approccio è stata intesa come un modo di spiegare cosa fa colui che applica la legge quando decide di cambiare la qualificazione normativa di un singolo caso. Questi approcci hanno modi diversi di intendere l’interpretazione giuridica. Inoltre, nel processo di identificazione del significato di una disposizione, attribuiscono una valutazione negativa a tale significato per non aver incluso una distinzione che dovrebbe essere inclusa e scelgono un altro significato che include la distinzione che credono debba essere inclusa. In poche parole: eseguono una reinterpretazione correttiva restrittiva. Nel terzo capitolo analizzerò le teorie sulla defettibilità proposte dalla teoria della struttura delle norme. Sosterrò che la defettibilità, da questo approccio è stata intesa in due modi: i) come un modo di descrivere gli antecedenti delle norme, tenendo conto degli effetti dell’incorporazione di nuove informazioni dentro del processo decisionale; ii) come un modo di intendere un tipo di norma condizionale, il cui antecedente è composto da condizioni contributive per il conseguente. Nel quarto capitolo analizzerò le teorie sulla defettibilità proposte dalla teoria dei conflitti normativi. Sosterrò che la defettibilità, da questo approccio, è stata intesa in due modi (complementari tra loro): i) come un modo di spiegare il risultato di un conflitto normativo in base al quale una norma implicita supera una norma esplicita e; ii) come un modo per spiegare la creazione e gli effetti di una relazione di preferenza tra due norme giuridiche. Infine, nel quinto capitolo effettuerò una sintesi e un bilancio tra le teorie della defettibilità analizzate per evidenziare quali sono le loro tesi comuni e quali sono quelle divergenti. Ciò mi consentirà di giustificare che possiamo distinguere tra due modi di intendere la defettibilità nella teoria del diritto: da un lato, coloro che hanno concettualizzato questa nozione per rendere conto di una norma che non è più rilevante per dare una risposta al problema normativo; e, d’altra parte, coloro che hanno concettualizzato questa nozione per spiegare la perdita del dovere del applicatore del diritto di utilizzare una norma nella giustificazione della sua decisione istituzionale che risolve il problema normativo.

Exceptuando.Teorías sobre la derrotabilidad en la teoría del derecho

GARCIA YZAGUIRRE, JOSE VICTOR DAVID
2021-03-04

Abstract

The objective of the present investigation is to explain that when the law enforcers defeat a norm they may be carrying out one of these two operations: i) they modify the internal applicability of a norm (either by restrictive corrective reinterpretation of a provision or by becoming aware of more specifications of the individual case under analysis); or ii) they deprive a norm of its external applicability. Along with this proposal, I will argue that between the two types of understanding of defeasibility there is to some extent a common language that allows to express the way of presenting and solving the problems about which they theorize: the language of preferences. This is due to the fact that it enables the clarification of preference relations between possible meanings within an interpretation process and preference relations between norms as a means of resolving normative inconsistencies. To achieve this goal, I will conduct a conceptual analysis of the main theories of defeasibility, which is divided into five chapters. In the first chapter, I will conduct an analysis of the different meta-theoretical possibilities available in the literature to consider the different ways of presenting the concept of defeasibility in legal theory. I will also propose a classification based on the different meanings of the term "applicability". If we consider the difference between internal and external applicability, we can distinguish between theories of modification of internal applicability and actions that cause the loss of external applicability. The theories that conceptualize defeasibility as a modifying internal applicability I have called "theories of internal defeasibility". I include here those approaches that use this notion to consider some kind of action (performed by an executor of the law) of variation in the deontic status of a particular action performed under certain circumstances. There are two types of legal acts: (i) as a restrictive corrective reinterpretation by which, in the course of an interpretative process, the person applying the law decides to attribute to a provision a meaning which, by comparison, is less extensive than the prima facie meaning (which I call "normative internal challengeability"); or ii) as a variation of the available information on the content of the individual case analyzed, so that we initiall assume that an individual case is an instantiation of a norm, but after modifying our beliefs about its composition, we recognize what is not subsumed in the rule in question (what I call "factual internal contestability"). The theories that conceptualize