Giocare e guardare

Il nostro tempo è quello della difesa di una nuova complessità informazionale/digitale, della diversità, dell'eterogeneità, di una "impurità indisciplinata" (non essenziale, non coesiva, combinatoria e ibrida e, soprattutto, interattiva); con capacità di elaborare, mescolare e inter-relazionare (in "sinergia operativa", non come nel collage post-moderno, "accumulatore", ma come nel "programma informazionale" contemporaneo, "compressore") dati, parametri, indicatori, messaggi e modelli multipli. Informazioni, condizioni, situazioni, fluttuazioni e sollecitazioni. Se il vecchio desiderio di disciplina è stato, fino a poco tempo fa, depurare e sottoporre le cose e gli eventi a categorie (tipologie, definizioni, tassonomie e classificazioni) fisse, chiare, deter- minate, oggi sappiamo che il nostro universo si presenta sempre più mutevole e dinamico - più scivoloso e sdrucciolevole - e che il suo migliore approccio è, forse, quello di un atteggiamento più allegramente disinibito e senza pregiudizi, in quanto criticamente “animato”. Disciplina aperta, attenta, sveglia e disponibile, allo stesso tempo.