In Liguria, così come in altre regioni italiane, il problema dei centri minori e dei borghi abbandonati è attualmente in crescita. Ciò ha molteplici ragioni, una delle quali potrebbe essere collegata alle particolari caratteristiche e condizioni del territorio. Lo studio si basa su un’analisi del territorio, naturale e antropizzato, eseguita con l’obiettivo di verificare se le condizioni territoriali, unite all’abuso e allo sfruttamento operato dall’uomo, possano essere annoverate tra le principali cause di abbandono. La Liguria, per le caratteristiche geo-morfologiche e geo-idrologiche, è esposta a fenomeni naturali che possono diventare pericolosi per persone e cose, tanto che la storia della regione è costellata di eventi parossistici che, nel tempo, hanno causato ingenti danni e numerose vittime. Ciò accadeva già in epoche antiche, come testimoniano documenti e carte di archivio, ma è censito, in modo abbastanza regolare e relativamente ad alcuni fenomeni (in particolare quelli alluvionali e sismici), solo a partire dall’Ottocento. Fenomeni naturali pericolosi ricorrenti riguardano tutte e quattro le province liguri, anche se con intensità e cinetica diverse. I movimenti franosi, principalmente costituiti da crolli, ribaltamenti e scivolamenti, ma anche deformazioni gravitative profonde di versante, sono fenomeni molto diffusi, come dimostrato dallo studio condotto nell’ambito del PRIN 2015, Protecting the Cultural Heritage from water-soil interaction related threats. Esondazioni di fiumi e torrenti, in occasione di eventi alluvionali, ma anche inondazioni costiere sono purtroppo frequenti. Meno sentito è il rischio sismico anche se esistono, agli estremi est e ovest della regione, limitate zone storicamente interessate da forti terremoti. Lo studio del territorio, a partire dall’Atlante dei centri instabili della regione (Regione Liguria, 2008) e dalle Mappe di pericolosità relative a fenomeni gravitativi, alluvioni e inondazioni (redatte dai distretti idrografici e aggiornate al 2015), evidenzia problematiche territoriali importanti alle quali numerosi centri e borghi liguri non riescono a sottrarsi. Tuttavia, l’analisi dello stato di conservazione e d’uso dei centri minori coinvolti non sembra evidenziare un nesso stretto tra causa ambientale e abbandono. Il parallelo studio della fragilità territoriale e dei centri abbandonati della Liguria riserva, infatti, alcune sorprese. Non è sufficiente un territorio naturalmente instabile e pericoloso per determinare l’abbandono dei piccoli centri, che appare sempre provocato da attività e scelte umane spesso condotte in modo poco lungimirante, per non dire dissennato, soprattutto nell’ultimo secolo. Tracciamento di nuove strade, escavazione di miniere in sottosuolo, coltivazione di cave, aperture di gallerie in un territorio fragile, uniti alle scelte delle Amministrazioni di “delocalizzare” momentaneamente gli abitanti dei paesi via via coinvolti, sono infatti da considerarsi buona parte delle cause di abbandono dei borghi storici.

Borghi abbandonati in Liguria: cronache da un territorio fragile.

vecchiattini
2020-01-01

Abstract

In Liguria, così come in altre regioni italiane, il problema dei centri minori e dei borghi abbandonati è attualmente in crescita. Ciò ha molteplici ragioni, una delle quali potrebbe essere collegata alle particolari caratteristiche e condizioni del territorio. Lo studio si basa su un’analisi del territorio, naturale e antropizzato, eseguita con l’obiettivo di verificare se le condizioni territoriali, unite all’abuso e allo sfruttamento operato dall’uomo, possano essere annoverate tra le principali cause di abbandono. La Liguria, per le caratteristiche geo-morfologiche e geo-idrologiche, è esposta a fenomeni naturali che possono diventare pericolosi per persone e cose, tanto che la storia della regione è costellata di eventi parossistici che, nel tempo, hanno causato ingenti danni e numerose vittime. Ciò accadeva già in epoche antiche, come testimoniano documenti e carte di archivio, ma è censito, in modo abbastanza regolare e relativamente ad alcuni fenomeni (in particolare quelli alluvionali e sismici), solo a partire dall’Ottocento. Fenomeni naturali pericolosi ricorrenti riguardano tutte e quattro le province liguri, anche se con intensità e cinetica diverse. I movimenti franosi, principalmente costituiti da crolli, ribaltamenti e scivolamenti, ma anche deformazioni gravitative profonde di versante, sono fenomeni molto diffusi, come dimostrato dallo studio condotto nell’ambito del PRIN 2015, Protecting the Cultural Heritage from water-soil interaction related threats. Esondazioni di fiumi e torrenti, in occasione di eventi alluvionali, ma anche inondazioni costiere sono purtroppo frequenti. Meno sentito è il rischio sismico anche se esistono, agli estremi est e ovest della regione, limitate zone storicamente interessate da forti terremoti. Lo studio del territorio, a partire dall’Atlante dei centri instabili della regione (Regione Liguria, 2008) e dalle Mappe di pericolosità relative a fenomeni gravitativi, alluvioni e inondazioni (redatte dai distretti idrografici e aggiornate al 2015), evidenzia problematiche territoriali importanti alle quali numerosi centri e borghi liguri non riescono a sottrarsi. Tuttavia, l’analisi dello stato di conservazione e d’uso dei centri minori coinvolti non sembra evidenziare un nesso stretto tra causa ambientale e abbandono. Il parallelo studio della fragilità territoriale e dei centri abbandonati della Liguria riserva, infatti, alcune sorprese. Non è sufficiente un territorio naturalmente instabile e pericoloso per determinare l’abbandono dei piccoli centri, che appare sempre provocato da attività e scelte umane spesso condotte in modo poco lungimirante, per non dire dissennato, soprattutto nell’ultimo secolo. Tracciamento di nuove strade, escavazione di miniere in sottosuolo, coltivazione di cave, aperture di gallerie in un territorio fragile, uniti alle scelte delle Amministrazioni di “delocalizzare” momentaneamente gli abitanti dei paesi via via coinvolti, sono infatti da considerarsi buona parte delle cause di abbandono dei borghi storici.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1032569
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