defeasibility as the loss of external applicability I have called "theories of external defeasibility". I include here those approaches that use this term to explain the actions (performed by an executor) to solve a normative conflict. Within the framework of these theories, the cases are clarified in which a legal practitioner decides to create a criterion of preference between two norms, so that one of the two norms is no longer externally applicable (losing the obligation to use it to justify its institutional decision), without this implying a modification of its internal applicability or a modification of the description of the individual case. In the second chapter I will analyze the theories of countervailability proposed by the interpretation theory. I will argue that from this approach, defeasibility has been understood as a way of explaining what an enforcer of the law does when he decides to change the normative qualification of a type of individual case. To this end, all these approaches from different types of legal interpretation present the process of identifying a meaning of a provision, a negative assessment of that meaning because it does not contain a distinction that it should have contained, and the choice of another meaning that contains the distinction under consideration should be included. In short, they all intend to present a restrictive corrective reinterpretation process. In the third chapter I will analyze the theories of contestability proposed by the theory of the structure of norms. I will argue that, from this approach, defeasibility has been understood in two ways: i) as a way of describing the history of norms, taking into account the effects of incorporating new information into a decision-making process; and ii) as a way of understanding a kind of conditional norm where the history is composed of contributing conditions for consequence. In the fourth chapter I will analyze the theories of defeasibility proposed from the theory of normative conflicts. I will argue that from this approach, defeasibility was understood in two ways (complementary to each other): i) as a way to explain the outcome of a normative conflict in which an implicit norm overcomes an explicit norm; and ii) as a way of explaining the creation and effects of a preference relationship between two legal norms. Finally, in the fifth chapter, I will make a synthesis and balance of the analyzed theories of defeasibility in order to highlight which are their common and which are their divergent theses. This will allow me to argue that in legal theory we can distinguish between two types of understanding of defeasibility: on the one hand, those who have conceptualized this concept in order to account for a norm that is no longer relevant to the solution of the normative problem; and on the other hand, those who have conceptualized this concept in order to justify the loss of the duty of the law enforcer to use a norm that solves the normative problem when justifying his institutional decision.
4-mar-2021
L'obiettivo della ricerca è di spiegare che gli applicatori del diritto, defettano una norma, possono effettuare una di queste due operazioni: i) modificano l’applicabilità interna di una norma (mediante reinterpretazione correttiva restrittiva di una disposizione o prendendo conoscenza di più specificazioni del singolo caso analizzato) o; ii) privano una norma di applicabilità esterna. Inoltre, sosterrò che tra i due modi di intendere la defettibilità c’è, in parte, un linguaggio comune che consente di esprimere il modo di presentare e risolvere i problemi su cui teorizzano: il linguaggio delle preferenze. Ciò è dovuto al fatto che il linguaggio delle preferenze chiarisce le relazioni di preferenze tra i possibili significati all’interno di un processo interpretativo e le relazioni di preferenze tra norme come modo di risolvere le incongruenze normative. Per raggiungere quest’obbiettivo, effettuerò un’analisi concettuale delle principali teorie sulla defettibilità. Tale analisi è organizzata in cinque capitoli. Nel primo capitolo, è stato condotto un’analisi delle diverse possibilità meta-teoriche a cui fa riferimento la letteratura specializzata per spiegare i vari modi di presentare la nozione di defettibilità nella teoria del diritto. Inoltre, proporrò una classificazione sulla base dei diversi significati del termine “applicabilità”. La differenza tra applicabilità interna ed esterna consente di distinguere tra teorie sulla modifica dell’applicabilità interna e atti che producono la perdita di applicabilità esterna. Ho chiamato le teorie che concettualizzano la defettibilità come la modifica dell’applicabilità interna “teorie della defettibilità interna”. Sono incluse in queste teorie, gli approcci che utilizzano questa nozione per spiegare un tipo di atti (condotti da chi applica il diritto) il cui status deontico varia in una data circostanza. Questi atti possono essere di due tipi: i) come una reinterpretazione correttiva restrittiva