L’Uomo del Similaun è cresciuto e vissuto in una regione i cui più antichi nomi di luogo hanno un’etimologia in lingue indoeuropee (il celtico e il venetico) che, nel IV. millennio a.C., erano ancora dialetti dell’indoeuropeo preistorico; l’Uomo del Similaun apparteneva a un clan genetico (ancora oggi presente nel Tirolo) giunto in Europa nei millenni appena precedenti provenendo dalla Grecia e dell’Anatolia con una cultura di tipo neolitico che sappiamo essere stata caratteristica dell’indoeuropeo preistorico (in particolare, tutti i discendenti del medesimo clan genetico in Europa dei quali si conosca la lingua parlano o hanno parlato lingue indoeuropee). Nell’alta Valle dell’Adige e in Valle Isarco, i più antichi documenti scritti sono iscrizioni del I. millennio a.C. (VIII.-II. sec. a.C.) in lingua cosiddetta “retica” (che a un esame molto approfondito si rivela una lingua della classe celtica, quindi della famiglia indoeuropea); i nomi di luogo che non si spiegano né col latino (o neolatino) né col tedesco sono essi pure di etimologia celtica oppure venetica, ossia di un’altra lingua (antica) della famiglia indoeuropea. Il celtico e il venetico sono dunque le più antiche lingue attestate o indiziate nell’area e sono entrambe della famiglia indoeuropea; questo significa che, tre o quattro millenni prima (all’epoca dell’Uomo del Similaun), erano ancora dialetti dell’indoeuropeo preistorico. Gli antenati dell’Uomo del Similaun coincidono perciò con gli Agricoltori indoeuropei del Neolitico, le zone in cui è vissuto sono state abitate dagli Indoeuropei antenati dei Celti e dei Veneti e all’epoca in cui è vissuto si parlava certamente indoeuropeo preistorico. Le tre conclusioni messe insieme portano al corollario che l’Uomo del Similaun parlava, con ogni verosimiglianza, l’indoeuropeo preistorico (come molti altri Europei della sua epoca del millennio seguente e dei due precedenti). il sostrato prelatino della Val di Fassa, il retico epigrafico della parte più alta del Bacino dell’Adige e il Blocco Alpino Orientale (Ostalpenblock) della Scuola Toponomastica di Innsbruck coincidono fra loro e col sostrato del resto dell’area alpina, cisalpina e transalpina, a eccezione del paleoveneto, che da Feltre arriva (attraverso Cortina e la Val Gardena) fino a (parte de)l Tirolo Settentrionale.

Da Ötzi ai Fanes, dai Celti agli Asburgo

guido borghi
In corso di stampa

Abstract

L’Uomo del Similaun è cresciuto e vissuto in una regione i cui più antichi nomi di luogo hanno un’etimologia in lingue indoeuropee (il celtico e il venetico) che, nel IV. millennio a.C., erano ancora dialetti dell’indoeuropeo preistorico; l’Uomo del Similaun apparteneva a un clan genetico (ancora oggi presente nel Tirolo) giunto in Europa nei millenni appena precedenti provenendo dalla Grecia e dell’Anatolia con una cultura di tipo neolitico che sappiamo essere stata caratteristica dell’indoeuropeo preistorico (in particolare, tutti i discendenti del medesimo clan genetico in Europa dei quali si conosca la lingua parlano o hanno parlato lingue indoeuropee). Nell’alta Valle dell’Adige e in Valle Isarco, i più antichi documenti scritti sono iscrizioni del I. millennio a.C. (VIII.-II. sec. a.C.) in lingua cosiddetta “retica” (che a un esame molto approfondito si rivela una lingua della classe celtica, quindi della famiglia indoeuropea); i nomi di luogo che non si spiegano né col latino (o neolatino) né col tedesco sono essi pure di etimologia celtica oppure venetica, ossia di un’altra lingua (antica) della famiglia indoeuropea. Il celtico e il venetico sono dunque le più antiche lingue attestate o indiziate nell’area e sono entrambe della famiglia indoeuropea; questo significa che, tre o quattro millenni prima (all’epoca dell’Uomo del Similaun), erano ancora dialetti dell’indoeuropeo preistorico. Gli antenati dell’Uomo del Similaun coincidono perciò con gli Agricoltori indoeuropei del Neolitico, le zone in cui è vissuto sono state abitate dagli Indoeuropei antenati dei Celti e dei Veneti e all’epoca in cui è vissuto si parlava certamente indoeuropeo preistorico. Le tre conclusioni messe insieme portano al corollario che l’Uomo del Similaun parlava, con ogni verosimiglianza, l’indoeuropeo preistorico (come molti altri Europei della sua epoca del millennio seguente e dei due precedenti). il sostrato prelatino della Val di Fassa, il retico epigrafico della parte più alta del Bacino dell’Adige e il Blocco Alpino Orientale (Ostalpenblock) della Scuola Toponomastica di Innsbruck coincidono fra loro e col sostrato del resto dell’area alpina, cisalpina e transalpina, a eccezione del paleoveneto, che da Feltre arriva (attraverso Cortina e la Val Gardena) fino a (parte de)l Tirolo Settentrionale.
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