mediante la quale l’applicatore della legge, all’ interno di un processo interpretativo, decide di attribuire a una disposizione un significato tutto considerato che ha, in confronto, un ambito più ristretto di quello offerto dal significato prima facie (che chiamo «defettibilità interna normativa»); o ii) come una variazione dell’informazione disponibile sul contenuto del singolo caso analizzato. In modo che inizialmente, assumiamo che un singolo caso sia un’istanza di una norma, ma dopo aver modificato le nostre condizioni sulla sua composizione, ci rendiamo conto che non è sussunta in quella norma (che chiamo «defettibilità interna fattuale). Ho chiamato le teorie che concettualizzano la defettibilità come la modifica dell’applicabilità esterna «teorie della defettibilità esterna». Sono incluse in queste teorie gli approcci che utilizzano questa nozione per rendere conto degli atti (condotti da chi applica il diritto) che risolvono un conflitto normativo. In base a queste teorizzazioni, vengono chiariti i casi in cui un applicatore della legge decide di creare un criterio di preferenza tra due norme in modo che una di esse smetta di essere esternamente applicabile (perda il dovere di essere usata nella giustificazione della decisione istituzionale) senza che ciò comporti la modifica dell’applicabilità interna o la modifica della descrizione del singolo caso. Nel secondo capitolo analizzerò le teorie sulla defettibilità proposte dalla teoria dell’interpretazione. Sosterrò che la defettibilità, da questo approccio è stata intesa come un modo di spiegare cosa fa colui che applica la legge quando decide di cambiare la qualificazione normativa di un singolo caso. Questi approcci hanno modi diversi di intendere l’interpretazione giuridica. Inoltre, nel processo di identificazione del significato di una disposizione, attribuiscono una valutazione negativa a tale significato per non aver incluso una distinzione che dovrebbe essere inclusa e scelgono un altro significato che include la distinzione che credono debba essere inclusa. In poche parole: eseguono una reinterpretazione correttiva restrittiva. Nel terzo capitolo analizzerò le teorie sulla defettibilità proposte dalla teoria della struttura delle norme. Sosterrò che la defettibilità, da questo approccio è stata intesa in due modi: i) come un modo di descrivere gli antecedenti delle norme, tenendo conto degli effetti dell’incorporazione di nuove informazioni dentro del processo decisionale; ii) come un modo di intendere un tipo di norma condizionale, il cui antecedente è composto da condizioni contributive per il conseguente. Nel quarto capitolo analizzerò le teorie sulla defettibilità proposte dalla teoria dei conflitti normativi. Sosterrò che la defettibilità, da questo approccio, è stata intesa in due modi (complementari tra loro): i) come un modo di spiegare il risultato di un conflitto normativo in base al quale una norma implicita supera una norma esplicita e; ii) come un modo per spiegare la creazione e gli effetti di una relazione di preferenza tra due norme giuridiche. Infine, nel quinto capitolo effettuerò una sintesi e un bilancio tra le teorie della defettibilità analizzate per evidenziare quali sono le loro tesi comuni e quali sono quelle divergenti. Ciò mi consentirà di giustificare che possiamo distinguere tra due modi di intendere la defettibilità nella teoria del diritto: da un lato, coloro che hanno concettualizzato questa nozione per rendere conto di una norma che non è più rilevante per dare una risposta al problema normativo; e, d’altra parte, coloro che hanno concettualizzato questa nozione per spiegare la perdita del dovere del applicatore del diritto di utilizzare una norma nella giustificazione della sua decisione istituzionale che risolve il problema normativo.
El objetivo de la presente investigación es explicar que los aplicadores del derecho, al derrotar una norma, pueden estar realizando una de estas dos operaciones: i) modifican la aplicabilidad interna de una norma (sea por reinterpretación correctora restrictiva de una disposición o por tomar conocimiento de más especificaciones del caso individual analizado); o ii) despojan de aplicabilidad externa de una norma. Junto con dicha propuesta, voy a sostener que entre ambas formas de entender la derrotabilidad hay, en parte, un lenguaje común que permite expresar la forma de presentar y resolver los problemas sobre los que teorizan: el lenguaje de las preferencias. Ello se debe a que permite aclarar relaciones de preferencias entre significados posibles dentro de un proceso interpretativo, y relaciones de preferencia entre normas como forma de resolver inconsistencias normativas. Para alcanzar este objetivo voy a realizar un análisis conceptual de las principales teorías sobre la derrotabilidad organizado en cinco capítulos. En el primer capítulo realizaré un análisis de las diferentes posibilidades metateóricas disponibles en la literatura especializada para dar cuenta de las diversas formas de presentar la noción de derrotabilidad en la teoría del derecho. Asimismo, propondré una clasificación a partir de los diferentes sentidos del término «aplicabilidad». Si tomamos en cuenta la diferencia entre aplicabilidad interna y externa, entonces podemos diferenciar entre teorizaciones sobre la modificación de la aplicabilidad interna y actos que producen la pérdida de aplicabilidad externa. Las teorías que conceptualizan la derrotabilidad como la modificación de la aplicabilidad interna las he denominado «teorías de la derrotabilidad interna». Incluyo aquí a aquellas aproximaciones que emplean esta noción para dar cuenta de un tipo de actos (llevados a cabo por un aplicador del derecho) de variación del estatus deóntico de una determinada acción realizada en una determinada circunstancia. Estos actos pueden ser de dos tipos: i) como una reinterpretación correctora restrictiva por la cual el aplicador del derecho, dentro de un proceso interpretativo, decide atribuir a una disposición un significado todo considerado que posee, en comparación, un alcance más reducido que el ofrecido por el significado prima facie (a la que denomino «derrotabilidad interna normativa»); o ii) como una variación de la información disponible sobre el contenido del caso individual analizado, de manera que en un primer momento, asumimos que un caso individual es una instanciación de una norma, pero tras modificar nuestras creencias sobre su composición, nos damos cuenta que no se subsume en dicha norma (a la que denomino «derrotabilidad interna fáctica»). Las teorías que conceptualizan la derrotabilidad como la pérdida de aplicabilidad externa las he denominado «teorías de la derrotabilidad externa». Incluyo aquí a aquellas aproximaciones que emplean esta noción para dar cuenta de los actos (llevados a cabo por un aplicador del derecho) de resolución de un conflicto normativo. Bajo estas teorizaciones, se aclaran los casos en los cuales un aplicador del derecho decide crear un criterio de preferencia entre dos normas a efectos de que una de ellas deje de ser externamente aplicable (pierda el deber de usar en la justificación de su decisión institucional) sin que ello implique variar su aplicabilidad interna o modificar la descripción del caso individual. En el segundo capítulo analizaré las teorías sobre la derrotabilidad propuestas desde la teoría de la interpretación. Voy a sostener que la derrotabilidad, desde esta aproximación, ha sido entendida como una forma de explicar qué es lo que hace un aplicador del derecho al decidir cambiar la calificación normativa de un tipo de caso individual. Para ello, todas estas aproximaciones presentan, desde diversas formas de entender la interpretación jurídica, el proceso de identificar un significado de una disposición, una valoración negativa de dicho significado por no incluir una distinción que debería haber incluido, y elegir otro significado que sí incluye la distinción que se considera debería ser incluida. Dicho en breve: todas pretenden presentar un proceso reinterpretativo corrector restrictivo En el tercer capítulo analizaré las teorías sobre la derrotabilidad propuestas desde la teoría de la estructura de normas. Voy a sostener que la derrotabilidad, desde esta aproximación, ha sido entendida de dos maneras: i) como una forma de describir los antecedentes de las normas tomando en cuenta los efectos de la incorporación de nueva información dentro de un proceso de toma de decisiones; y ii) como una forma de entender un tipo de norma condicional, por el cual, el antecedente está compuesto por condiciones contribuyentes para el consecuente. En el cuarto capítulo analizaré las teorías sobre la derrotabilidad propuestas desde la teoría de los conflictos normativos. Voy a sostener que la derrotabilidad, desde esta aproximación, ha sido entendida de dos maneras (complementarias entre sí): i) como una forma de explicar el resultado de un conflicto normativo por el cual una norma implícita supera a una norma explícita; y ii) como una forma de explicar la creación y efectos de una relación de preferencia entre dos normas jurídicas. Finalmente, en el quinto capítulo realizaré una síntesis y balance de las teorías de la derrotabilidad analizadas para poner de relieve cuáles son sus tesis comunes y cuales son las divergentes. Ello me permitirá justificar que podemos diferenciar entre dos formas de entender la derrotabilidad en la teoría del derecho: por un lado, quienes han conceptualizado esta noción para dar cuenta de una norma que ha dejado de ser relevante para responder el problema normativo; y, por el otro lado, quienes han conceptualizado esta noción para dar cuenta de la pérdida del deber del aplicador del derecho de tener que usar una norma en la justificación de su decisión institucional que resuelve el problema normativo.
Defeasibility; implicit exceptions; theory of norms
Defettibilità; eccezioni implicita; teoria delle norme
Derrotabilidad; excepciones implícitas; teoría de las normas
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